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FENOMENI – Giovanni Allevi “non vedo l’ora di tornare a Capo d’Orlando “

 

“Un’orchestra suona sempre nella mia testa. Devo solo pormi sulle tracce di questo fenomeno che si impone a me, nota dopo nota, con la sua immensità».

 

Eccolo qui, sul palco di Capo d’Orlando, questo immenso genio del pianoforte. Lui parla, si muove, entusiasma, e mostra amcora quell’infanzia e poi l’adolescenza di solitudine, «sempre escluso dalle comitive: non giocavo a pallone, non mi invitavano alle feste. Poco tempo fa, una mia ex compagna di liceo ha detto a un’altra: “Ma Allevi era in classe nostra?”».

Ora non è più un emarginato, oggi è qualcosa di più di un talento da quattrocentomila e passa cd venduti: milioni di ragazzi lo considerano questo elfo capellone un maestro del pensiero, un portatore di sane verità.

Lui ricambia affetto ed applasuo con parole semplice, sofferte, che sembrano aver difficoltà ad uscire dalla sua testa, dove si muovono sensibilità poetica straordinarie, meravigliosamente complesse nella loro semplicità.
Allevi non è una novità pernessuno, eppure lo scopri spesso durante il concerto, che sente, avverte, e vive intensamente, buttato in un angolo, estraniato vagante sulla tastiera, mentre “suona” leggendo uno spartito immaginario, criptato nella sua mente, che legge attraverso occhiali che fanno – anche loro – il personaggio. Unico. Solare. Spelndido.

Resta con un dito a mezz’aria, allunga le mani, sinuose e flessibili, le perde nell’aeria, sente gli applausi, rimgrazia e commuove.

 «Ho appena sbagliato una nota» pensa scuisandosi di non adar a tempo con la “sirena” di un’abulanza che si perde sul fondo…. Sorride e riprende il concerto che scivola via con grand eintensità.

Racconta di sè, sorride timidamente tenendo strette fra le braccia in un personalissimo abbraccio.

Parla di mele che cadono, di una vecchietta incontrata sul tram, di borse della spesa, di camere d’albergo e monolocali, di quando faceva il cameriere,. di come crea nella sua mente quelle che poi saranno melodie.

Luim al  pianoforte solo passa da “spazi dell’anima” scoperti dalla sua musica a ritmi indiavolati, come un treno inarrestabile. Va oltre il romanticismo struggente diventando contemporaneo, attuale, innovativo.

E fa , a chi lo ascolta, un regalo prodigioso una insinuante e grande serenità.

 

SCALETTA DEI BRANI
Room 108 (dall’album “13 Dita” del 1997)
L’idea (dall’album “Composizioni” del 2003)
Japan (dall’album “13 Dita” del 1997)
Volo sul mondo (dall’album “13 Dita” del 1997)
Anelli (dall’album “13 Dita” del 1997)
Secret love (dall’album “Alien” del 2010)
Giochi d’acqua (dall’album “Alien” del 2010)
Helena (dall’album “Alien” del 2010)
Abbracciami (dall’album “Alien” del 2010)
Go with the flow (dall’album “No Concept” del 2005)
Monolocale 7.30 am (dall’album “Composizioni” del 2003)
L’orologio degli dei (dall’album “Joy” del 2006)
Come sei veramente (dall’album “No Concept” del 2005)
Jazzmatic (dall’album “Joy” del 2006)
Back to life (dall’album “Joy” del 2006)
Prendimi (dall’album “No Concept” del 2005)

 

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