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EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ – Gli studenti del Merendino hanno incontrato lo scrittore Iapichino

Giovedì 17 Dicembre 2015 le classi IV e V dell’ Istituto di Istruzione Superiore “Francesco P. Merendino”, nell’ambito delle attività inerenti l’educazione alla Legalità, hanno incontrato lo scrittore Luciano Armeli Iapichino.

Tema dell’incontro: I fenomeni mafiosi nel messinese e l’inquietante vicenda dell’urologo Attilio Manca.  Gli incontri, tenutisi alle ore 9.30 presso  l’Istituto Tecnico – sede di Piana di Capo d’Orlando e alle ore 11.30 presso l’Istituto Alberghiero di Brolo, sono stati coordinati dal Dirigente Scolastico dell’ Istituto, Prof.ssa Lilia Leonardi, che ha aperto il convegno  ringraziando tutti i convenuti . Il Dirigente, nel sottolineare il grande coinvolgimento sotteso al tema della Legalità, sollecita gli studenti presenti ad una riflessione che comprenda tutti gli omicidi di mafia, da quelli più eclatanti, che hanno visto come vittime Magistrati, si pensi a Falcone e Borsellino, e Rappresentanti delle forze dell’ordine, a quelli meno noti, ma altrettanto gravi, tra i quali, appunto, quello del dott. Attilio Manca, un giovane e brillante siciliano , sacrificato agli sporchi interessi della parte marcia della nostra Terra. La Dirigente ha, inoltre, rimarcato  il fondamentale ruolo che la scuola riveste , nel suo quotidiano compito di educazione e formazione ai principi costituzionali e nella creazione di un sano corredo valoriale dei cittadini della società del domani.

Erano presenti anche i Rappresentanti delle amministrazioni comunali di Capo D’Orlando e di Brolo, nelle persone della Dott.ssa Cettina Scaffidi, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune orlandino, e di Gaetano Scaffidi, vice-sindaco  del Comune di Brolo , nonché la Direttrice dell’Accademia  delle belle arti “L. Da Vinci”di Capo D’Orlando Dott.ssa Vitanza Rosetta, la quale ha rimarcato il concetto secondo il quale le nuove generazioni devono essere guidate a prendere coscienza delle regole della convivenza civile, attraverso percorsi motivanti

Traendo spunto dall’introduzione del libro dell’autore, Le vene violate, la Vitanza ha messo in luce come la nostra provincia sia definita da più parti una “ TERRA BABBA”, nel senso non di terra stupida, ma di terra dove, per citare le parole dell’autore  la distinzione tra il bene e il male non è più percettibile e che si erge a baratro esistenziale di mattanza…

Prende la parola la dott.ssa Messina Gabriella docente dell’Istituto Comprensivo di Longi la quale fa presente all’uditorio che il libro “Le Vene Violate”, volume presentato in tutta la penisola,  suscita ad oggi molto interesse e scalpore, nonostante siano trascorsi 11 anni dalla morte del giovane medico urologo Attilio Manca.

Ciò avviene perché, purtroppo, nella coscienza collettiva vicende come quelle di Attilio Manca, dove l’iter giudiziario ancora non ha un epilogo e non si è giunti ad una verità ultima e giusta, spengono la speranza in una giustizia da nazione civile.

 

Compito di noi educatori, ha ribadito la dottoressa, è quello di coinvolgere le nuove generazioni affinché la loro coscienza venga  sempre aiutata a non spegnere i lumi della speranza di co-abitare in un Paese migliore , caratterizzato dai principi di giustizia e legalità.

 

Interviene, quindi, il protagonista del Convegno , lo scrittore Luciano Armeli I., autore di volumi sulla mafia, il quale, dopo la proiezione di un video rappresentativo di significativi momenti della vita del giovane dott. Attilio Manca, ne  ripercorre la vicenda umana, professionale e giudiziaria , sottolineandone l’eccellenza nel campo della medicina. Quello stesso  Attilio che nel 2004 veniva elevato dall’ANSA a pioniere nel settore della laparoscopia e che nel 2015 la “giustizia” nazionale vuole marchiare come tossicodipendente,  morto in circostanze anomale a Viterbo. In verità, sulla violenta dipartita del giovane urologo aleggerebbe, secondo lo scrittore, la latitanza e l’operazione alla prostata del boss dei boss di Sicilia, Bernardo Provenzano. Armeli procede  altresì, con illustrazione delle dinamiche masso-mafiose vigenti nel territorio provinciale e in particolare all’attività criminale  nebroidea.  L’intervento si conclude con l’auspicio che il popolo di questa terra esca dallo stato di rassegnazione, di accettazione passiva e con la considerazione che, per ottenere tale risultato, è necessario educare i giovani alla coscienza ed alla consapevolezza  alla legalità.

Redazione Scomunicando.it

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