In Italia, la Giornata Mondiale del Diritto allo Studio non è solo una celebrazione del passato, ma assume il valore di una riflessione sui temi della Costituzione e della Democrazia.
In questo contesto, di riflessione e lotta anche gli studenti della città di Messina mercoledì 17 Novembre porranno la propria attenzione, seppur per un giorno scolastico, sui temi della conoscenza e del sapere.
Al contrario di molti coetanei del resto d’Italia e di alcuni della propria città parte degli studenti messinesi non scenderanno in piazza preferendo il dialogo ed il confronto all’interno delle assemblee d’istituto o nelle proprie classi dove analizzeranno assieme importanti documenti sul Diritto allo Studio e sui diritti degli studenti con particolare attenzione alla Costituzione Italiana, al patto di corresponsabilità e allo statuto degli studenti e delle studentesse.
La Federazione degli Studenti supporterà gli studenti e i rappresentanti degli studenti che sceglieranno le assemblee e i momenti di riflessione all’interno delle scuole con un documento sul Diritto allo Studio contenente riflessioni e proposte per una scuola libera e di qualità nel quale oltre ad evidenziare il valore del 17 Novembre verrà posta l’attenzione sugli articoli di legge 33 e 34 della nostra Costituzione e sull’articolo 14 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, nonché con la distribuzione gratuita per ogni classe di una copia dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, spesso disconosciuto.
“Trasformare le scuole in luoghi di riflessione e confronto – dichiara Guglielmo Sidoti, portavoce della Federazione degli Studenti- manifesta una scelta di campo. Significa voler rendere consapevoli ed informare, far riflettere, discutere, mettere al centro la persona e la sua formazione. Celebreremo il valore del Diritto allo Studio, la sacralità della Costituzione anche attraverso la distribuzione dello Statuto degli Studenti e Studentesse fuori e dentro le scuole perché la lotta per un’istruzione libera e di qualità necessita prima di ogni altra cosa di consapevolezza. Questo il valore che noi attribuiamo alla Giornata Mondiale del Diritto allo Studio”
Federazione degli Studenti di Messina
DIRITTO ALLO STUDIO: RIFLESSIONI E PROPOSTE PER UNA SCUOLA LIBERA E DI QUALITA’
L’Italia è un paese in cui da sempre si investe poco sulla formazione delle persone, specie su di una formazione di massa. Un paese che continua a ritenere sostenibile un sistema di istruzione che lascia indietro nei percorsi una grande parte degli individui a cui si rivolge.
Gli effetti di questa miopia sono evidenti e gravissimi. Le statistiche, infatti, da un decennio ci dicono che nel nostro Paese il tasso di dispersione scolastica è decisamente più alto della media europea. In Italia troppi ragazzi decidono o sono costretti a non diplomarsi; per problemi economici e culturali abbandonano, anche prima dei 16 anni, il proprio percorso di studi.
L’istruzione non può essere considerata un investimento che le famiglie, in base alle loro possibilità, fanno per il futuro dei propri figli; dev’essere, come scritto nella costituzione, un diritto-dovere di tutti.
La globalizzazione, nonostante le sue grandi contraddizioni, lo sappiamo, non è un gioco a somma zero: è anche un’occasione per tutti. Per tutti gli individui, come per tutti gli stati nazionali, di misurare i propri talenti e le proprie risorse, per mettersi in discussione e progredire.
Non possiamo pensare, però, che una sfida come questa possa essere colta e “giocata” al meglio da una comunità di persone portate a decidere sul proprio futuro guardando al proprio passato; guardando alle proprie condizioni economiche e culturali di partenza, anziché alle proprie capacità e alle proprie ambizioni.
Solo mettendo le persone nelle condizioni di scegliere un loro percorso di vita e di viverlo liberamente il nostro Paese si trasformerà in una comunità moderna, all’altezza della situazione. Una comunità – o un insieme di molteplici comunità, nella scuola dell’autonomia – di individui liberi di affrontare il proprio futuro.
In Italia le leggi sul diritto allo studio sono di esclusiva competenza regionale. Questo genera una legislazione fortemente disomogenea nei diversi territori, ai quali è lasciata persino la libertà di decidere su approcci culturali autonomi, di regione in regione, in mancanza di un quadro nazionale di riferimento entro il quale collocare i propri provvedimenti.
Si va da regioni che, sulla base di un modello che prova a farsi carico delle condizioni di tutti, stanziano molti fondi per borse di studio, trasporti, libri di testo ecc.. Ad altre che invece concepiscono il diritto allo studio come “rimborso” delle spese sostenute a quelle famiglie che liberamente scelgono o si possono permettere di spendere e investire sull’istruzione dei figli. Spesso questo modello si traduce in bonus elargiti ai nuclei familiari di studenti delle scuole private.
Ovviamente tra questi due modelli, se presi come estremi, c’è una maggioranza grigia di regioni che stanziano pochissimo e/o si interessano ancor meno dal punto di vista sociale e politico del diritto allo studio, ignorandone innanzitutto la centralità all’interno delle politiche economiche del territorio.
Da tempo il centro-sinistra, le organizzazioni giovanili, le associazioni studentesche, chiedono una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che fissi i livelli minimi garantiti in tutte le regioni; pensiamo anche che su questo tema sia necessaria una riflessione, perché di regione in regione non può esserci una impostazione culturale diversa nel mettere tutti nelle stesse condizioni per studiare, perché significherebbe avere diverse impostazioni sul senso stesso della scuola.
La nostra scuola, lo sappiamo, è ancora basata sul modello della ormai preistorica riforma Gentile, fatta quando palazzo Venezia era ancora abitato, nel 1923, la cui logica era avere un sistema formativo che dovesse avere un ruolo di alfabetizzazione di massa, e separare a 14 anni i ragazzi che avrebbero scelto un liceo: la classe dirigente, e quelli che avrebbero scelto un tecnico o l’avviamento professionale: la forza lavoro.
Al netto di valutazioni su quanto fosse sbagliato, già nel ’23, avere un sistema scolastico in cui il posto di un individuo nella società veniva quasi irrimediabilmente determinato dalla scelta della scuola superiore, è evidente che questo impianto soprattutto oggi sia improponibile, dopo che la società italiana, il mercato del lavoro, banalmente il grado di alfabetizzazione di massa sono cambiati. Oggi abbiamo una società in cui il tasso di analfabeti, almeno quello, è molto basso, in cui il numero di iscritti all’università è cresciuto esponenzialmente, in cui il lavoro tecnico è diventato lavoro specialistico. Oggi la scuola dovrebbe ripartire dall’autonomia scolastica, valorizzare ogni percorso formativo nello stesso modo, tenendo uniti, e non separando, come nella logica di destra, Sapere e Saper-fare.
Nel terzo millennio il “Sapere”, inteso come insieme di conoscenze e competenze, necessario a svolgere un determinato lavoro, è aumentato di molto. Questo dato deve far riflettere su quanto sia fondamentale investire maggiormente sul sistema formativo, che deve preparare gli studenti per affrontare l’università, o farli entrare nel mondo del lavoro con delle competenze tecniche specialistiche.
Anche il rapporto scuola-lavoro, che doveva rappresentare un’innovazione forte nel nostro sistema formativo, è gestito molto male. Oggi gli studenti in stage in gran parte lavorano per aziende che anziché partecipare alla loro formazione li sfruttano senza ritegno per compiti che hanno molto poco di formativo. Su questo noi possiamo agire con un’azione che sia innanzitutto di denuncia, per difendere chi, ancora all’interno del sistema formativo, viene mandato a preparare i caffè – peraltro gratis- in un’azienda che invece dovrebbe contribuire alla sua formazione. Il tema di uno statuto nazionale degli studenti in stage, non è più rimandabile.
La scuola superiore non deve essere concepita come strumento di selezione, ma come uno spazio in cui i ragazzi possano formarsi su tutte le discipline, con l’aiuto di una classe docente che non li tratti come utenti di un servizio, ma che li aiuti a trovare e realizzare i propri ambiti di interesse. Per attuare questo ambizioso obiettivo, che retoricamente può essere espresso con facilità, occorre un ripensamento globale della didattica nelle scuole superiori, che parta dalla realizzazione piena dell’autonomia scolastica, cercando di farla vivere non solo con i progetti extracurriculari, di utilità relativa, ma rafforzandola con un meccanismo che sia davvero flessibile per gli studenti, che esca fuori dalla rigidità centralista per cercare di andare incontro quanto più possibile alle capacità e agli interessi di ogni studente.
C’è molto da cambiare, ma per farlo occorre chiarirci le idee, occorre riflettere su come debba essere la scuola di domani, vista da sinistra, facendo sentire gli studenti realmente parte di una comunità, realizzando una scuola che includa tutti non sul modello del 6 politico, ma con l’elasticità necessaria per andare incontro alle difficoltà, come alle qualità, di ogni singolo studente.
La scuola che vogliamo è culturalmente distante dalla visione di destra, che considera la scuola come luogo in cui ci si misura, in cui i ragazzi immigrati, anche quelli nati in Italia, ma con la pelle di un altro colore, debbano essere messi in classi separate.
Noi crediamo in un’inclusione vera, non fondata sul buonismo spicciolo, ma fondata in coerenza con il principio di una scuola pubblica per tutti, che dia l’opportunità ai ragazzi stranieri di integrarsi a pieno nel sistema formativo, che gli consenta di avere gli stessi strumenti di chi parte da una condizione economicamente e culturalmente migliore; solo così si può sconfiggere la stupida ed imperante eterna paura dello straniero, del diverso.
Perché il 17 Novembre?
Il 17 Novembre del 1939 gli occupanti nazisti uccisero 9 studenti all’Università di Praga e i loro insegnanti. Il 17 Novembre del 1973 un carro armato abbatté il politecnico di Atene per reprimere la rivolta studentesca contro la dittatura militare. Il 17 Novembre 1989 in Cecoslovacchia la commemorazione del ’39 divenne l’inizio della rivolta contro il regime.
Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria
Art. 1 – Vita della comunità scolastica
1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.
2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell’ordinamento italiano.
3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l’educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell’identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all’evoluzione delle conoscenze e all’inserimento nella vita attiva.
4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.
Art. 2 – Diritti
1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell’apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un’adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.
2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla riservatezza.
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull’organizzazione della scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le s tesse modalità possono essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori.
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli stud enti.
7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.
8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:
a. un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità;
b. offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;
c. iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;
d. la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap;
e. la disponibilità di un’adeguata strumentazione tecnologica;
f. servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.
9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto.
10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l’esercizio del diritto di associazione all’interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati a svolgere iniziative all’interno della scuola, nonché l’utilizzo di locali da parte degli studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.
Art. 3 – Doveri
1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio.
2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d’istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.
3. Nell’esercizio dei loro diritti e nell’adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi di cui all’art.1.
4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.
6. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l’ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.
Art. 4 – Disciplina
1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell’articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti all’interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento, secondo i criteri di seguito indicati.
2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica.
3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.
4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità.
5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica.
6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica sono sempre adottati da un organo collegiale.
7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni.
8. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per quanto possibile, un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica.
9. L’allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando siano stati commessi reati o vi sia pericolo per l’incolumità delle persone. In tal caso la durata dell’allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma 8.
10. Nei casi in cui l’autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d’anno, ad altra scuola.
11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d’esame sono inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.
Art. 5 – Impugnazioni
1. Per l’irrogazione delle sanzioni di cui all’articolo 4, comma7, e per i relativi ricorsi si applicano le disposizioni di cui all’articolo 328, commi 2 e 4, del decreto legislativo 16 febbraio 1994, n. 297.
2. Contro le sanzioni disciplinari diverse da quelle di cui al comma 1 è ammesso ricorso, da parte degli studenti nella scuola secondaria superiore e da parte dei genitori nella scuola media, entro 15 giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei genitori nella scuola media.
3. L’organo di garanzia di cui al comma 2 decide, su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all’interno della scuola in merito all’applicazione del presente regolamento.
4. Il dirigente dell’Amministrazione scolastica periferica decide in via definitiva sui reclami proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi abbia interesse, contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti degli istituti. La decisione è assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia composto per la scuola secondaria superiore da due studenti designati dalla consulta provinciale, da tre docenti e da un genitore designati dal consiglio scolastico provinciale, e
presideuto da una persona di elevate qualità morali e civili nominata dal dirigente dell’Amministrazione scolastica periferica. Per la scuola media in luogo degli studenti sono designati altri due genitori.
Art. 6 – Disposizioni finali
1. I regolamenti delle scuole e la carta dei servizi previsti dalle diposizioni vigenti in materia sono adottati o modificati previa consultazione degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei genitori nella scuola media.
2. Del presente regolamento e dei documenti fondamentali di ogni singola istituzione scolastica è fornita copia agli studenti all’atto dell’iscrizione.
3. E abrogato il capo III del R.D. 4 maggio 1925, n. 653.
Costituzione Italiana
Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Articolo 34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea
Articolo 14 – Diritto all’istruzione
1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione e all’accesso alla formazione professionale e continua.
2. Questo diritto comporta la facoltà di accedere gratuitamente all’istruzione obbligatoria.
3. La libertà di creare istituti di insegnamento nel rispetto dei principi democratici, così come il diritto dei genitori di provvedere all’educazione e all’istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose,
filosofiche e pedagogiche, sono rispettati secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio.
La Federazione degli Studenti è una associazione studentesca di carattere politico e di rappresentanza sociale degli Studenti. FdS si rivolge alle Studentesse e agli Studenti delle scuole superiori, senza distinzioni di razza, sesso, religione, orientamento sessuale, che condividano i valori della legalità, dell’ambientalismo e di una società della conoscenza che sia mezzo di emancipazione per i giovani. La Federazione degli Studenti crede e promuove attività politiche per una scuola pubblica incentrata sui principi di uguaglianza e laicità, che sia palestra di conoscenza e cittadinanza e il cui accesso, anche se privi di mezzi, sia garantito dallo stato.
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