Fotonotizie

ENZO SINDONI –  Il volto e il cuore del basket siciliano fa un passo indietro!

da simbolo locale a leader carismatico lo comunica attraverso una lettera al termine di una stagione entusiasmante

Per 29 anni è stato l’anima e il volto dell’Orlandina Basket, incarnandone lo spirito, le ambizioni, i sogni.

Enzo Sindoni non è solo un presidente, ma l’uomo-immagine per eccellenza del basket a Capo d’Orlando e nel panorama sportivo siciliano. Con la recente decisione di passare il testimone per ragioni economiche, Sindoni chiude un capitolo epocale, lasciando un’eredità densa di passione, visione e risultati concreti.

Il Patron

Quando Sindoni rilevò la squadra nel 1996, l’Orlandina militava in Serie C2. In pochi anni, grazie alla sua leadership, la società scalò la piramide del basket italiano: doppia promozione in C1 e B2, arrivo in Serie B1 nel 2000, innalzamento al ~Palafantozzi e accesso alla Legadue, fino alla leggendaria promozione in Serie A nel 2004-05, coronata dalla Coppa di Legadue  Accanto al prestigio sportivo, Sindoni ha costruito un’immagine forte e avvolgente: presenza costante nei momenti più delicati, come nel 2020, quando lanciò l’iniziativa “Orlandina vuol dire fiducia”, permettendo l’ingresso gratuito al PalaFantozzi a chi non poteva permetterselo. Oppure nei giorni di difficoltà, come dopo la retrocessione in B, quando chiamò a raccolta la comunità, invitando tifosi vecchi e nuovi a riscoprire il senso di appartenenza.

Nella sua lettera – ieri – Sindoni definisce l’Orlandina “un patrimonio di Capo d’Orlando”, lasciando sul tavolo un testamento di lungimiranza e speranza:

Mi ritengo onorato di averla rappresentata con amore infinito e disponibilità totale… Spero che chi raccoglierà il testimone garantisca la continuità della squadra a Capo d’Orlando.”

Un richiamo nobile e profondo alle istituzioni e alla comunità: se l’equilibrio economico lo impone, il futuro, però, non deve spegnersi.

Sì, le ragioni sono economiche — i conti non tornano più, tra sponsor, botteghini e costi crescenti. Ma il gesto di passare il testimone con dignità, chiedendo il coinvolgimento corale tra istituzioni, aziende, famiglie e tifosi, è un atto di coraggio e responsabilità civica. È una consegna, più che una resa, di un sogno collettivo.

Non c’è dubbio: l’era Sindoni ha trasformato un piccolo comune in una bandiera del basket professionistico (e non solo ). Tra A1, momenti di gloria e battaglie contro la retrocessione, ha imposto un marchio di resilienza. A lui si riconosce la capacità di diffondere entusiasmo, richiamare sponsor, coinvolgere tifosi, puntare su talento giovanile e strutture come il PalaFantozzi, spazio vivo e accogliente per decine di migliaia di appassionati. Ed ha saputo mostrare i muscoli, ringhiando, contro le “mafie” e le arroganze dei veritci sportivi, contestandone decisioni e ruoli.

Perchè lui è fatto così… da sempre.

Lo sia ama o lo si odia.

Grazie, Enzo Sindoni. Per tutto ciò che hai rappresentato. Per quello che la tua storia ha costruito. Capo d’Orlando non ti dimenticherà e spera che questa “provocazione” lascia il segno e segni in passo di un nuovo futuro… dove lui potrebbe esserci ancora (come spera il web inondato di messaggi e commenti che sembrano un abbraccio sentito, affettuoso, collettivo e corale).

la lettera

“Scrivo queste poche righe con un dispiacere profondo, ma con altrettanto senso di responsabilità.

Mi rivolgo a chi ha accompagnato e sostenuto il glorioso cammino dell’Orlandina Basket, anzitutto per un ringraziamento sentito ed incondizionato, ed al contempo per condividere la decisione che ho assunto: non potrò garantire l’iscrizione della nostra squadra al prossimo campionato di serie B nazionale.

Come è facile intuire, le motivazioni sono quasi esclusivamente di natura economica: la differenza tra i ricavi ed i costi della gestione, non sono più sostenibili per me che, da 29 anni ed indipendentemente da ruolo e funzione che ho via via assunto, ho garantito il ripianamento del disavanzo che l’attività sportiva determina.

L’Orlandina Basket non appartiene e non è mai appartenuta a me, la ritengo un patrimonio di Capo d’Orlando, ed avere assunto l’onere di condurla, è stato abbondantemente ripagato dall’onore di averla rappresentata ed incarnata con amore infinito e disponibilità totale. Proprio per questo ho informato una decina di giorni fa il Sindaco, auspicando la ricerca di una soluzione alternativa, che garantisca la prosecuzione della storia sportiva che la nostra squadra ha scritto negli ultimi decenni.

Da parte mia la consapevolezza di avere dato e fatto il meglio di cui fossi capace, e se nel percorso ho commesso degli errori, chiedo scusa a tutti.

Spero che l’ultima entusiasmante stagione sportiva vissuta, possa spingere qualcun altro a raccogliere il testimone che passo, chiedendo solo che chi lo raccoglierà, garantisca che la squadra continui a giocare a Capo d’Orlando.”

Redazione Scomunicando.it

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