Cultura

CULTURA E ARTE TRA PATTI E TINDARI – Un patrimonio di tutti per tutti

Il punto di vista di Nino Lo Iacono


L’estate 2018 ha chiuso il sipario della sessantaduesima edizione Tindari festival.

Spente le brillanti luci che il direttore artistico Anna Ricciardi, che da sei anni, tiene accese, diradando  nubi che pur  tuttavia, si sono  puntualmente presentate.

La felice intuizione di Anna Ricciardi ha proposto il festival in una veste nuova, “palcoscenici aperti”: una formula che negli anni ha acquistato vigore e significato non solo di alto profilo culturale ma anche socio-turistico-economico.

Una scommessa che ogni anno si è rivelata sempre più interessante e comunque vincente.

La formula ha permesso di scoprire e valorizzare luoghi che fino a qualche anno fa sembravano lontanissimi dall’essere considerati location teatrali, senza nulla togliere all’elemento principe della manifestazione, il teatro greco di Tindari.

La magia dei nuovi siti, la loro bellezza, la loro duttilità scenica e la magica versatilità capace di proiettarsi oltre i millenni ha visto eventi artistici trasversali,palcoscenico per attori,pittori,musicisti e artisti che hanno omaggiato la Bellezza di una storia millenaria.

Così il bellissimo ed inviolato centro storico di Patti, prestò i suoi angoli, i suoi vicoli, gli atri e i bagli agli artisti meravigliati di tanta amenità.

Nei tortuosi vicoli cominciò a girare la prosa, la poesia e la musica in percorsi completati da artistiche istallazioni e dai colori di quadri di pittori talentuosi divennero il naturale proscenio del palchi senza veli e

Polikne e Tindari Augustea sono state le ultime produzioni che Anna Ricciardi ha ideato e messo in scena con un successo a dir poco, strabiliante.

Due spettacoli frutto di approfonditi studi storici ed antropologici su vicende, miti e tramandi popolari che hanno interessato il territorio pattese nel corso dei suoi trentacinque secoli di storia.

La completezza dei testi, la bravura degli artisti e il fascino dei vicoli del quartiere Pollini, del S.Francesco, del S.Biagio delle vie di Tindari, hanno firmato un successo inaspettato ed un rilancio di quei siti immeritatamente abbandonati da decenni.

Altra location Villa Pisani, con una scena di grande valenza architettonica che incanta e si adegua a tutti i tipi di eventi,il convento di San Francesco e la villa romana.

Un caso fortuito, quest’anno ha rivelato agli organizzatori l’esistenza di un altro sito che sembra essere stato creato per ospitare spettacoli come l’Indiegeno fest.

La spiaggia antistante il lungomare Zuccarello.

Scelta come  soluzione di ripiego all’originale sito ancora indisponibile ,quale il teatro antico, è risultata invece essere il sito giusto e perfetto per accogliere comodamente le migliaia di giovanissimi amanti di quel tipo di musica, le cui note si sentivano, secondo me, fuori posto nell’austerità di quel monumento che è il teatro greco.

A suo agio anche il pubblico dei teenager che ha trovato il sito, non solo più comodo da raggiungere ma soprattutto più idoneo allo sfogo delle  azioni compartecipative con la tipologia di spettacolo.

Anche se fuori dal contesto del festival, francamente non comprendiamo come si sia potuta autorizzare una manifestazione  con caratteristiche  stridenti con le finalità precipue di un sito archeologico.

Mi chiedo se a Segesta, Siracusa  o altro teatri di pietra questo sarebbe possibile.

Più specificatamente mi riferisco ad una festa commerciale con spettacolo musicale offerto da una nota catena di profumi e pelletterie.

Tindari, la sua storia e la cultura che rappresenta non può essere oggetto di mercimonio, non può essere svenduta per quattro soldi di locazione e per conoscenze politiche.

Nei sessantadue anni di storia siam passati dalla rigiditá filologica dei sovrintendenti che censuravano all’esatto opposto!

Ricordo che da Presidente della Pro Loco di Patti , negli  ottanta del secolo scorso, ebbi difficoltà ad imporre all’allora Soprintendente l’effettuazione di operette come la Vedova allegra, e non ci diedero l’autorizzazione  a far esibire Julio Iglesias, allora il cantante melodico per eccellenza!!!

La diffusione della cultura attraverso l’uso dei monumenti pubblici, non può e non deve tener conto di eventuali perdite economiche, va promossa comunque quale strumento di educazione di massa.

L’inseguire a tutti i costi l’utile finanziario comporta il sacrificio del nobile scopo educativo e promozionale, in contrasto persino con la Costituzione della nostra Repubblica che all’art. 9 così recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

Per questi motivi sono discutibili le ultime scelte fatte in ordine all’acquisizione di nuovi posti a sedere, a prezzo maggiorato, ricavati nell’area chiamata “orchestra” a discapito dei quella definita “pulpitum” e sulla quale, quest’anno, molto inopportunamente, è stato realizzato un palco, risultato peraltro assolutamente insufficiente per certi spettacoli come il lago dei cigli e la traviata.

L’esperienza acquisita in questi ultimi sette anni , grazie ai riusciti esperimenti di Anna Ricciardi sostenuti dal Sindaco Mauro Aquino, ci consegnano veramente una città ed un territorio naturalmente destinato alla promozione della cultura ma necessitá di una categorica virata amministrativa al fine di tutelare la storia del più antico festival della Magna Grecia.

Da un estremo all’altro del territorio, da Marinello al S.Venera  è tutto un aprirsi di palcoscenici in grado di ospitare qualsiasi tipo di manifestazione e soddisfare le esigenze di un pubblico eterogeneo e variegato qual è quello  formato dai turisti.

É tempo di delineare i ruoli istituzionali, é tempo di creare una fondazione che tuteli il valore e la cultura!


Nino Lo Iacono

 

 

Redazione Scomunicando.it

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