Messina è stata tra le cinquanta città d’Europa, Africa e Paesi arabi, e le quattro d’Italia, a celebrare la “Giornata mondiale di lotta contro il regime di morte alle frontiere e per esigere verità, giustizia e riparazione per le vittime della migrazione e per le loro famiglie”, in occasione della ricorrenza della strage di Tarajal.
Giovedì scorso, tante persone hanno percorso le vie del centro esibendo foto dei migranti scomparsi e frasi significative, per poi radunarsi a piazza Cairoli dove si sono vissuti momenti di riflessione. L’evento è stato organizzato dalla Tenda della Pace e della nonviolenza, che martedì prossimo si riunirà allo scopo di organizzare la “Tenda” in città per la prossima primavera.
Per il terzo anno Messina non ha fatto mancare la propria partecipazione alla “Giornata mondiale di lotta contro il regime di morte alle frontiere e per esigere verità, giustizia e riparazione per le vittime della migrazione e per le loro famiglie”. Si tratta della drammatica ricorrenza della strage di Tarajal, a Ceuta, territorio spagnolo intercluso in Marocco, avvenuta il 6 febbraio 2014, dove 14 migranti tra i trecento che vi approdarono a nuoto, persero la vita per azione della Guardia civil. In virtù di questo tragico evento, ogni anno nella stessa data, si svolge una “giornata di lotta contro la violenza alle frontiere”.
Ciascuna tra le 50 città tra Europa, Africa e Paesi arabi, e quattro città italiane aderenti all’iniziativa, ha scelto la propria tipologia di partecipazione. Messina è tra le città che ha scelto di celebrare la ricorrenza attraverso la “marcia per i nuovi desaparecidos”, organizzata dalla Tenda della Pace, collettivo che riunisce decine di associazioni e liberi attivisti uniti nel segno della pace e della nonviolenza, in difesa dei diritti umani.
Un nutrito gruppo di persone ha sfilato nel centro cittadino esponendo le foto donate dalle famiglie dei migranti morti e dispersi lungo il mediterraneo. Per questo all’evento è stato dato come titolo “Non sulla pelle dei migranti”.
“Dal 2014 sono morti solo nel mediterraneo 30 mila migranti. Dietro ogni singola storia c’è una famiglia rimasta appesa ad un silenzio, un lutto, che non avrà mai scadenza”, ha detto Sofia Donato, del coordinamento Tenda della Pace di Messina. “Messina fa parte di una rete di associazioni di famiglie che dall’altra parte del mediterraneo stanno realizzando questo momento di ricordo delle vittime di violenza alle frontiere e di vicinanza a queste famiglie. Loro sanno di questa nostra presenza oggi in piazza. Per loro è molto importante e confortante. Ognuna di queste foto ritrae una vittima della strage di Tarajal avvenuta 11 anni fa, di cui conosciamo una ad una le loro storie”.
Dalle coste del Marocco alle nostre, il passo è breve. “Non abbiamo bisogno di soffermarci sul momento storico che stiamo vivendo – aggiunge Sofia Donato. Assistiamo ad un inasprimento del dialogo proprio su questo tema”. L’evento cade proprio in coincidenza del caso Almasri: “Un famoso torturatore è stato rimpatriato con un volo di stato, nel frattempo ci sono ancora tanti migranti che muoiono e vengono torturati nei lager libici che abbiamo ‘finanziato’…” Un altro argomento sempre all’ordine del giorno è il famigerato memorandum d’intesa che prevede il “rafforzamento della sicurezza delle frontiere” tra la Libia e l’Italia, del 2017. “A Messina – prosegue Sofia – abbiamo realizzato già tre eventi della Tenda della Pace contro il memorandum. Immaginate quanto in questo momento i migranti abbiano uno spazio importante e soprattutto siano criminalizzati. Per questo abbiamo voluto intitolare questo evento Non sulla pelle dei migranti”.
Durante il raduno in piazza Cairoli in tanti hanno espresso un pensiero o letto una poesia, un testo e quant’altro fosse significativo dell’impegno costante in difesa della pace e dei diritti umani, dove l’accoglienza, la tolleranza e la solidarietà sono pratiche fondamentali per superare questo momento storico devastato da guerre e sopraffazioni.
Corrado Speziale
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