E’ quanto di più vergognoso, oltraggioso e incivile possa succedere in un Paese democratico. A dirlo è il giornalista Luciano Mirone, e lo sbatte in faccia al ministro Orlando. Tutto questo in un post su facebook che colleziona condivisioni e “mi piace”.
Il post-denuncia.
Quello che stanno subendo i genitori dell’urologo Attilio Manca è quanto di più vergognoso, oltraggioso e incivile possa succedere in un Paese democratico.
Come se non bastasse l’assassinio del figlio (un assassinio confermato da diversi pentiti con una precisione di particolari che evidentemente il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non ha colto, dato che nei giorni scorsi, rispondendo a una interrogazione presentata nel novembre del 2014 dal senatore del M5S Maurizio Santangelo, ha detto che Attilio Manca è morto per una overdose di eroina e non per il coinvolgimento dello stesso nell’operazione di cancro alla prostata del boss Bernardo Provenzano, come affermato dai vari collaboratori di giustizia), adesso dicevamo, Angela Manca e Gino devono subire un avvelenamento quotidiano che, a piccole dosi, sta penetrando nei loro gracili corpi provati dal dolore a causa di una sostanza nociva che qualcuno cosparge nel loro giardino e che penetra all’interno dell’appartamento, con conseguenze gravissime per la salute di questi anziani genitori.
I quali hanno sì presentato denuncia ai Carabinieri, ma con risultati a dir poco sconfortanti.
In una Nazione civile sarebbero scattate le indagini e i responsabili, in ventiquattr’ore, sarebbero stati assicurati alla giustizia. Ma in un Paese da operetta come il nostro, tutto questo non succede.
Non può succedere.
Per la giustizia italiana infatti Attilio Manca non è morto per omicidio, ma per “inoculazione volontaria” di eroina (peccato però che non ci sia lo straccio di una prova).
Di conseguenza, un chiarissimo atto intimidatorio come questo, viene derubricato alla stregua di un fatterello banale che non merita un minimo di considerazione né da parte della grande stampa, né da parte delle forze dell’ordine che non possono inserire questo episodio nel contesto delle grandi battaglie che i Manca hanno intrapreso per fare verità e giustizia sulla morte del loro congiunto per la quale la loro città, Barcellona Pozzo di Gotto, non è affatto estranea.
Intanto a causa di queste sostanze venefiche, le condizioni di salute di Angela e Gino sono peggiorate, le analisi danno valori non proprio incoraggianti, giornali e tivvù sono troppo impegnati con Renzi, con le vicende romane del M5S e con episodi cronaca nera che spesso sfociano nel paranoico.
Il caso Manca – uno spaccato paradigmatico delle inquietanti collusioni fra mafia, politica, massoneria e servizi segreti deviati – è soltanto un fatto di droga, quindi non esiste.
Se lo dice il ministro Orlando…
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