Oggi incontro, frame, visioni e chiacchiere intorno a “Qualcosa è cambiato”
L’UDU continua a proporre un piccolo ciclo di film sul premio Oscar Jack Nicholson, dopo il cult cinematografico Shining e Codice d’Onore, oggi – martedì 24 ottobre – è la volta di Qualcosa è cambiato.
Non mancate!
La filosofia del nostro cineforum – dicono gli universitari che propongono l’appuntamento cinematografico – è quella di voler costruire per gli studenti un luogo di confronto su tematiche diverse, prendendo spunto dai film più disparati, scegliendo parallelamente i frame di film Cult del cinema e/o ricchi di significato e di stimoli.
Appuntamento anche per questa stagione sempre di martedì, alle 21.15 presso la sede CGIL Messina di via Peculio Frumentario (fronte teatro Savio, parallela della Tommaso Cannizzaro).
INGRESSO GRATUITO E CONSENTITO SOLO CON TESSERA UDU! (per chi non avesse ancora la tessera, è possibile richiederla anche in occasione del cineforum, prima dell’inizio dell’evento)
Sulla pagina facebook dell’evento tutti gli aggiornamenti.
Film imprevedibile, vitale, da cui esce un magnifico, sofferto amore per la vita
Melvin è uno scrittore nevrotico, igienista, misantropo e via dicendo. È odioso e non perde occasione per offender la gente. Ha scontri durissimi col suo vicino Simon, pittore gay, e con il suo cane. Lo sopporta solo una cameriera del locale in cui Melvin mangia abitualmente. Un giorno la cameriera è assente: dovrà rinunciare al lavoro per star vicina al figlio malato. Succede anche che il pittore finisca in ospedale e che Melvin sia costretto a badare al cane. Il “cattivone” procura anche un medico molto bravo al figlio della cameriera, “solo per farla tornare al lavoro”, dice lui. Ma non è così. Ci accorgiamo che in realtà è un cuore d’oro. Sostiene i due nuovi amici, scopre che dentro di sé…qualcosa è cambiato, appunto. Alla fine succede persino l’impossibile, arriva l’amore. Film quasi perfetto, soprattutto intelligente, imprevedibile, vitale, da cui esce un magnifico, sofferto amore per la vita. Dopo la bravura di Nicholson (che ha vinto il suo terzo premio Oscar), di Helen Hunt (anche lei Oscar come attrice protagonista) e poi di tutti gli altri, il più bel valore del film è forse il dialogo, di alto profilo anche letterario (ma senza mai oltrepassare il confine del compiacimento): lo si deve a Mark Andrus e allo stesso Brooks. Il regista ospita un nero e un gay nel suo film, come ormai suggerisce “correttamente e politicamente” la buona educazione. Greg Kinnear dà corpo a un omosessuale simpatico, a un carattere che lascia che i “normali siano normali”. Come faceva Rupert Everett nel Matrimonio del mio migliore amico e Kevin Kline in In & out. I potentati gay americani hanno deciso di farsi accettare per simpatia piuttosto che per aggressività.
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