di Marco Letizia
In seguito, il fronte della protesta si è mosso in corteo lungo le vie cittadine, attraversando piazza Cairoli, fino a raggiungere il tratto di costa sul retro della stazione centrale detto “Zona Falcata”, area della città abbandonata al degrado, nella quale si trovano, circondati da impianti industriali in disuso e da montagne di rifiuti di vario genere, i resti dell’antica città risalenti al ‘600.
La ragione di quest’atto sta nella volontà espressa dal movimento di riappropriarsi simbolicamente di un luogo di alto valore culturale e naturalistico, seppellito dall’industrializzazione selvaggia e trascurato da tutte le amministrazioni.
Per ultimo, i manifestanti hanno ripreso il cammino in corteo verso il municipio, davanti al quale sono stati depositati, sotto un albero di natale, alcuni rifiuti raccolti precedentemente nella Zona Falcata.
Con questo gesto si è voluto simboleggiare il dissenso nei confronti dell’inciviltà delle classi dirigenti locali e nazionali che non hanno avuto nessun riguardo per la suddetta area, e una più generale opposizione ad una politica, come quella del governo Berlusconi, insensibile nei confronti della cultura, come dimostra la riforma dell’università recentemente approvata alla Camera.
Nel pomeriggio, alle 16.30 si è tenuta un’assemblea tra studenti e lavoratori per saldare le due forze in un’unica lotta contro la crisi, politica economica e sociale.
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