Fotonotizie

CONDIVISIBILE – Il pensiero di Enzo Russo subito dopo la notizia di una “Sicilia Arancione”

Considerazioni attualissime  da parte del medico-scrittore pattese.

Un’analisi, a caldo, scritta quasi di getto… da condividere. Molto più di un punto di vista
Non c’era nessuno stamani [ieri, 5 novembre, per chi legge ndr] sotto il palazzo d’Orléans, né vestito di giallo né di qualsiasi altro colore, non c’erano i proprietari di bar, di ristoranti, di gelaterie, di pasticcerie, delle attività poste nei centri commerciali, non c’erano i proprietari di palestre e di piscine, non c’erano i genitori dei ragazzi in età scolare… in effetti non c’era nessuno.
Eppure c’era stato il tempo di aumentare e di razionalizzare i posti letto ospedalieri, di prepararsi a questo autunno che, come già si sapeva benissimo, avrebbe portato con se una nuova ondata di contagi di un virus che è sempre rimasto tra di noi.
Basti pensare, solo per fare uno stupido esempio, che nel nosocomio della mia città neanche un posto letto in rianimazione è stato aggiunto, e questo è avvenuto in un ospedale dove ci sono spazi enormi lasciati vuoti da reparti ormai da tempo chiusi o ridotti al lumicino… “razionalizzare”: che parola desueta.
Basti pensare che ad oggi non è stato neanche messo in funzione un ventilatore che è stato donato al nostro ospedale… “efficienza”: un’altra parola dimenticata in Sicilia.
Nessuno si dimette ma, addirittura, il presidente (appositamente a lettera minuscola) della regione alza la voce e dice “assurdo” dopo che viene a sapere che la Sicilia è stata classificata zona arancione.
Non ha fatto caso il poverino che ha presentato il piano per la rideterminazione dei reparti di rianimazione (che dovrebbero essere portati a 500 posti letto) solo ad ottobre. Ma cosa ci si può aspettare da un uomo figlio della più vecchia e becera politica che governa con un uomo come Miccichè come presidente dell’assemblea, che ha segnato le peggiori pagine della politica siciliana d palermitana degli ultimi 30 anni?
E assieme a lui tanti, ma tanti, altri!
Ci si poteva aspettare un piccolo segnale di dignità, un atto d’orgoglio, un momento di speranza, che almeno un usciere di quel palazzo si fosse dimesso per lo schifo che rappresentano!
Figuriamoci se lo avesse fatto, come di dovere, l’assessore alla sanità o un direttore generale di un’ASP siciliana… uno a caso che magari si fosse per caso indignato.
“Indignarsi”, cerco e non trovo neanche questa parola nel vocabolario siciliano e all’improvviso comprendo: ecco perché neanche il popolo si indigna, ecco perché non c’era nessuno stamani sotto il palazzo d’Orléans.

Redazione Scomunicando.it

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