Cultura

DUCIAMARU – …le interiorità artistiche di Filippo Melita

Duciamaru: Scendendo nel subconscio di ognuno di noi Filippo Melita, mette a nudo uno dei pensieri più belli che l’uomo può concedersi.

Si, la Magia, quella che in modo asincrono, con la realtà agisce e basta sul sensibile.

https://youtu.be/-swfzubfu2A

Scendendo nel subconscio di ognuno di noi Filippo Melita, mette a nudo uno dei pensieri più belli che l’uomo può concedersi.

In questo brano intitolato “Duciamaru” che dalla lingua siciliana sembra quasi intraducibile, non ci sono scappatoie, sembra quasi che questo pensiero voglia impossessarsi di tutto quello che il cervello ha a disposizione: memoria, sensazioni, azioni, movimenti per attuare quell’unico input: “AMARE”. Amare è quella dolcezza che fa accapponare la pelle e nello stesso tempo l’amarezza, di non poter vivere istante dopo istante con la persona amata…

Tutto sembra ammassarsi su un unico ingombrante pensiero… questo pensiero però, si trasforma, per il solo genere umano, in un sentimento… il sentimento basamento, su cui tutti gli altri sentimenti pongono radici concrete, per creare la psiche collettiva che volteggia su tutta l’umanità. Ma, da che è mondo è mondo, i sentimenti sono confusi dal genere umano con una cosa ancestrale, la magia.

Si, la Magia, quella che in modo asincrono, con la realtà agisce e basta sul sensibile. Questa visione ottimistica di una natura che sfugge all’asimmetria dell’immaginario collettivo e fa godere di momenti quasi analgesici, di un vuoto creato dentro dal saper di non poter capire… La magia del sentimento si sottende come fili di una ragnatela interpersonale che ingombra anche a distanza la gente.

Ma se ad un uomo normale un filo di ragnatela sembra quasi inesistente il cantautore si cala nella parte di un minuscolo insetto che osserva il comportamento di tutti ed ahimè resta impigliato in quei fili.

La magia dell’amore, se sincera, non si smorza nel tempo, ed il tempo come si sa porta a delle scelte. Queste vincono sicuramente su tutte le tempeste che ognuno di noi può attraversare.

Qui mi viene in mente Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami, nel momento in cui è disperso in una tempesta di sabbia che il vento sferza in modo continuo. È lì che il personaggio si rende conto che quel vento, spira forte da dentro, dal suo sé più profondo.

È solo così che tutti possono giungere ad una conclusione ascoltando questo brano:

Chi ama non sbaglia mai, non sbaglia nulla, con amarezza anche quando non è ricambiato.

Pino Pullella

Redazione Scomunicando.it

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