Sottolinea don Umberto Romeo, presidente del Cepas di Messina: “Ė bello contemplare un piccolo fiore sbocciato in un prato arido e sassoso. L’idea di pubblicare questo libro è nata dal desiderio di dare vita a sentimenti ed emozioni che partono dal cuore di alcuni ospiti della Casa circondariale di Messina. La vita dei detenuti è certamente esperienza di isolamento e di coartazione, che genera solitudine e senso di abbandono. Ė stato quindi naturale, durante i laboratori che i volontari del CePAS da oltre vent’anni realizzano, in collaborazione con la Casa circondariale di Messina, che alcuni detenuti e detenute si siano spesso aperti, mostrando con orgoglio i loro scritti. Alla luce di questo desiderio di comunicare una parte di loro stessi ricca di un’umanità talora sofferta e ferita – continua don Romeo – abbiamo ritenuto importante pubblicare questi piccoli e profumati fiori. Un grazie di cuore alla Fidapa Capo Peloro di Messina e alla sua pastpresident, l’architetto Teresa Altamore, nostra volontaria, che ci ha incoraggiato e ha condiviso il progetto. Siamo convinti – aggiunge il presidente del Cepas – che questo piccolo fiore profumato di semplicità e di significato sociale saprà essere, per gli autori stessi, i quali hanno voluto mantenere i loro nomi, un segno e un seme di futuro, creando maggiori relazioni con la società civile. Un grazie caro e affettuoso, infine, a tutti: alla Direzione e al personale della Casa circondariale di Messina e ai nostri volontari, che con entusiasmo e generosità hanno condiviso l’iniziativa. Ma il grazie più grande va agli autori delle poesie e dei pensieri, che hanno voluto trasmettere a tutti i loro sentimenti”.
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