L’intervista al dottore Salvatore Bucolo, specialista in teologia catechetica, bioetica e sessuologia, pedagogia sociale interculturale e disabilità cognitive. Ovviamente sull’argomento si può dir altro e tanto. Restiamo interessati a pubblicare altre tesi, pensieri e considerazioni sul tema trattato
Dottor Salvatore Bucolo, qual è l’atteggiamento della Chiesa Cattolica nei confronti degli omosessuali?
Un atteggiamento di grande rispetto e affetto (Papa Francesco “docet”). Va affermato con grande fermezza che le persone omosessuali sono state e sono ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Alcune persone disprezzano coloro che lottano contro le attrazioni omosessuali. La Chiesa condanna ogni espressione di questo atteggiamento che definisce decisamente sbagliato. E’ ciò che la Chiesa chiama “peccato contro la carità”. Le persone che lottano con pulsioni omosessuali devono affrontare numerose sfide. Hanno bisogno di amore e d’incoraggiamento, non maltrattamenti. «La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni (CDF Lettera, n. 10)».
La chiesa invita gli omosessuali alla castità. Secondo lei è giusto questo orientamento della Chiesa?
Essendo un credente e praticante posso solo condividere tale pensiero anche perché la religione cattolica non lascia spazio a interpretazioni e commenti. Forse è meglio se le esplicito il pensiero della chiesa in merito alla sua domanda: “La Chiesa… celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna.” (CDF Lettera, n. 7).
Dio ha creato il sesso per due scopi congiunti: la felicità di un uomo e una donna uniti nell’amore coniugale e la felicità di una nuova vita che nasce da questa unione. Togliete uno dei due – ad esempio con l’adulterio, la prostituzione, masturbazione, sesso prematrimoniale o attività omosessuale – e l’attività sessuale diventa negativa e limitante, perché questi due obiettivi sono iscritti in noi. Siamo fatti fisicamente per amare e per generare nuova vita. Atti sessuali non conformi a questo disegno ci separano da una parte di noi stessi e da ciò che Dio vuole per noi; escludono e sopprimono una parte di ciò che il sesso è e parte di ciò che noi siamo.
Ci potrebbero essere ripercussioni, specialmente nei giovani omosessuali, nella ferrea osservazione di questo invito (alla castità) da parte della Chiesa?
Certamente sì! Quando l’appetito sessuale non viene soddisfatto per lungo tempo, quando il desidero diventa un bisogno necessario, il nostro corpo manda dei segnali ben precisi che ci devono far riflettere su come sbloccare la situazione e vivere in modo più appagante la propria sessualità. Infatti, come è noto, praticare sesso in modo soddisfacente toglie lo stress e rende l’esistenza più serena.
Erano gli anni ’80 quando Zucchero Fornaciari cantava negli stadi acclamato da migliaia di giovani “solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica”. Prima di lui negli anni ’70 c’è stata la rivoluzione sessuale; oggi si può scegliere con estrema semplicità di avere rapporti sessuali anche solo di una notte. Possiamo dire che l’Italia oggi è un Paese secolarizzato. Non solo ha vissuto un mutamento nei costumi, i cambiamenti sono avvenuti anche a livello legislativo facendone un Paese laico.
Potrei continuare con il dirle che il sesso frequente fa bene (anche la masturbazione), in quanto riduce il rischio di tumore alla prostata.
Studi recenti hanno dimostrato che il rischio di sviluppo di cancro alla prostata sembra essere inferiore negli uomini con un’alta frequenza di eiaculazioni. L’effetto protettivo dell’eiaculazione è maggiore quando un uomo a vent’anni eiaculava in media più di sette volte a settimana; in questo caso il rischio di tumore alla prostata è un terzo rispetto a uomini che eiaculavano meno di tre volte a settimana. Ciò di cui le parlo è stato dimostrato dagli studi del Prof. Graham Giles, direttore del Cancer Council Victoria in Australia in collaborazione con l’Università Western Australia, l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Università di Otago, in Nuova Zelanda.
In sintesi le posso dire che l’effetto protettivo dell’eiaculazione frequente per la prevenzione del cancro alla prostata sembra essere dovuta al frequente flussaggio dei dotti deferenti che limita il ristagno delle sostanze che sono all’interno del liquido seminale che potrebbe determinare delle trasformazioni cellulari. Ovviamente con queste mie opinioni non voglio istigare nessuno all’autoerotismo o alla pratica eccessiva di sesso ma soltanto affermare che una vita sessuale repressa può fare solo male e che la castità dev’essere una scelta sana e libera e va vissuta con serenità e armonia con tutte le altre dimensioni di cui è dotato l’essere umano e cioè: noetica (spirituale), razionale, emotiva, relazionale, biologica e morale.
Perché la Chiesa considera l’omosessualità come immorale e disordinata?
“… la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata.” (CDF Lettera, n. 3). Le attrazioni erotiche per persone dello stesso sesso possono sorgere per una serie di motivi che possono essere compresi, sia psicologicamente che emotivamente. A volte sono temporanee – soprattutto per gli adolescenti – ma per alcune persone, i sentimenti omosessuali sono profondamente radicati e difficili da superare.
La Chiesa dice che non è un peccato avere tali attrazioni (soprattutto se l’elemento erotico non è alimentato volutamente), ma è un disordine oggettivo, un problema. Può essere difficile capire che cosa sia un “disordine oggettivo”.
Ciò significa che l’inclinazione verso un atto omosessuale indica che il desiderio stesso si sta muovendo nella direzione sbagliata, normalmente la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne ha un’attrazione naturale, data da Dio, verso l’unione fisica con una persona del sesso opposto. Questo è naturale e buono perché conduce la maggior parte delle persone al matrimonio, mentre l’attrazione per lo stesso sesso, sebbene non peccaminosa in se, finisce in un atto disordinato, se vi si acconsente.
Si potrebbe obiettare che un uomo che compie adulterio con una donna incorra in un atto disordinato, ma l’inclinazione a tale atto è considerata naturale sebbene mal indirizzata in circostanze ordinarie. Sotto la circostanza del matrimonio però questa inclinazione è buona perché porta a un rafforzamento dell’unione tra uomo e donna e alla procreazione dei figli. Le attrazioni erotiche per persone dello stesso sesso non portano a un rafforzamento dell’unione tra uomo e donna, né alla procreazione dei figli, perciò sono considerate oggettivamente disordinate, ma non peccato in sé e per sé. Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l’attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un’opzione moralmente accettabile. […] È solo nella relazione coniugale che l’uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto.” CDF Lettera, nn. 3 e 7.
Secondo lei l’omosessualità è normalità?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’omosessualità una variante naturale del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o sessuale verso individui dello stesso sesso.
Dalla metà del XX secolo, l’omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni sviluppate. Viene depennata dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) il 17 maggio1990, data simbolo della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Tuttavia, lo status legale delle relazioni omosessuali varia enormemente da uno Stato all’altro e rimangono ancora giurisdizioni in cui alcuni comportamenti omosessuali sono considerati crimini e vengono puniti con pene severe, tra cui la morte. Molte persone omosessuali nascondono i loro veri sentimenti e attività a causa della paura della disapprovazione altrui e della violenza; vengono comunemente definiti repressi. Potrei ancora dilungarmi moltissimo in merito, ma ritengo opportuno risponderle che la società stabilisce ciò che dev’essere considerato normale e cioè nella norma e anormale (senza norma, senza regola).
Le parole “normale” o “anormale”, sono socialmente equivalenti a “maggioranza” e “minoranza”.
La parola “normale” proviene da “norma” che è un termine statistico per dare alle maggioranze un’identità a livello numerico. La parola “anormale” nasce agli antipodi della “normalità” ed è minoranza (numerica) in relazione con l’anormalità”.
Le caratteristiche delle maggioranze (numeriche), quindi, costituiscono la norma. Questo, però, è matematico, perciò logica matematica, ossia logica dei numeri. La “normalità” quindi vale per chi coincide con le maggioranze del sistema, le maggioranze convertite in numeri. Solo numeri. “L’anormalità è una caratteristica definita in forma soggettiva, si assegna a quelle persone che posseggono condizioni rare e non funzionali. Nel campo della psicologia dell’anormalità, definire se una persona è normale o anormale è un tema difficile.” Questa stessa interpretazione, portata sul piano della realtà sociale concreta, significa che “l’Anormalità” è una categoria che si assegna alle persone che risultano “non funzionali” per il sistema della società che stabilisce le norme di comportamento sociale. Detto con altre parole: se si agisce secondo le maggioranze (numeriche) si è “funzionali” e “normali”. Se si pensa con la propria testa, si è “anormali” e “disfunzionali”. Ovviamente il discorso in merito alla normalità è assai articolato e complesso e non vorrei scivolare, con queste mie parole, nel mero relativismo!
Condivide le teorie riparative praticate da specialisti cattolici?
Assolutamente no! Sino a non molti anni fa i medici curavano l’omosessualità con la forza e la consideravano una malattia. Pensate a quante persone siano state castrate con la terapia chimica a base di estrogeni, oppure trattate da medici e da psichiatri del tempo che li costringevano a prendere lassativi e sedativi o li portavano in alcuni edifici dove venivano messi in isolamento e venivano loro mostrati delle foto di uomini nudi e poi li facevano vomitare e defecare e li abbandonavano tra i loro escrementi.
Lo scopo era quello di fare associare l’idea degli uomini nudi al disgusto. Un altro metodo era l’elettroshock. Mostravano alla persona immagini di uomini nudi e di donne nude e se la persona si eccitava davanti alle immagini di uomini nudi veniva loro mandata una scarica elettrica! Certo vi è da dire che questi metodi erano nobili se facciamo un raffronto con ciò a cui erano destinati gli omosessuali nei lager dei tedeschi nel periodo del nazismo. Anche il fascismo ha maltrattato, ha promosso violenze nei confronti degli omosessuali.
Gli uomini dovevano essere mariti, padri e soldati… Gli omosessuali non erano né mariti, né padri e neppure soldati ergo non erano uomini e andavano estromessi dalla società. In molte parti dell’America e anche dell’Europa, oggi nessuno parla più di omosessualità come malattia, dobbiamo dire però, anche, che alcuni specialisti, ancora oggi parlano di omosessualità come disordine dell’individuo e propongono cure riparative.
Alcuni specialisti, invece, la considerano una caratteristica innata di ciascun individuo. Il Dottore Josef Nicolosi di Los Angeles, psicologo noto in tutto il mondo ma contestato dalla comunità scientifica in quanto tratta gli omosessuali che vogliono cambiare il loro orientamento sessuale e fa ciò per mezzo della terapia riparativa. Usa le tecniche delle immagini pornografiche maschili e le mostra ai propri pazienti e chiede loro di descrivere cosa provano. Un ragazzo omosessuale deve farsi guidare da uno psicoterapeuta uomo, secondo Nicolosi, e una ragazza (lesbica) deve farsi guidare da una terapeuta donna. Nicolosi fa sì che il terapeuta diventi il buon padre che si prende cura di loro e per le donne la terapista diverrà la buona madre che si prenderà cura della ragazza lesbica, cosi il paziente si sentirà a proprio agio. Il terapeuta, sarà il buon padre e non il padre che li ha trascurati, abbandonati, che non li ha saputi amare, cosi il paziente si sentirà a proprio agio e vedrà il terapeuta come il buon padre e non proverà più eccitazione per altri uomini, sentirà la propria mascolinità e perderà interesse per i gay. Ovviamente ciò non ha nulla di scientifico e i suoi pazienti devono essere grati, al dottore Nicolosi, che nel mostrare loro le foto di uomini nudi non utilizzi l’elettroshock o non li costringa a delle pratiche a cui ho accennato poc’anzi e che venivano praticate da alcuni psichiatri sino a non molti anni addietro. È anche vero che nessuno oggi può dimostrare che siano i geni a determinare l’orientamento sessuale.
Per alcuni psicanalisti saranno il padre o la madre ad attivare la propria omosessualità con i loro comportamenti. Un ragazzo non deve identificarsi con la madre deve invece fare riferimento al padre per sviluppare la propria mascolinità. Il ragazzo omosessuale non lo fa, mantiene la sua relazione primaria con la madre e non sviluppa un legame emotivo con il padre. L’omosessualità rappresenta dunque il tentativo di connettersi con la mascolinità mai avuta perché gli esseri umani sono sempre attratti dagli opposti. Infatti per gli omosessuali il maschio diventa il suo opposto proprio perché lui non si sente tale.
Nicolosi cita la responsabilità dei genitori. Un padre assente e una madre dominante. Ovviamente il pensiero di Nicolosi non lo troveremo mai su riviste scientifiche serie. La sua terapia riparativa fa riferimento a qualcosa di rotto, di malato e ribadisco che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’omosessualità una variante naturale della sessualità umana e il Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali nel 1973 ha eliminato dall’elenco delle malattie diagnosticabili l’omosessualità.
L’omosessualità ego-distonica, quella vissuta male dal soggetto, è stata anch’essa eliminata dalle malattie mentali. Inoltre, vi è da dire che nel caso della persona omosessuale che non si accetta (omosessualità ego-distonica), i terapeuti sono chiamati ad aiutare il paziente che presenta un’omosessualità ego-distonica a fare sì che possa mutare la propria omosessualità in ego-sintonica e non ad applicare teorie di conversione all’eterosessualità. In termini più chiari psicologi, psicoanalisti, terapeutici in generale, devono aiutare gli omosessuali che non si accettano ad accettarsi, a vivere con serenità la loro omosessualità.
Cosa consiglia ai giovani omosessuali cattolici?
Di vivere la propria vita con gioia ed entusiasmo e di mettere sempre al primo posto l’amore per Gesù e per i fratelli (specialmente i più deboli). Di seguire Cristo che è Via, Verità e Vita e di mantenersi casti (sin dov’è possibile) e puri e ciò senza apportare violenze di nessuna natura al proprio corpo e alla propria mente.
Ricordando, inoltre, che il Signore ci ha sempre fatto “Dono” del suo “Perdono” e della sua “Riconciliazione” ergo di non evitare l’accostarsi al Sacramento della Confessione (che ci riabilita agli occhi di Dio) e dell’Eucarestia (che ci rafforza).
Dio non ci lascia mai da soli e quando pensiamo, per motivi di salute (fisica o psicologica), che il Signore ci abbia abbandonato e lì che dobbiamo invocare lo Spirito Santo Paràclito affinché venga in nostro soccorso per consolarci e arricchirci dei suoi innumerevoli “Doni”!
Con quest’ultima domanda si conclude intervista, curata dalla redazione di scomunicando.it al dottor Salvatore Bucolo.
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