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Elezioni a Messina – Accorinti ha presentato candidati, giunta e programma

 

 

“Per amore, solo per amore…” Sembrano parole di una canzone di Roberto Vecchioni quelle pronunciate da Renato Accorinti, nel corso della presentazione alla stampa della lista per il Consiglio comunale, di quelle per le circoscrizioni, del suo programma elettorale e del primo gruppo di assessori designati. Sono, invece, le motivazioni sincere ed autentiche che l’hanno portato a candidarsi a sindaco di Messina nel momento più difficile per la città dal dopoguerra ad oggi, sospinto dall’istanza popolare con la raccolta di oltre tremila firme.

“La nostra stella polare è il bene comune, non c’è altro. La nostra forza sta nelle persone, nelle idee e nella democrazia basata sulla partecipazione, non sulla delega”, ha quindi proseguito il candidato sindaco, nonché capolista per il Consiglio comunale, che per la prima volta non indossava la storica maglietta No Ponte, ma quella riportante il logo elettorale.

La sede, ubicata in via XXIV Maggio, inaugurata per l’occasione, era stracolma di gente, tra giornalisti, militanti di “Renato Accorinti Sindaco – Cambiamo Messina dal basso” e semplici curiosi. Alla conferenza, i cui interventi sono stati regolamentati dal giornalista Marco Olivieri, erano tutti vogliosi di cogliere gli effetti di un “ciclone” che sta letteralmente scompaginando schemi e previsioni elettorali a due settimane dal fatidico giorno in cui i cittadini di Messina decideranno il destino della loro città in una circostanza nella quale non sono permesse decisioni sommarie o interlocutorie. A tutti i cittadini è stato azzerato l’alibi del “tanto non cambierà nulla” o, meglio ancora, del “tanto sono tutti uguali”, perché stavolta c’è Accorinti, con il suo bagaglio di 40 anni di storia tutta vissuta fuori dai partiti, sempre a servizio, da uomo libero, delle più nobili istanze civili. Lo accompagnano cinque assessori designati, 38 candidati al Consiglio comunale, molti altri per i consigli delle circoscrizioni, ma soprattutto una marea di cittadini che giorno dopo giorno e ora dopo ora cresce sempre di più intorno al progetto politico ed al programma amministrativo che tutti insieme hanno realizzato e condiviso. Il tutto, altro non è, dice ancora Accorinti, di “un ribaltamento totale di quella politica fatta da gruppi d’affari di questa città, perché non si può capire come sia stato possibile ridurre Messina in questo stato: c’è voluto un impegno enorme…”.

Ed ecco i cinque assessori designati ad affiancare Accorinti nel rispetto e nella condivisione della suo programma amministrativo: Guido Signorino, economista, docente universitario,  è destinato al Bilancio e allo Sviluppo economico, con particolare attenzione alla Green economy; Patrizia Panarello, ricercatrice universitaria presso il Dipartimento di Scienze umane e sociali, esperta in Pedagogia interculturale, è designata come assessore alle Reti solidali, Autogestione dei beni comuni, con delega anche alla Partecipazione, alla Valutazione dell’azione amministrativa e alla Coesione territoriale; Daniele Ialacqua, insegnante di Diritto e ambientalista, è designato all’Ambiente e Sostenibilità urbana, con particolare riferimento a Rifiuti, Energia, Verde e Nuovi stili di vita; Sergio Todesco, antropologo in servizio presso la Soprintendenza ai Beni Culturali, nonché direttore del Parco Archeologico dei Nebrodi Occidentali, avrà la delega alla Cultura e all’Istruzione; infine, Antonino Mantineo, docente di Diritto Ecclesiastico e Diritto Canonico all’Università di Catanzaro, nonché presidente del CESV di Messina, andrà alle Politiche sociali e giovanili. Tutte personalità d’eccellenza, il cui curriculum parla chiaro al pari del loro impegno: contribuire, dettando le giuste linee guida, a realizzare i sogni di una città da troppo tempo ferma ad aspettare un’amministrazione capace di farla risollevare dal “pantano” del fondo classifica nazionale per qualità della vita.

Sogni che sono quelli di Renato Accorinti, che a dire il vero ogni giorno che passa sembrano sempre più realizzabili: “Abbiamo bisogno di ricchezza spirituale e culturale. Il nostro programma è costruito dal basso. Il Comune sarà come una famiglia e, come tale, nei momenti di difficoltà si sa che un padre e una madre suddividono in modo equo ogni risorsa. Abbiamo tante idee a costo zero e intendiamo recuperare il valore delle istituzioni come fondamento dei diritti di chi non ha voce”. Passa, poi, brevemente all’andamento della campagna: “Nessun messinese poteva immaginare che avremmo avuto le percentuali di cui sentiamo parlare”. E sintetizza un’amara realtà, attraverso un esempio purtroppo ricorrente: “Non abbiamo pacchi di pasta da dare in giro, abbiamo la credibilità”. Espone, quindi, la sua proverbiale umiltà e umanità: “Mi sento tra gli ultimi e non mi attribuisco grande capacità o cultura, ma ho amore per la vita e in questo momento sento una gioia immensa”.

E parla di chi l’accompagna più da vicino in questa esperienza: “Tra i consiglieri comunali – dice – ci sono pezzi di storia importante di questa città, persone che hanno lavorato per la collettività, trentotto nomi meravigliosi. Molti di loro hanno dedicato la loro esistenza a cause davvero importanti”. Poi fa qualche accenno sul programma: “L’idea della flotta comunale sullo Stretto è una cosa meravigliosa, ci avvicineremo alla Calabria”. Il luogo mitico tra Scilla e Cariddi  si sa, è un suo grande amore: “Lo Stretto ci rapisce – dice Accorinti con enfasi e sentimento – è tra le cose che danno appartenenza. La natura ci ha dato tanto ma noi l’abbiamo offesa, adesso dobbiamo recuperare”. La prossima mossa sull’argomento, ovviamente, è degna di lui: “Proporremo che lo Stretto di Messina diventi patrimonio dell’UNESCO”. E tiene a ribadire il suo slogan più ricorrente: “La cultura è l’arma più forte per cambiare il mondo”.

Patrizia Panarello, a seguire, descrive così la delega che le è attribuita: “Si articola, in particolare,– dice la giovane ricercatrice – tra beni comuni, che appartengono a tutti e che quindi vanno tutelati, ed il concetto di autogestione. L’amministrazione, in tal senso, prevede di far creare delle reti solidali sul territorio tra associazioni e singoli cittadini affinché questi possano partecipare attivamente alla gestione della cosa comune, intendendo con ciò quel concetto alto di politica che tutti noi conosciamo”.

Daniele Ialacqua, inizia il proprio intervento con una importante riflessione: “E’ la prima volta che all’Ambiente viene designato come assessore un ambientalista e come tale chi si occupa seriamente della materia”. E poi prosegue: “L’assessorato all’Ambiente sarà aperto a tutti coloro che si battono e si batteranno per la tutela del nostro territorio”. Allora lancia una critica agli avversari: “Non ho mai visto in giro tra comitati ed associazioni coloro che questi giorni fanno grandi proclami per l’ambiente. Noi, invece, in quelle realtà abbiamo sempre operato, acquisendo esperienza, anche facendo buona politica”. Sintetizza, quindi, la propria delega: “Si forma su due pilastri fondamentali che sono la partecipazione e la programmazione, fattori che finora sono sempre mancati. Tratteremo temi come il verde – dice Ialacqua – con il progetto Messina città Giardino, affinché la nostra diventi una città a misura di bambino; i rifiuti, con il progetto Strategia Rifiuti Zero; l’energia, sfruttando il più grande giacimento energetico, che è il risparmio, attraverso il progetto Nuova Energia al Comune; gli animali, con un progetto che potrebbe chiamarsi Animali come Noi, con tutto il rispetto per gli animali – ironizza l’ambientalista – in accordo con le associazioni animaliste”. Ma il primissimo dei suoi appuntamenti, al di là dell’esito elettorale, Daniele Ialacqua ce l’ha con Gianfranco Scoglio, ex assessore alle infrastrutture della giunta Buzzanca ed attualmente candidato a sindaco di Nuova Allenza. “Gli regaleremo questo mio nuovo libro, dal titolo ‘C’era una volta il ponte sullo Stretto’, fresco di pubblicazione, che presenterò lunedì prossimo alla Provincia, affinché capisca finalmente perché non si deve fare questo Ponte”.

Guido Signorino, esauriente come sempre, parte subito all’attacco: “Il nostro primo punto sarà quello di rispettare i cittadini, ossia di rispettare le scadenze amministrative. Con noi non accadrà che un bilancio preventivo d’esercizio venga approvato l’ultimo giorno dell’anno, così com’è stato fatto per il 2013”. Ma non basta, perché l’economista si dimostra indignato per un fatto recente che, effettivamente, sembra incredibile: “Il 30 Aprile scorso, scadeva il bando riguardante la richiesta per l’apertura della finestra per l’anticipazione, da parte della Cassa Depositi e Prestiti, dei fondi per coprire i debiti nei confronti delle imprese, spalmando i debiti e scongiurando il dissesto, e il Comune di Messina non l’ha presentato. E’ un fatto gravissimo. Sembra – prosegue l’economista – che tutti abbiano voluto favorire il dissesto di Messina anche sotto il profilo finanziario”. E cita in tal senso l’esempio di Reggio Calabria, città anch’essa in pre-dissesto, che ha così ottenuto 180 milioni di euro. “Con noi non accadrà mai – precisa Signorino – che Messina perda opportunità come queste per scongiurare il dissesto finanziario”.

E passa al programma, il cui punto di partenza è “abbandonare la logica sterile dei mega progetti, che non producono lavoro” per dare spazio ad altre prospettive, come “puntare sui progetti possibili, individuando quattro strade per utilizzare le risorse della città”.

Ecco quali sono i punti principali: “Tutela del territorio e prevenzione antisismica; rilancio della cantieristica navale, settore che avrà opportunità di sviluppo e che sarà aperto alle future tendenze del mercato; il turismo, con la valorizzazione dell’artigianato da inserire nel circuito crocieristico anche attraverso la realizzazione, in Fiera, di una Cittadella del Made in Sicily e la liberazione della Rada San Francesco per renderla una risorsa per la città; i trasporti, con la ristrutturazione dell’ATM e l’istituzione della Società di Navigazione Comunale con servizio sullo Stretto”. Il tutto, ovviamente, potrà avvenire solo attraverso “una forte azione, con studio ed analisi sugli sprechi che hanno caratterizzato la passata gestione del bilancio comunale, ad iniziare dai costi della politica, come la riduzione degli emolumenti del sindaco e degli assessori e proporre la riduzione dei gettoni per i consiglieri comunali”.

Ma c’è una scadenza su un tema molto importante che sta a cuore al professore: “Entro Maggio 2014 tutte le amministrazioni locali dovranno attivare i procedimenti di efficientamento energetico” e lui ha le idee molto chiare in tal senso, ed enumera cifre, modalità e condizioni che il caso richiede.

Sull’argomento della green economy ha poi invitato tutti a partecipare ad un prossimo incontro, che avverrà in città il 1° Giugno in una sede da definire, alla presenza di esperti autorevoli, con collegamento Skype in cui interverrà Jacopo Fo, figlio d’arte, nonché fondatore, in Umbria, dell’eco-villaggio Alcatraz.

Visto il momento che la città sta attraversando, ha parlato anche di aiuti alle imprese, “la maggior parte colpite da crisi non strutturale ma speculativa”, citando gli esempi virtuosi di Milano e Cesena, utili per risolvere questo grave problema.

Alla fine Signorino è stato interpellato dalla stampa sull’efficienza della “macchina” amministrativa, in particolare della dirigenza: “Dalle conoscenze che abbiamo – dice  l’assessore designato – sappiamo che percepiscono gli onorari aggiuntivi con un criterio che fa incidere per un 90 per cento la posizione e per un 10 per cento i risultati raggiunti. Noi riequilibreremo questi parametri e tra le due cose incentiveremo i risultati. A giudicare e valutare l’azione politica ed amministrativa saranno i cittadini attraverso metodi consultivi, nel segno della trasparenza e della partecipazione. Per questo abbiamo previsto l’apposito assessorato”.

Innovazioni interessanti, provengono anche da Sergio Todesco. L’antropologo, dopo aver lanciato il suo allarme per una “città priva di memoria e di sentimento del tempo, tanto da potersi considerare un ‘non luogo’ anche per chi l’attraversa”, parla di “ridisegnare un circuito virtuoso che leghi il centro alle sue periferie”. E precisa: “La cultura deve permeare le proprie idealità in tutti i settori, facendo rete. Bisogna, in tal senso, collegare il centro ai villaggi, che sono il reale centro storico della città. Un altro valore da riscoprire è quello della piazza – prosegue Todesco – ritrovando il gusto di dibattere pubblicamente nell’agorà, al posto di farlo in forma ristretta nelle logge e nelle segreterie politiche”. Allarga, allora, ulteriormente gli orizzonti: “Bisogna avere attenzione verso gli ultimi, ossia coloro che non hanno voce, non solo i poveri, ma anche chi non trova cittadinanza. Messina – specifica l’antropologo – sta diventando un crogiolo di culture. E’ giunto il momento di istituire un forum delle etnie dove ciascuno possa essere rappresentato e riconoscersi come cittadino a pieno titolo”.

Anche Antonino Mantineo, che i temi a carattere sociale, oltre a trattarli nella quotidianità, ce l’ha per delega, ripercorre inevitabilmente i temi del “collega”: “Vogliamo mettere la nostra vita a servizio della comunità” e cita gli esempi di Impastato, Falcone e don Puglisi che persero la vita proprio nel mese di Maggio. “Il loro ricordo – dice Mantineo – sarebbe inutile se ci lasciasse indifferenti, impotenti o rassegnati. Per questo dobbiamo partire dagli ultimi.”

E nello specifico fa un’analisi che è soprattutto una denuncia: “Gli ultimi, nella nostra città, sono diventati ormai i bambini, i giovani, le persone disabili e gli anziani. Il termometro indica una città che vede il degrado e che vuole scuotersi. Qui tutti insieme sentiamo vibrare le corde del cuore. Una città solidale deve saper come e da dove ricominciare”.

Sono impietosi i dati che indica Mantineo, indicatori di tale degenerazione, provocati da una palese inadeguatezza politica: “Gli ultimi 10 anni, che dovevano segnare una svolta per il nuovo welfare, sono stati i peggiori per la vita comunitaria. Nel biennio 2002/2003 per il Piano di zona finanziato dalla Regione, su 9 milioni di euro, ne è stato speso solo uno. Questo è terribile. L’ignavia è peggio di un delitto. Nel periodo 2004/2007, lo strumento è stato pari a zero, così come per quello successivo, 2008/2011”. E qui la domanda sorge spontanea: “Come si può pensare alle politiche sociali se non si è in grado né di programmare, né di spendere?

Antonino Mantineo e gli altri della squadra, con in testa Renato Accorinti, troveranno ancora tantissime domande da porsi. Ma se il progetto-sogno “Renato Accorinti Sindaco – Cambiamo Messina dal basso”, visti i consensi che sta riscuotendo, dovesse trasformarsi in una prodigiosa realtà, avranno soprattutto tanto lavoro da fare.

Corrado Speziale

 

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