I prof. hanno gremito Viale Regina Margherita, giungendo a centinaia da ogni parte della Sicilia, in rappresentanza delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Hanno espresso malcontento per scelte «fortemente punitive della scuola pubblica, caratterizzate da tagli di risorse e personale, attuate in modo unilaterale e arbitrario».
«We are not “choosy”, we are angry («Non siamo schizzinosi, siamo arrabbiati»); «Basta con i tagli alla scuola»; «Diecimila docenti di sostegno rischiano il licenziamento a discapito dei disabili»; «Privatizzare la cultura è il primo passo verso la dittatura»; «A furia di tagli la scuola sarà privata… di tutto»; «Profumo… di dimissioni»; «L’istruzione non è merce, la scuola non è un’azienda» e ancora «No concorso truffa»: questi alcuni “telegrammi” idealmente spediti da Caltanissetta a Roma. Una docente ha anche esibito una t-shirt per riassumere lo stato d’animo dei docenti P. r. e. c. a. r. i.: «Professionisti, Radiati, Esasperati, Cancellati, Annullati, Raggirati, Ignorati».
Tra i coordinatori della manifestazione, il prof. Diego Stagno, Lirio Torregrossa e Alessia Catino, i quali sono stati ricevuti dal viceprefetto aggiunto, dott. Gabriele Barbaro.
Fuori dalla Prefettura, i manifestanti hanno esposto le loro istanze: «Chiediamo la cancellazione del “Concorso truffa” e l’adeguamento dello stipendio alla media europea.
Rivendichiamo il riconoscimento degli scatti di anzianità bloccati, così come il riconoscimento del diritto alle ferie non godute per i precari; auspichiamo la cancellazione delle norme sulla riconversione dei docenti soprannumerari nel sostegno, il ridimensionamento del numero alunni per classe (le “classi pollaio”), il riconoscimento delle spettanze contrattuali dovute e il rinnovo del contratto, la cancellazione delle norme sulle detrazioni economiche applicate ai giorni di malattia.
La moltitudine di partecipanti ha anche ricordato con un sentito applauso Carmine Cerbera, docente precario di Napoli suicidatosi nei giorni scorsi a 48 anni perché senza più lavoro. Si è dunque formato un lunghissimo “serpentone” che, dalla Prefettura, si è mosso verso la Cattedrale, tra suoni di megafono, fischietti, richiesta urlata di dimissioni al ministro dell’Istruzione, Profumo, ed ancora altri slogan: «La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta! ».
Testo integralmente tratto da La Sicilia Caltanissetta di Lunedì 12 Novembre 2012
Foto tratte dalla pagina facebook di Marzia Mancuso
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