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EDITORI – Lucio Falcone e la “Pungitopo”

 

Lo studio di Lucio Falcone, cofondatore e dirigente della Casa Editrice pattese “Pungitopo”, è un profondo salone rettangolare le cui pareti più lunghe sono l’una una grande finestra sul giardino e l’altra è ricoperta da libri.

Anche il tavolo da lavoro è rettangolare, di legno massiccio, e la poltrona dà le spalle alla libreria alta fino al soffitto. La luce pomeridiana è insufficiente ad illuminare l’ambiente, come lo sono le varie lampade dislocate su vari tavolini.

Anche lo schermo bianco del compiuter contribuisce ad illuminarci, tanto quanto basta perché la conversazione è lenta e intensa e vuole tempo per aprirsi.

L’argomento è il solito: i libri.

Nel parlare ne prende, di tanto in tanto, qualcuno fra le mani, uno a caso, uno dei tanti posti sulla scrivania, disordinatamente come compagni di viaggio sempre lì, pronti per essere toccati e consultati. Si percepisce il rapporto che ha con essi, sue creature.

Pochi cenni a quegli anni settanta che lo vedono con il padre Nino iniziare un ‘viaggio’.

Oggi è fra  gli editori che emergono nella divulgazione e conservazione della cultura e delle tradizioni  siciliane ed uno sguardo carico d’orgoglio lo sorprende nel citare il suo “Almanaccu sicilianu” monografia che dal 1978, a cadenza annuale e a tema sempre diverso, raccoglie storie, proverbi, canti, credenze, ricette, notizie della tradizione popolare siciliana.

L’edizione del 2012, curata da lui stesso e da Giuseppe Buzzanca, con le illustrazioni di Giovanni Torres La Torre è dedicata alla “Storia dell’ulivo e dell’olio in Sicilia”.

– E nel discutere e confrontarsi, ci parla dei suoi autori emergenti e di quelli di una vita, ci si sofferma sui testi di poesia di Saverio Vasta “Il posto delle cose”, “Antipoemi” di Beniamino Biondi e “Gobba a Levante” di Nicola Romano. Sono giornalisti, critici cinematografici, amanti della letteratura italiana con la passione di comunicare in versi.

– Fra i testi di storia locale è “Il Golfo di Patti – nei viaggiatori dal XVI e al XX secolo” che attira la nostra attenzione. Scoprire la storia del luogo attraverso note e documenti che segnano il passaggio di grandi uomini nella nostra Terra.

Nella presentazione al volume di Giovanni Crisostomo Sciacca, il Presidente della Società Siciliana di Storia Patria, Giovanni Puglisi dice: – La storia è una retta, la cui origine è tanto lontana, quanto ormai invisibile […] gli uomini, le loro azioni, le loro rerum gesta rum sono gli infiniti puntini, che nella loro, anche infinita, sommatoria danno al continuum della linea la percezione della sua realtà […] questo libro è uno di questi puntini.

– Parlando di racconti, Lucio Falcone cita il professor Michele Mancuso, ficarrese del 1892 e morto a Patti nel 1946. Laureatosi a Firenze nel 1923 in Storia e Filosofia, insegnò nel liceo Classico di patti dal 1925, formando le menti di intere future generazioni.

Fra le sue opere le raccolte di racconti “Scampoli di festa” e “Le Costellazioni inutili”.

– Curato da Marisa Campanile, “Voci di donne migranti” nasce da un progetto della “Ciss – Cooperazione internazionale sud sud” e racconta il viaggio tra la terra di origine e quella di immigrazione e il percorso dalla lingua materna a quella del paese di adozione di un gruppo di oltre 30 donne, tutte provenienti dall’Est europeo.

– “Segni Particolari”, invece, a differenza della precedente raccolta d’interventi, è un testo che mette insieme le esperienze di persone che hanno seguito un corso di formazione sull’auto-mutuo-aiuto organizzato dal dipartimento di salute mentale dell’Azienda Sanitaria di Messina.

Nel laboratorio di scrittura i partecipanti hanno manifestato i loro disagi e, con la guida della scrittrice Patrizia Rigoni, hanno liberamente dato voce alle proprie emozioni.

– Il romanzo “Teatro Viaggiante” di Giovanni Torres La Torre ci porta nella mitologica città nebroidea di Nisia.

Giuseppe Amoroso nella prefazione dice: – L’autore edifica un fastoso racconto fra la favola ed un’ingemmata fotografia del vero fondato sull’intreccio di musica e visioni che sembrano esatte, scolpite nelle pietre…”

– Maria Fascetto, appassionata ricercatrice di storia e tradizioni popolari, nata a Capizzi, in “Aroma di caffè” narra di donne di Sicilia, forti e deboli creature e mostra una dimensione umana che non possiamo fingere di non vedere perché è parte delle nostre origini e cova sempre nella mentalità maschile.

– “Il Santo marrano” di Giuseppe Sicari, un romanzo storico ambientato a Licata nel 1492, anno dell’esplulsione degli Ebrei dalla Sicilia. L’autore ci presenta una comunità viva e vivace, laboriosa ed improvvisamente sdradicata dalla propria Terra per motivi economici mascherati dal solito  razzismo per chi possiede una fede diversa.

– Non a caso chiudo questa breve sintesi, scaturita dal desiderio di conoscere una realtà editoriale del nostro territorio con “Scirocco, Malanova e Piscistoccu”, a cura, anche questo come l’Almanacco, di Lucio Falcone e Giuseppe Buzzanca.

Dall’antico detto “ sciroccu, piscistoccu e malanova chi và a Missina i trova” prende vita una raccolta di memoria e storia, una ricerca della messinità ormai perduta per sempre rimasta sepolta sotto le macerie del terremoto del 1908.

Storici e poeti, scrittori e giornalisti scrivendo del pescestocco ripercorrono secoli di storia e ci regalano immagini e particolari che mai nessuno ci aveva raccontato.

 

 

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