Intenso, colorato e caratterizzato da tradizioni che rimandano alle civiltà dell”intero Mediterraneo e di buona parte d’Europa, il Natale cipriota è una festa che si protrae praticamente senza intervalli dal 25 dicembre al 6 gennaio.
Talvolta persino con la benedizione della neve , che in questa stagione spesso ammanta i picchi dei Monti Troodos! In realtà, per i Cristiani ortodossi, il vero Natale cade proprio nel giorno dell”Epifania.
Data del battesimo di Cristo, più importante di quella della Sua nascita. Due ricorrenze separate solo nel 354 d.C. .
Da allora la nascita del Signore venne anticipata al 25 dicembre, anticamente anniversario di Mithras, l”invincibile dio Sole, quasi a sottolineare che in origine Cristo veniva adorato come “colui che illumina l”universo”.
L’attuale Natale ortodosso, il Capodanno (giorno in cui avviene ancora lo scambio di regali nella Cipro contadina) – e l’Epifania, che di fatto hanno finito, pur differenziandosi, per sostituire un unico, antico e solenne Primo Giorno dell’Anno, ricalcavano le celebrazioni che nell”antica Grecia erano dedicate a Dioniso.
Un periodo di transizione, preludio della primavera e della ripresa del ciclo della natura, nonchè metaforico momento di incontro tra il mondo dei vivi e l”aldilà.
L’EPIFANIA: UNA GRANDE FESTA DI LUCE E DI ACQUA
E’ il culmine delle Festività di fine anno, giorno chiamato dal popolo “F? (il “giorno della Luce) e celebrato a Cipro, come in Grecia, con grande partecipazione religiosa.
E’ questo il giorno in cui chi si chiama Fotis, o al femminile Fotinì e Fotin? festeggia l’onomastico e in cui si ricorda la rivelazione di “Ta O?”, cioè della Santa Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il 6 gennaio ricorre anche il battesimo di Cristo. Quasi a voler rappresentare la rinascita spirituale dell”uomo, è abitudine indossare vestiti nuovi, per sentirsi “puliti”, e inondati dalla luce sacra.
E alla luce richiama il prete durante la messa, invitando i fedeli ad accorrere per accendere le tre rituali candele dal suo lume, prima di rientrare alle rispettive case con la fiamma accesa! In alcune zone di montagna come ?odos, sul Troodos, è uso popolare bruciare quattro ciocche di capelli durante la messa, nella convinzione che la mente sarà illuminata e liberata dagli spiriti indesiderati.
La liturgia cosiddetta del Kataklysm?celebrata dalle massime autorità ecclesiastiche, a Limassol, Pafos e soprattutto Larnaca, si manifesta con una lunga processione sulla riva del mare, mentre nei villaggi interni prevede cortei su un fiume o un corso d”acqua che possa rappresentare il Giordano.
La gente porta a messa ogni genere di frutta (arance e meloni poi mangiati sussurrando la preghiera: “Che la vita proceda con la stessa facilità con cui questa frutta è stata sbucciata e tagliata”), e i semi che, bagnati con l”acqua benedetta, saranno poi seminati con la speranza di un cospicuo raccolto.
Al termine della funzione il vescovo getta la croce in mare.
I nuotatori più capaci si tuffano per ripescarla.
Colui che per primo riesce a riportarla a terra è considerato un prescelto dal Signore, e talvolta ricompensato.
tratto da http://news.ilviaggio.it/da-natale-alla-befana-tra-storia-e-mitologia/
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