La storia della 34enne immigrata tunisina, mamma di 4 figlie, ammazzata nel 2015 con un colpo di bastone perché “voleva un figlio maschio”. Protagonista la nota attrice Mariam Al Ferjani. Domani (8 giugno) set alla Stazione marittima aperto per chi vuole fare da comparsa
“Quando mi chiederanno se la mia vita ha avuto un senso, io risponderò che solo l’aver messo al mondo una parte di me ha dato senso alla mia vita”: sono le parole di Omayma Benghaloum,
Sono iniziate ieri le riprese del cortometraggio “Omayma – Orme del tempo” scritto da Paolo Pintacuda e Fabio Schifilliti, che cura la regia, e sarà girato a Messina, tra il lago di Ganzirri e il porto) e nella suggestiva medina di Mazara del Vallo, nel trapanese: “Sono sempre stato attratto da storie che riguardano il turbinio dell’animo umano – spiega il regista – quella di Omayma merita di essere raccontata perché può fare da esempio. È stata una grande donna che ha fatto enormi sacrifici per migliorare la vita sua e delle sue figlie, nonostante le continue vessazioni psicologiche e fisiche da parte del marito che l’hanno poi portata alla morte. La sua vicenda non è solo un fatto gravissimo ma la descrizione di un problema endemico della nostra società”.
Ad interpretare la protagonista sarà la nota attrice tunisina Mariam Al Ferjani: “Il primo dubbio che mi prende di solito, è quello di far raccontare le nostre storie ad altri. Noi donne, noi arabi, noi gli altri. La sorpresa fu la scoperta di questa necessità di Fabio di raccontare questa storia: all’improvviso, non ci sono più “noi” e “loro”, siamo insieme ed è così che Omayma è di nuovo viva, mi trasmette il potere di sfidare il tempo e farlo tornare indietro per immortalare il ricordo di una donna indimenticabile”. Nel cast anche Hossein Taheri, attore teatrale, televisivo e cinematografico tunisino che ha girato parecchi film e lavorato anche in Italia per Checco Zalone nel ruolo di Faouzi; M’Barka Ben Taleb sarà Fatma; Sara Abbes sarà Rania e Giulia Migliardi nella parte di Esra, una delle figlie. “Sono molto contenta del fatto che delle persone abbiano preso a cuore ciò che è capitato durante la mia crescita – commenta Esra Dridi – la cosa più toccante a parer mio è che sia accaduto a me e mia sorella che eravamo bambine e soprattutto mia mamma era una donna che cercava di aiutare la sua famiglia e tutti quelli che poteva aiutare nonostante le varie difficoltà”.
La produzione è dell’associazione Arknoah, guidata da Francesco Torre:
Domani (mercoledì 8 giugno) le riprese proseguiranno al terminal aliscafi, accanto alla Stazione marittima di Messina: chiunque voglia fare la comparsa può presentarsi liberamente ma deve essere “pendolare” e indossare abiti colorati, con un piccolo bagaglio o zaino.
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