Le ragioni di un tatuaggio
Da moda trasgressiva i tatuaggi sono diventati oggi un vero fenomeno di massa.
Sul piede, sulla schiena, sulle braccia… e via via nei e suoi luoghi più impensabili.
Se ne vedono di ogni forma e dimensione, spaventosi o romantici, minimal o ricchi di colori, ma qual è il significato psicologico dei tatuaggi?
Le ragioni psicologiche che stanno dietro alla scelta di tatuarsi possono essere molto complesse e profonde, alla base ci potrebbe essere la ricerca della propria identità, il giro di boa di un momento della propria vita, l’interiorizzazione di uno particolarmente bello o anche solo un desiderio profondo di comunicazione.
Quella dei tatuaggi è tutt’altro che una moda recente, le origini risalgono agli albori della storia quando gli uomini delle caverne avevano l’abitudine di contrassegnare il proprio corpo con incisioni irreversibili, una tradizione che si è mantenuta ed evoluta in molte civiltà e ad ogni latitudine.
La ricerca della propria identità
In generale la spinta psicologica che sta dietro a questa scelta sembra risiedere in una ricerca d’identità, il bisogno di rappresentare il proprio Io, la propria essenza, un bisogno sempre più sentito non solo dai giovani, ma anche da persone di tutte le età.
In un certo senso anche oggi il tatuaggio conserva le motivazioni ‘magiche’ e ‘curative’ delle origini, un passaggio rituale che può nascere da un’esigenza di ribellione, ma anche dal desiderio di segnare una propria trasformazione o il desiderio di un cambiamento radicale.
Un messaggio per gli altri
Oltre che essere un bisogno molto personale il tatuaggio è anche e soprattutto un modo di comunicare con gli altri, un modo di esprimersi, una richiesta verso l’esterno che può essere colorata e giocosa oppure violenta e ribelle. Il corpo diventa quindi uno strumento per ottenere visibilità e ascolto, sottolineare il proprio desiderio di unicità e allo stesso tempo la richiesta di essere accolti in un gruppo.