Tutto nasce dall’esposto denuncia – ora sfrondato da una serie di altre complicanze – che la stessa Caruso presentò alle Autorità competenti quando il Cinema di Pirano – l’Altercinema, così battezzato – ed a tutti noto – dallo stesso Enrico Caruso quando lo tenne a battesimo, tramutandolo in un polo d’attrazione cinematografica per tutti i nebrodi – venne affidato in attesa di un bando ufficiale per la gestione della struttura, da parte dell’amministrazione comunale, a terzi.
Ora dopo le indagini preliminari, sembra siano stati sentiti diversi testimoni, amministratori e tecnici, se ne discuterà il prossimo 22 marzo prossimo davanti al giudice del Tribunale di Patti.
Secondo quanto sostenuto dalla ricorrente – tutelata dall’avvocato Decimo Lo Presti – quando cessò l’attività di proiezione cinematografica all’interno del centro Don Puglisi, le strumentazioni da lei acquistate e installate, lasciate ben custodite in una locale protetto da una porta ben chiusa, non le sarebbero state restituite, anzi utilizzate da altri.
Ovviamente di parere opposto l’amministrazione comunale pirainese, che per tutelarsi e resistere in giudizio si è rivolto all’avvocato Maria Condipodaro Marchetta.
Quell’affidamento del cinema comunale era stato deciso dalla giunta comunale quale soluzione temporanea in attesa della stesura di un bando pubblico, poi espletato.
Si attendeva l’apertura dei locali a Natale, ma ancora tutto è in stand by, pare per una serie di lavori imprevisti e non preventivati – che rappresenterebbero anche un costo rilevante – e che potrebbero mettere in discussione tutto, mentre sul problema si sta attenzionando l’opposizione consiliare pirainese, stante il danno economico che i mancati flussi di spettatori, derivanti dalla’assenza dell’auspicata stagione cinematografica, avrebbero comportato per le attività di Gliaca di Piraino; la rilevanza sociale della sala di proiezioni e delle attività teatrali e ludiche ad essa annesse; le aspettative “tradite” per la nuova gestione; ma anche per la procedura “frettolosa” della definizione della stessa gara di appalto – che appare ora inutile, alla luce dei ritardi che escludono da ogni responsabilità – secondo i ben informati – chi dovrebbe andare a gestire l’impianto.
Opposizione consiliare che qualche mese fa denunciò anche un caso di presunto vandalismo all’interno della sala cinematografica con il “caso” delle poltroncine danneggiate a colpi di taglierino e dei danni subiti dallo stesso schermo e che ha spesso “punzecchiato” la giunta, con discussioni anche in consiglio comunale, sul caso della chiusura\affidamento del cinema pirainese.
La signora Maria Caruso al tempo evidenziò che le attrezzature allora lasciate in deposito nei locali dell’Altercinema di sua proprietà provenivano dalla dismissione dell’impianto che si utilizzava presso la struttura cinematografica di Brolo, che il marito, prima che morisse, aveva in gestione.
Lo fece con delle note al quale l’amministrazione locale non diede seguito, come alla sua richiesta di gestire la sala temporaneamente in attesa della gara di appalto
Da questo contesto la scelta tramite l’avvocato Lo Presti di diffidare l’amministrazione ad utilizzare la strumentazione, rivolgendosi all’autorità giudiziaria per riavere quello che ritiene suo.