Attualita

ECCELLENZE – Intervista a Lorenzo Braccialini

Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus sull’imprenditore. È possibile visionare il profilo Instagram di Lorenzo Braccialini cliccando su https://instagram.com/bracciagram?igshid=MzRlODBiNWFlZA==     

Buongiorno e ben ritrovato! Avrei piacere di domandarle subito qual è stato quel cosiddetto “quid” attrattivo che l’ha portata a intraprendere il suo viaggio nella moda e nel marketing e a dedicarcisi con costante impegno ed evidente determinazione [clicca qui https://it.linkedin.com/in/lorenzo-braccialini-96641897]. “Buongiorno Giulia, sono lieto io di ritrovarla! Nella moda ci sono nato, soprattutto nelle borse… più che di attrazione, parlerei di “comfort zone”. Dopo una lunga esperienza nell’attività di famiglia, ho pensato di creare qualcosa di mio – e forse sopravvalutandomi – sempre all’interno dell’antica zona di comfort appunto delle borse ma con l’aggiunta della sostenibilità. Ho così acquistato all’asta un vecchio asset del gruppo Braccialini, AmazonLife. Da qui ecco la mia scelta di evolvere nel marchio +Three°°°, partendo da tale suddetto heritage”.

Di cosa, forse, da piccolo immaginava d’occuparsi una volta divenuto adulto e che bambino è stato? “Ero un bambino – e sono stato un fanciullo – solitario e tranquillo, un poco malinconico… e un po’ diverso da quello che sono poi diventato da grande, ossia agitato e inquieto. Da piccolo non mi immaginavo nella veste di lavoratore, ma ai tempi dell’università aspiravo a occuparmi di finanza e di  fusioni e acquisizioni per una banca d’investimento. Terminati gli studi, ho pertanto vissuto a Londra benché senza riuscire a trovare ciò che desideravo. Speravo di farcela con le mie forze, senza dover chiedere aiuto esterno però il mio voto della laurea e l’università non sono stati sufficienti a battere la spietata concorrenza nella City (City che, oltre a prediligere chi ottiene il massimo dei voti, guarda positivamente alle università più famose). Dopo un anno in Camera di Commercio ho dunque mollato la capitale inglese”.

Nella formazione della sua personalità e per quello che concerne la sua carriera lavorativa, quanto e in che modo ha idea che siano stati determinanti gli aspetti biologici del temperamento e quelli psichici del carattere, influenzati dall’ambiente? Detto altrimenti come hanno interagito e interagiscono tra loro i fattori costituzionali innati, educativi, ambientali e cultuali per ciò che la riguarda? “Se non fossi nato in una famiglia di pellettieri, il cui nome del brand è il mio cognome, non avrei mai lavorato nella moda perché essa mi ha sempre interessato poco. Ciò che invece mi ha appassionato è stata la possibilità di lavorare in un ambito familiare, in maniera tale da poter contribuire a diffondere il nostro nome e marchio e questo anche per ripagare lo sforzo dei miei genitori …E posso dire che – in un quindicennio – il marchio è passato da essere di nicchia a essere conosciuto in più Paesi, con un network di distribuzione pressoché globale”.

Inerentemente a +Three°°°, brand che persegue la sostenibilità in ogni fase di creazione – progettando borse e zaini per resistere nel tempo e ridurre l’impatto ambientale, ha affermato che <<non è moda, non è bellezza e non è arte ma è sentimento, è volontà, è circolarità, è rispetto, è funzionalità ed è ricerca. +Three°°° è difatti un progetto etico in cui il profitto non è al centro del business, tant’è che il suo pregio consiste nella sua coerenza e ciò anche a discapito della sua stessa sopravvivenza>>. Ebbene che cosa rappresenta invece per lei la moda, la beltà, l’arte più in generale e quale ritiene che sia il loro principale pregio e potere? “La moda è una forma d’arte, è creazione, è intuizione, è bellezza, è comunicazione… E proprio la beltà, a mio avviso, è frutto del nostro innato senso estetico puramente italico. L’arte, invece, è talento creativo in ogni ambito. Il pregio e il potere di entrambe sta, a mio parere, nel loro linguaggio universale e nella contaminazione continua di diverse culture”.   

Ha dichiarato che <<la mission di +Three°°° [clicca qui https://www.plus3.eco/negozio] è spesso in contraddizione con l’esigenza di fatturare, in quanto i nostri prodotti hanno fasi di lavorazione i cui costi poco si confanno rispetto a ciò che il mercato italiano è disposto a spendere per quello che è veramente circolare, sostenibile a livello ambientale e di etica sociale e questo specialmente in certi segmenti della moda (accessori e calzature, a differenza che nell’ambito dell’alimentazione)>>. Da cosa è dell’avviso che si origini e derivi tale mentalità, talvolta non crede che centrino magari pure talune ragioni indotte da salari per lo più irrisori e cioè da non così rare mancanze di possibilità dovute a stipendi medi non molto gratificanti? “Certamente la dinamica salariale, in Italia, contribuisce a rendere più di nicchia il mercato di lusso della moda rispetto ad alcuni anni fa quando la classe media agiata era maggiormente ampia. I capi e gli accessori provenienti da una filiera sostenibile e circolare, soprattutto in Italia appunto, tuttavia riscuotono scarso interesse perché tendenzialmente sono meno attraenti esteticamente a confronto di quelli che non lo sono. Oltre a un calo dei consumi generalizzato, nonostante le numerose ricerche che tentano di dimostrare il contrario, la sostenibilità in questo settore non ha un’attrattiva tale da poter sopravvivere senza ingenti investimenti nella comunicazione e nel design – rendendo dunque spesso quasi superfluo, o comunque non sufficiente, l’impegno economico in ricerca e sviluppo e nella certificazione. Il prezzo è ancora una variante determinante, che mai si concilia con una vera e seria politica che sia green”.     

Quale ipotizza che sia la sua peculiarità a livello professionale e quale suppone che sia la caratteristica più apprezzata da coloro con i quali ha collaborato non soltanto in quanto cofondatore della società AmazonLife s.r.l., che detiene il marchio +Three°°°, nonché dai suoi clienti? C’è poi qualcuno che stima particolarmente e con il quale sarebbe propenso a lavorare assieme nel prossimo futuro? “La caratteristica più apprezzata e peculiare che i miei collaboratori hanno riscontrato in me è la mia affabilità, nonché la mia capacità di comunicazione e di ascolto… ma altresì il mio entusiasmo e la mia passione, il mio rispetto per il lavoro altrui e per quello di squadra. Inerentemente ai miei progetti futuri, direi che li immagino e che ho una propensione orientata al di fuori dell’ambito della moda”.

Secondo lei dovrebbe esserci una sorta di galateo del buongusto e in caso affermativo, in base alla sua sensibilità, cos’è il buongusto (tenendo comunque presente il rispetto delle differenti soggettività e preferenze di ciascuno di noi)? In tutto ciò i ricordi, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto sono rilevanti e come veicolano o no la sua quotidianità? “Il buongusto, per me, consiste nella valorizzazione della propria attitudine ovvero sta nel rispetto del proprio modo di essere. Se si ha un’eleganza innata tutto è permesso, qualsiasi accostamento è lecito… diversamente si rischia di apparire ridicoli. In realtà, ognuno di noi si dovrebbe abbigliare secondo il proprio gusto e ciò indipendentemente dall’etichetta dei marchi più conosciuti. Il cattivo gusto equivale invece, a mio dire, allo sfoggio ossessivo del proprio status e ciò soprattutto se questo avviene a discapito della libertà d’espressione di sé. Mi piacerebbe, comunque, tornare a vedere le donne con i tacchi e non con le sneakers… Nella mia quotidianità la progettualità, l’istinto e la sperimentazione sono più rilevanti della razionalità e della pianificazione. I ricordi li tengo in un cassetto e faccio in modo che non influenzino il mio presente e nemmeno il mio futuro”.

Quando osserva rispettivamente uno/a stilista, un artigiano/un’artigiana, un modello/una modella, cosa la impressiona positivamente e cosa l’entusiasma maggiormente? Professionalità, a suo parere, a cosa equivale e di cos’è dunque sinonimo? “La professionalità, dal mio punto di vista, implica capire il proprio talento e i propri punti di forza così da concentrarsi su di essi. È poi importante avvalersi di collaboratori capaci, in altri ambiti rispetto al proprio, in modo da creare un progetto vincente. Uno stilista è sì un creativo, ma senza un modellista che sia tale e senza una struttura di sviluppo non può dare alla luce alcuna collezione. Quello che mi colpisce è la dedizione e la capacità di adattamento, pur restando coerenti con se stessi e col proprio stile. Proprio la coerenza è ciò che fa la differenza, ché il talento senza di essa si perde nell’etere. Uno stilista, un artigiano, una modella devono avere un proprio stile, un’impronta unica”.   

Qual è il suo punto di vista sul mondo dell’e-commerce e cosa si aspetta da tale realtà a stretto giro e a più lunga gettata? E qual è la sua personale posizione e il suo approccio nei confronti delle potenzialità e dell’effettivo utilizzo dei social network? “Non sarò retrogrado e neanche sarò ipocrita nel dire che l’e-commerce è nemico della vendita al dettaglio tradizionale. Lo spazio offline resta fondamentale in molti ambiti del commercio… per il contributo esperienziale del prodotto e del luogo di vendita. La suggestione degli arredi, il tatto e l’odore del prodotto ma pure l’accoglienza e i consigli del personale di vendita non sono aspetti irrilevanti. Non è possibile tuttavia ignorare la potenza della rete online e la sua comodità, il suo continuo sviluppo oramai irrefrenabile. Vince chi ha il contenitore migliore e chi riesce a raggiungere il maggior numero di utenti, con la più ampia offerta. Nell’online contano appunto i grandi numeri, mentre su questo fronte gli store specialistici attualmente ancora faticano”.

Infine, prima di salutarci, le chiedo quali sono i materiali nonché le forme e i colori che predilige nel realizzare le sue creazioni e per quale ragione nello specifico. “Personalmente prediligo le forme piccole, con qualche innesto più generoso, a discapito delle medie dimensioni. I materiali di riuso e naturali e i colori naturali sono, inoltre, i miei preferiti”.

Redazione Scomunicando.it

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