Categories: Cronaca Regionale

CULTURA & CULTURE – Da Sant’Angelo una speranza

Ieri a S. Angelo di Brolo c’è stata la prima “Conferenza sulla cultura del messinese”.
C’era Daniele Tranchida, il neo assessore al turismo della Regione Siciliana, c’era Mario D’Agostino, l’assessore provinciale alla Cultura, ed anche Antonio Presti ideatore e mecenate di “Fiumara d’Arte”, c’era Gianni Giuffrè, il promotore dell’iniziativa, vicesindaco santangiolese, uomo di mondo, giornalista, reporter, anche assessore alla cultura, ma soprattutto uno che crede in quello che fa.
E poi c’erano tanti rappresentanti di questo mondo culturale messinese, ufficialmente 44 rappresentanze di comuni, oltre ad enti, fondazioni, associazioni, pro loco, e liberi battitori di se stessi.
Un mondo etereogeneo, dove cultura è il poeta locale; il museo sperduto; la sagra più o meno enogastronomica; la rocca ed il castello che ancora si contrappongono a quello del comune vicino, ma anche un parco letterario, oppure una fondazione ridotta all’osso perchè prima di fondi.
Un mondo vario e variopinto quello visto al teatro Saitta, dove “cultura” è anche, per tanti, parlarsi addosso anche quando non si ha nulla da dire, possibilmente in rima o scomodando altri in dotte citazioni, oppure – per alcuni – è programmazione, confronto, “fare” proprio come ha fatto Presti con il suo cenacolo di artisti.
Ma, a Sant’Angelo, è stato evidente che tutti sentono il bisogno di fare cultura, salvaguardare quello che c’è, anche di trasformare, guardando avanti, il binomio cultura-turismo, mai sfruttato in toto, in qualche cosa di più grande.
C’era anche molta confusione, non solo perchè l’argomento è grande, ampio, vasto, complesso, poco noto, ma anche perchè la cultura è cosa seria, non sagre e frittole.
Cultura è storia, ma anche immagine. Cultura è sapere ma anche economia. Cultura è tradizioni ma anche innovazione.
Gianni Giuffrè ha avuto il merito di riunire tutti, avviare un dibattito.
Ora in attesa di un secondo, auspicabile, più tecnico incontro siamo comunque certi – e non è ottimismo di maniera – che Daniele Tranchita, uomo di ampie vedute, la cui conoscenza va oltre la didattica stantia di vecchi programmi scolastici, che ha letto Hesse e Pound in tempi non sospetti, che parlava “dei pellerossa” fuori dalla riserve, quando gli altri li avevano visti sono nei film americani e li chiamavano” indiani”, che ama il cinema e lo conosce, che sa di comunicazione e mass-media, che non è un professionista della politica, ma uno che guarda “oltre”,  sappia tracciare una “rotta” per tutte nove le province e non solo per quella del messinese per dare un senso a questa parola ” Cultura”, dentro un’Isola, che vive attorniata da mari di Culture.

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