Decano del giornalismo nebroideo, uomo saggio, che ha “lasciato il segno” nell’insegamento, ora Domenico Orifici, invita alla riflessionem, a dar peso alle parole riempiendole di contenuti. Esprime solidarierà ai giornalisti, alla nostra Redazione, è severo: “In proposito occorre dire che chi inveisce contro la stampa vuol dire che ha commesso un atto di cui si vergogna per averlo fatto e voleva rimanesse nascosto al cittadino, giudice dell’operato dei suoi amministratori”. Noi lo ringrazioano perchè sappiamo anche che la sua inflessibilità deriva dal rigore e della sua onestà intellettuale.
Un pezzo, tutto da leggere.
Grazie Domenico.
La visita del prefetto Stefano Trotta, la più alta carica del governo che veglia con amorevoli cure sui comuni a lui affidati, a Sinagra, dai cittadini che amano il loro paese, era, ed è considerata di buon auspicio verso una svolta che porti all’unità, al rispetto reciproco della dignità nei ruoli, a un impegno comune per far rifiorire questo meraviglioso centro, vittima da divisioni incalzanti..
Le parole di Sua Eccellenza, il prefetto Stefano Trotta, venuto qui il 14 marzo 2014, tutte volte a rasserenare gli animi per uno sforzo comune a migliorare i rapporti e la crescita, sono state accolte con festosa gioia dai cittadini sinceri.
La sua voce fra loro è passata col sorriso sulle labbra: un sorriso scambiato e la speranza nel cuore.
Purtroppo non è stato per tutti così: le parole più belle del Prefetto, quelle che affermano che, chiuse le urne e assegnata la fascia tricolore, il simbolo che unisce tutti gli italiani, fa del nuovo rappresentante del paese, il sindaco di tutta la collettività: parole di pace che dovevano essere sottoscritte da tutti; lo stesso Vangelo ci dice che il pastore lascia il suo gregge unito e va sui monti a cercare l’unica pecorella smarrita.
Invece no, il plauso verso il portatore di pace è macchiato da uno spruzzo di veleno quale si possono considerare le frasi apparse su Facebook: -veramente il Prefetto non si riferiva al sindaco, ma a coloro che non si rassegnano di avere perso le elezioni; – sono solo sciacalli e via dicendo –
A queste si aggiungono le parole scritte da rappresentanti delle istituzioni, espresse con toni spiacevoli verso i giornalisti rei di informare i cittadini.
In proposito occorre dire che chi inveisce contro la stampa vuol dire che ha commesso un atto di cui si vergogna per averlo fatto e voleva rimanesse nascosto al cittadino, giudice dell’operato dei suoi amministratori.
Proprio così, la stampa racconta i fatti commessi, piacevoli o spiacevoli che siano agli autori.
In questo esprimo la mia solidarietà al direttore del giornale, Massimo Scaffidi e a tutti i colleghi presi di mira in modo discriminante da chi vuole con le chiacchiere fare apparire pulito ciò che non lo è.
Da questa pagina invito i sinagresi che vogliono far crescere il nostro amato paese di lavorare per unire, condannare le parole disaggreganti e la volgarità, cose che mortificano e deprimono il nostro paese di fronte a noi stessi e a quanti ci guardano.
Domenico Orifici
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