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DARIO FO – 90 anni per il giullare che riuscì a conquistare il premio Nobel

Una carriera all’insegna del teatro e dell’impegno politico, declinato ora sui modelli della farsa, ora del monologo.

Con il ’68 e i movimenti di protesta, Dario Fo e Franca Rame decidono di uscire dai circuiti ufficiali dei teatri per esibirsi in fabbriche e università occupate, e poi trovare sedi in luoghi diventati simbolici, come il capannone di via Colletta e la palazzina Liberty di Milano, quartier generale de La Comune (così si chiamava la compagnia teatrale) fino a inizio anni 80. Sono di questo periodo le pièce più impegnate: “Mistero Buffo” (1969), “Morte accidentale di un anarchico” (1970), scritto sulla morte nei locali della questura di Milano di Pino Pinelli, accusato per la strage di Piazza Fontana.

La sua opera più importante è celebre è Mistero Buffo, insieme di monologhi che si inserisce nella tradizione della Commedia dell’arte e dei giullari. Attraverso il grammelot (lingua onomatopeica che riproduce solo il suono delle parole) o testi che affondano nei dialetti e nei linguaggi popolari del 400 e 500, Fo racconta episodi storici e del vangelo, con l’obiettivo di mostrare come la cultura ufficiale abbia saccheggiato quella popolare a proprio uso e consumo.

Il 1997 è un anno cruciale. Non solo perché l’Accademia di Svezia lo insignisce del premio Nobel per la letteratura. Ma anche perchè questo momento è una sorta di spartiacque.

Quello che per molti era il contestatore, l’estremista, il comunista, diventa improvvisamente un monumento da venerare. Arrivano nel corso degli anni le lauree honoris causa (dalla Sorbona di Parigi, dall’università di Wolverhampton e dalla Sapienza di Roma) mentre gran parte delle sue opere degli ultimi anni prendono una direzione diversa, sempre una sua passione.

Sue sono le scenografie dei suoi spettacoli e i bozzetti per scene e costumi. Il comune di Milano gli ha anche dedicato una mostra antologica nel 2012.

La morte di Franca Rame, compagna di una vita e braccio destro nell’attività artistica, non lo ha fermato. In questi giorni è stato inaugurato a Verona l’archivio Dario Fo-Franca Rame, aperto a studiosi e non solo, per permettere anche alle future generazioni di conoscere un pezzo così importante della cultura del nostro tempo.

Redazione Scomunicando.it

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