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Elisabetta Morini – “C’è voglia di chiarezza, e la dialettica non deve essere intesa come scontro”.

 

 

 

Dopo la bagarre aministrativa fatte di denunce, post su facebook, invio di “carte” alla magistratura,  dove tutto rimbalza, mediaticamente sui giornali, tv e blog, ecco il commento della dottoressa Elisabette Morini, capogruppo di maggioranza.

“C’è voglia di chiarezza e la dialettica non deve essere intesa come scontro”.

Esordisce così la Morini che fa il punto sulla situazione politica brolese, anzi su quello che avviene dentro il gruppo di maggioranza, da lei diretto.

“Il mio punto di vista sul dibattito in consiglio comunale sui mutui, proposto dalle opposizioni – ci dice nella breve interevsita concessaci – era chiaro sin dall’inizio.

Dibatterlo!”.

E aggiunge: “L’avevo detto in riunione di gruppo, non ero presente durante quella sessione dei lavori, per motivi di famiglia, lontana da Brolo, ma non avevo fatto mistero, esprimendo la mia idea successivamente anche su facebook”.

Quindi la Morini affonda il suo dire nel nocciolo politico della questione: “Questo non è una presa di distanza o un distinguo ma libertà.

E di aria di libertà nel mio gruppo da tempo se ne è respirata tanta.

Anche questo è un punto da chiarire.

Nessuna sudditanza … mai!

E lo abbiamo sempre dimostrato mettendo in discussione punto su punto, decidendo liberamente.. andando avanti e costruendo per il paese”.

E poi aggiunge “Ribadisco la mia lealtà a quel progetto politico di base che ci ha portato, con Salvo Messina sindaco, a stravincere le elezioni, e oggi, mi sembra logico, chiedere chiarezza, volere certezze, comprendere, capire… e spero che non solo il tempo ma la giustizia, le procedure ci daranno ragione e daranno ragione a Salvo Messina, al quale sono vicina principalmente sotto il profilo umano, così come tutto il gruppo”.

Quindi la Morini evidenzia:

“E’ un momento difficile.

Non ci sono né falchi né colombe nel gruppo di maggioranza, ma giovani che credono fermamente nel ruolo sovrano dell’organo consiliare;

che credono nella forza delle parole e del dibattito quale strumento di confronto;

che danno vita al dibattito, anche serrato;

che sono consapevoli di essere la sana espressione della volontà popolare”.

Poi lasciandosi andare ad una considerazione tra il personale ed il politico afferma:”Io credo che oggi ciascun consigliere, assumendosi le proprie responsabilità e soprattutto mantenendo la trattazione in ambito politico-amministrativo, deve diventare protagonista, liberamente, consapevolmente, del futuro del paese e sono fiduciosa che questo avvenga”.

Da signoar della polica, quidni conclude: “Un solo rammarico, vedo volare parole grosse, offensive, insulti, a tratti volgari… questa politica non mi appartiene, né appartiene al mio gruppo.

Sarebbe bello ritornare al dialogo politico quello vero”.

 

La Redazione.

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