L’intervento in sala del magistrato palermitano, adesso leader politico della compagine che fa capo a Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi, è stato preceduto da quello di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che assieme a quello di Napoli, Luigi De Magistris, è uno dei suoi principali sostenitori.
Accolto da una sala gremita, sulle sempre emozionanti note di “Bella ciao”, Ingroia ha ricevuto il caloroso abbraccio dei suoi ammiratori messinesi, tra attivisti politici e semplici simpatizzanti.
Messina, sul piano politico, sociale ed economico sta vivendo uno dei peggiori momenti della sua storia. I settori produttivi sono praticamente fermi, si registrano dati di disoccupazione impressionanti ed in tutta la città e la sua provincia la crisi si tocca con mano.
E’ in atto una grande battaglia contro l’elettrodotto di Terna in alcune località della costa tirrenica, che vede, tra l’altro i Verdi in prima linea, ma anche riguardo ciò, neppure un accenno. Dal 15 Dicembre scorso la cittadella fieristica è animata da iniziative che stanno cambiando il corso della storia della città, ma anche su questo nulla si è detto.
Si notava, poi, l’assenza, nei “piani alti” della lista di candidati locali, e questo, si sa, fa la differenza, eccome. Ma l’argomento merita un’analisi a parte.
I programmi, tra l’altro sensati ed importanti come quelli di Rivoluzione Civile, si possono leggere su internet, ed ascoltarli da voci autorevoli come quelle di Ingroia e Orlando fa sicuramente un grande effetto, ma le persone che si confrontano con le tante realtà quotidiane della propria terra, avrebbero bisogno di attenzione da parte di chi si propone a rappresentarli.
Sarà per un’altra volta, anche perché lo stimato ex P.M. antimafia ha promesso al candidato sindaco Renato Accorinti che verrà a trovarlo nel corso della sua campagna elettorale per le prossime amministrative del 26 e 27 Maggio. Ottima idea.
Ma andiamo a qualche passaggio degli interventi.
Passa, quindi, alle accuse ai concorrenti politici: “Il PD, dopo aver dato tanta fiducia a Monti, adesso scopre che il professore gioca in proprio una partita che ha concordato con D’Alema e con l’apparato burocratico dello stesso PD, perché il giorno dopo le elezioni, intendono andare insieme”. E spiega una delle ragioni del suo movimento, con un gioco di parole: “Avendo ad esempio Ingroia, siamo per la legalità del diritto, ma anche per la legalità dei diritti, perché troppe volte in questo Paese con Berlusconi e Monti i diritti sono stati mortificati col diritto, ossia con la legge”.
E come Paese straniero prende ad esempio la Germania, la quale, con le scelte che sono state fatte, dice “ha dimostrato che è possibile coniugare rigore, sviluppo economico ed equità sociale” ed indica Berlusconi prima e Monti poi, come responsabili dei risultati italiani che indicano tutto l’opposto.
A proposito di sondaggi, già salendo le scale che conducono alla sala, Antonio Ingroia ne aveva da dire: “Sono fatti per orientare l’opinione pubblica, non per informarla. I cittadini comunque sanno d’avere sempre a loro fianco Rivoluzione Civile”.
E dunque sul palco: “Altro che sondaggi. Sto girando l’Italia e sto incontrando tante persone perbene, oneste e indignate contro il sistema dei partiti e la classe politica che pensa ad ingrassare. Sento che questo popolo di italiani aumenta sempre di più, diventando sempre più partecipe ed appassionato”.
E parla di sé: “Ho fatto una scelta che mi è costata. Il mio lavoro mi piaceva – dice – e ho capito che era giunto il momento di impegnarsi. Occorreva fare una scelta di campo e schierarsi di fronte ad una politica che dimentica e mortifica i diritti dei cittadini, che tiene stretto il potere e non vuole dare nulla ai cittadini. Questi, adesso, vogliono cambiare pagina”.
E fa un passo indietro, tornando a qualche mese fa: “Per questo ho capito che ci voleva una buona politica. Noi magistrati da soli non ce la possiamo fare…La magistratura non fa le rivoluzioni, quelle le fa la gente, i cittadini, con una nuova politica che venga dal basso.”
Come Orlando, anch’egli attacca gli avversari politici con i loro apparati, insistendo su un argomento già trattato: “Questa faccenda dei sondaggi è significativa. Li stanno manipolando per far credere che andare a votare è inutile perché i giochi sono già fatti. Non è un caso – prosegue – che Bersani e Berlusconi parlino la stessa lingua. Stanno dicendo la stessa cosa sul voto utile facendosi le campagne elettorali a vicenda”.
Fa, così, un appello ai presenti: “Non lasciatevi ingannare, la nostra arma più forte è l’onestà e la fiducia degli elettori consapevoli che le cose possano cambiare”.
Interessante, poi, l’analisi sulle possibilità di Berlusconi: “Benché Bersani, cercando di truccare le carte, lo presenti ancora come uno spettro per gli elettori, io non vedo alcun pericolo all’orizzonte. E’ politicamente finito”.
E indica il prossimo da cui guardarsi: “Il pericolo principale adesso si chiama Mario Monti, perché ha le mani pulite ma non libere. Egli è un uomo a servizio dell’alta finanza internazionale”.
Pertanto fa virare l’argomento verso la crisi economica, ponendosi delle domande e dandosi delle risposte: “Si dice che l’Italia sia un Paese impoverito e che bisogna stringere la cinghia producendo tasse, precariato e sacrifici. Ma siamo sicuri che è proprio così povero? O ci sono delle ricchezze nascoste che dimostrano come l’economia reale sia un’altra cosa rispetto a quella ufficiale? Io credo che sia corretta la seconda ipotesi”.
Provvede, allora, a fare un po’ il ragioniere, indicando dove recuperare i soldi: “120 miliardi di mancato gettito fiscale, più 60 dalla corruzione e 200 dalle mafie, fanno 400 miliardi di euro, che equivale ad un quinto dell’intero debito pubblico”.
E siamo alla proposta boom del suo programma: “Individuare e confiscare i patrimoni provenienti dalla corruzione e dall’evasione fiscale, così come si fa con quelli della mafia”.
Chiude, quindi, lanciando ancora forti critiche a Monti: “Non credo che un esperto come lui non abbia mai pensato ad una cosa simile. Non può attuarla soltanto perché non è libero, ha le mani legate agli interessi dell’alta finanza.”
Ed ecco l’ultima, ad effetto: “Ha finanziato con 3 miliardi e novecento milioni di euro il Monte dei Paschi di Siena, togliendo i soldi di tasca agli italiani. Si è trattato, infatti, della somma esatta proveniente dalle entrate dell’IMU”.
Ma come se non bastasse, la medesima cifra coincide con un ulteriore caso: “E’ anche la stessa somma negata dal Governo ai terremotati dell’Emilia Romagna”.
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