Intervista a Fabio Mancini top model Armani
Fabio Mancini (altezza 188 cm, taglia 48, scarpe 45, occhi blu-verdi e capelli castani), nasce a Bad Homburg vor der Höhe, in Germania, il giorno 11 del mese di agosto del 1987.
Grande Fabio, a 21 anni incontri per caso Giorgio Armani. Ci potresti raccontare di questo magico incontro?
In una splendida giornata milanese, mentre stavo per recarmi in Via Montenapoleone ove svolgevo il mio lavoro di commesso, ebbi modo di incontrare per caso, quel caso che non accade mai per caso ma che è frutto di un processo probabilistico, un simpatico manager siciliano che con simpatia si mise a parlarmi di moda e mi convinse a partecipare a un colloquio per Armani.
Raccontami cosa sia successo dopo aver incontrato Armani.
Appena mi vide camminare mi chiese subito d’essere più elegante nei movimenti e m’incoraggiò a intraprendere questa difficile ma alquanto piacevole carriera. Il Signor Armani mi ha insegnato tutto ciò che so in merito alla moda, alla mia carriera. È stato un grande maestro sia a livello professionale (insegnandomi a camminare, a mettermi una giacca…) che di vita privata (trasmettendomi rispetto, stima, senso del lavoro e del bene profondo che ogni essere umano dovrebbe nutrire nei confronti di ogni proprio simile). Devo tutto proprio a lui! Non avrò mai parole per dirgli: GRAZIE!!!
Come mai la comunità LGBT ti è molto vicina?
Forse perché nonostante la mia eterosessualità io ami immensamente i gay, la loro profonda sensibilità e indescrivibile intelligenza? La loro infinita creatività? Forse perché ho sempre avuto un grande rispetto della diversità altrui? Penso che una sessualità diversa dalla propria possa essere solo una ricchezza e non uno svantaggio, un qualcosa di negativo da discriminare, bensì solo ed esclusivamente da valorizzare e promuovere. La moda, che io ho sposato come vocazione e progetto di vita, oggi più che mai stimola la società ad aprirsi e a essere sempre più inclusiva nei confronti di tutte le diversità!
Nel mondo della moda si parla molto delle lobby gay. Tu cosa ne pensi degli omosessuali e delle loro lobby?
Delle lobby gay non penso nulla anche perché non le conosco e probabilmente non ve ne sono, mentre dei gay penso siano più uomini di molti altri uomini.
Sono soggetti dalla grande sensibilità e che hanno sempre avuto il coraggio di combattere grandi battaglie, non solo per i loro diritti ma anche allo scopo di far capire che il progresso passa sempre dal sacrificio e dall’impegno e che da soli non si può andare da nessuna parte. Ci hanno insegnato che non bisogna mai mettere la testa sotto la sabbia e che l’amore è un sentimento nobile e che prescinde dall’orientamento sessuale di ciascun individuo!
Quale messaggio vuoi inviare ai tuoi fan che ti seguono con affetto e amore sui social?
Voglio dire che senza di loro non sarei qui e non avrei incontrato tutti voi, anche solo per questa intervista. Sono la mia forza. Amo anche le loro critiche, se sono costruttive, perché mi aiutano a migliorarmi giorno dopo giorno!
Di credere in un sogno e di non avere mai paura di ricevere critiche. Di avere fede in loro stessi, nelle loro capacità, di sforzarsi e fare sempre sacrifici. Devono superare la mentalità odierna di avere tutto e subito e poi gli suggerirei di non scendere mai a compromessi con niente e nessuno!
Sogni per il futuro?
Avere la famiglia che non ho mai avuto, sposarmi, avere dei figli, costruire qualcosa di importante, essere un bravo padre e non fare mancare mai nulla ai miei figli. Essere per loro una figurati di riferimento, farli vivere nella massima serenità e non coinvolgerli mai negli eventuali problemi che potrebbero nascere tra me e mia moglie. In sintesi: eviterei tutto ciò che ho dovuto subire assieme a mio fratello più piccolo che considero un figlio e per il quale darai la vita!
Quali sono i tuoi valori? I tuoi ideali?
Aiutare i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo della moda evitando loro di imbattere in agenzie che possano chiedere danaro in continuazione e demolire il loro sogno di entrare a far parte di una realtà magica qual è la moda. Portarli a capire che per fare questo lavoro ci vuole molto impegno, sacrificio, serietà e dignità verso se stessi. Sono cresciuto con una educazione molto rigida, mia madre indiana, mio padre pugliese.
La mia figura di riferimento era mio nonno paterno, il quale lavorava con dedizione la terra tirando su una famiglia di sette figli.
Credo nell’essere umano, nel suo impegno e sono appassionato di psicologia che considero una scienza importante che ci può dare la possibilità di capire meglio noi stessi e anche coloro che ci circondano.
Credi in Dio?
Non credo in una identità specifica, però credo in una grande energia che è l’amore da promuovere sempre nei confronti dei nostri simili, inoltre, con sincerità, devo ammettere d’essere innamorato di Madre Teresa di Calcutta e del suo stile di vita.
Con quest’ultima domanda assolviamo e congediamo il più umile e dolce dei modelli al mondo: Fabio Mancini!
(pedagogista-cognitivista, bioeticista-sessuologo, teologo-catecheta).
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