Sorretta dalla voglia di vivere, senza mai lamentarsi, ringraziando sempre il medico, l’assistente sanitario, gli specialisti, la famiglia, la madre, per l’aiuto ed il conforto che in questi mesi l’hanno sorretta e supportata in una lunga battaglia nei confronti di una malattia che non le ha dato tregua, fino ad ieri quando si sono svolti i suoi funerali.
Tantissima gente, prima a casa, in migliaia, poi nella grande chiesa di Gliaca di Piraino, le hanno voluto tributare l’ultimo saluto.
Una vita spezzata, appena 32 anni.
Stefania si accingeva ad affrontare i successi di una vita professionale con entusiasmo e con impegno.Era già una giovane donna in carriera.
Poi la malattia, subdola, improvvisa, senza tregua nonostante nulla sia stato lasciato di intentato.
Ora Carmelo e Linda – principalmente loro – dovranno affrontare, insieme ai ricordi ed al dolore immediato “dell’assenza”, la grande prova del sopravvivere alla morte di un figlio.
È la tragedia più grande che possa colpire la vita di una persona. Un dolore dal quale non ci si riprende mai, una ferita che non si chiude.
Alcuni trovano conforto nella fede, altri nei figli che restano. Ma il buco nero che resta dentro scava ininterrottamente. La morte di Stefania, la sua tragedia, riapre ferite mai sopite nella storie delle perdite familiari.
Hanno scritto libri, hanno girato film, ne hanno parlato e scritto i migliori psicologi e psichiatri. Ma mai nessuno riuscirà a comprendere il dolore provocato dalla perdita di un figlio come i genitori. La morte di un figlio, sia esso bambino o adulto, è infatti giustamente ritenuta dagli esperti come la tragedia più grande che possa colpire la vita di una persona, l’evento luttuoso per eccellenza dal quale una famiglia non si riprende mai.
Di questo se ne ha consapevolezza, e forse l’abbraccio di un intero paese ha significato questa grande comprensione, al pari dei centinaia di commenti e like che inondano il web, alcuni anche inaspettati.
Un momento di riflessione collettiva. Una grande lezione che speriamo lasci il segno.
Vogliamo ricordare Stefania con la poesia che su madre, Linda, volle dedicarla nel 25° del suo compleanno.
E’ stata pubblicata in una raccolta del 2013 “i miei giorni in rima”. Una famiglia serena, felice, allora distante dal presagire questo grande lutto.
Parole che non hanno bisogno di commenti… ma solo di essere lette.
Stefania
Fin da bambina lei è slam sempre diversa,
e nel mondo del “manga” la sua mente si è persa.
Più introversa dell’altra, ma somme dolce e affettuosa,
il viso etereo, più bello di una rosa.
L’adolescenza l’ha ferita e le ha chiuso un po’ di porte,
ha forgiato il suo carattere rendendolo più forte.
Qualche problema è apparso là per là,
quando ha raggiunto la maggiore età.
I compagni, gli amici e poi, dopo il diploma,
tutti i preparativi per andare a studiare lingue orientali a Roma.
Poi con grande iniziativa e grande afflato,
è riuscita, con la sua determinazione,
a raggiungere il risultato.
Con la sua mente eccezionale, mese dopo mese,
da autodidatta ha imparato pure l’inglese.
Il computer per lei non ha nessun segreto,
e con quella tastiera va sempre avanti e indietro.
Riesce a trovare qualsiasi cosa le passa per la testa,
riesce a parlare con chiunque,
sia persona importante oppure modesta.
Riesce a chattare da un capo all’altro del mondo,
con gente che abita in qualsiasi parte del mappamondo.
Col computer si erudisce ed informa qualsiasi altra persona,
riesce a manovrarlo, con sapiente maestria