Gli auguri della Redazione a chi ci legge, a chi ci guarda ed anche a chi non ci conosce. Abbiamo scelto i tempi ed i luoghi di Escher
Una Pasqua alla Escher: quando l’arte riflette le contraddizioni del presente
di Redazione Cultura
In un’epoca segnata da paradossi, instabilità e trasformazioni profonde, anche gli auguri di Pasqua possono diventare un’occasione per riflettere sul nostro tempo.
E così, sempre più spesso, sui social e nelle comunicazioni più consapevoli, appaiono immagini tratte dalle opere visionarie di Maurits Cornelis Escher, il maestro olandese dell’illusione ottica, come simbolo di una Pasqua diversa, più interiore, più inquieta forse, ma profondamente attuale.
Perché scegliere Escher, ovviamente riattualizzata e modifica, per un augurio pasquale?
Pasqua, per la tradizione cristiana, è la festa della rinascita, della luce che vince le tenebre, della speranza che rinasce. Ma oggi questa speranza si trova spesso immersa in un contesto di disordine, di instabilità sociale e climatica, di guerre e crisi, piena di dazi, che sembrano cicliche e irrisolvibili. È qui che l’immaginario escheriano diventa eloquente.
Le sue scale che non portano mai da nessuna parte, le figure che si inseguono all’infinito in un equilibrio illusorio, gli spazi che si piegano su se stessi: tutto parla di un mondo che cerca di trovare ordine nel caos. Un’immagine di Escher può allora diventare un augurio sincero e profondo: non solo “buona Pasqua” come formula, ma “ti auguro di trovare un senso, anche nel labirinto”.
Ti auguro un equilibrio possibile, anche in un mondo che sembra sfuggire alle regole.
Arte come specchio del nostro tempo
Usare l’arte di Escher per celebrare la Pasqua è un gesto che unisce cultura e spirito, estetica e pensiero. Non è una provocazione, ma un messaggio sottile: la resurrezione non è solo un evento religioso, ma può essere anche un atto personale di consapevolezza.
Un invito a “salire” – per usare una delle sue metafore visive – anche quando le scale sembrano girare in tondo.
Un augurio non convenzionale, ma necessario
In tempi di immagini patinate e frasi standardizzate, l’uso di uno stile che ha segnato l’idea dell’arte per fare gli auguri rompe lo schema, invita a guardare oltre.
Escher, chi lo ama lo sa, ci dice che la realtà non è mai lineare, e che l’armonia può nascere anche dall’irregolarità, dall’ambiguità, dall’imprevisto.
In questo senso, un augurio pasquale “modello Escher” non è freddo né astratto, ma forse uno dei più autentici: “Ti auguro di trovare un senso, anche se la realtà sembra capovolta. Di ritrovare luce, anche nei paradossi.”
Perché a volte, tra una scala impossibile e una figura che si trasforma in un’altra, può nascere la consapevolezza più profonda. E con essa, una vera rinascita.
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