Categories: Cronaca Regionale

CENSIMENTO – 150 anni di storia.

Il primo Censimento della popolazione risale al 1861, anno dell’unificazione del Paese nel Regno d’Italia, quando gli italiani erano 26 milioni e trecentomila. Da allora sono state realizzate 14 rilevazioni, di cui l’ultima risale al 2001. Con il Censimento 2011, e una popolazione che supera i 60 milioni, si arriva a 15.

Dal 1861 le tornate censuarie si sono susseguite ogni dieci anni con le eccezioni del 1891, per le difficoltà finanziarie in cui versava il Paese, e del 1941, a causa della guerra.

Un’altra eccezione è il Censimento del 1936, svolto a soli cinque anni dal precedente a seguito di una riforma legislativa del 1930 che ne aveva modificato la periodicità, subito dopo riportata a cadenza decennale e rimasta invariata fino a oggi.

Con il passare degli anni e con il mutare della società sono intercorse numerose modifiche al significato dei termini, ai riferimenti territoriali utilizzati dal Censimento per fotografare il nostro Paese, oltre che ai quesiti inseriti nel questionario, allo spoglio e all’elaborazione dei dati.

Nelle tornate censuarie del 1861 e 1871 le unità di rilevazione famiglia e convivenza coincidono; dal 1881, invece, i due concetti vengono distinti e, in tempi più recenti, collocati in due diversi modelli: il foglio di famiglia e quello di convivenza.

Inoltre, nei censimenti del 1861, 1871 e 1881 la popolazione viene classificata in “popolazione dei centri, dei casali e delle case sparse”. Dall’edizione del 1901 sparisce la definizione di “casali”, mentre a partire dal Censimento del 1931 viene introdotto il concetto di “centro”.

Come è facile intuire lo spoglio dei questionari di queste prime tornate censuarie è effettuato a mano. Nel 1931 la grande novità: spazio alle macchine perforatrici.

Nel 1936, nel questionario si richiedono notizie sulla famiglia residente al posto di quella presente e si domanda anche degli ospiti presenti presso la famiglia nel giorno del Censimento. Nel 1951 aumenta notevolmente la quantità di quesiti inseriti nel questionario, sia per le nuove esigenze informative poste dall’epoca sia per la disponibilità di innovativi strumenti tecnici che rendono più veloci le operazioni di spoglio. Qualche anno prima, infatti, erano state introdotte le macchine statistiche elettroniche che poi, nel ’51, vengono affiancate dalla più avanzata strumentazione meccanografica IBM. Tra i nuovi quesiti il più importante è quello relativo al titolo di studio conseguito.

In questo periodo, su una popolazione di 47 milioni e mezzo di abitanti, 13 milioni di italiani possiedono la licenza elementare, 2 milioni e mezzo la licenza media, circa un milione e mezzo sono diplomati e solo 422 mila persone hanno conseguito la laurea.

fonte istat

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