Al congresso provinciale si è parlato di schiavizzazione di alcuni lavori, carenze infrastrutturali, salario minimo imposto dall’Europa, stato sociale e difficoltà degli over 50 a trovare un impiego
Dura lotta alla precarietà e alla “schiavizzazione” di alcuni lavori, sempre più su chiamata senza alcun rispetto dei contratti nazionali e un secco no alle autonomie differenziate che aumenterebbero il divario tra Nord e Sud:
“Aggregazione e coesione sociale sono le peculiarità d’azione della Filcams Cgil – ha esordito la Campolo nella sua relazione, in cui ha parlato del lavoro svolto e dettato le linee guida del quadriennio – stiamo assistendo ad una deriva internazionale verso le destre più radicali, rischio guerra e conseguenze nell’economia con accrescimento delle grandi holding e aumento dei costi per la società, effetti della pandemia, che spesso diventa
“Importante il rilancio del turismo in un territorio che è a vocazione turistica – ha aggiunto Pietro Patti, segretario generale Cgil Messina – garantire diritti alle lavoratrici e lavoratori del comparto turistico, del commercio, dei servizi dove lavoro precario e salari bassi creano condizioni difficili”. Al congresso hanno preso parte anche Elisabetta Tiddia per la Filcams nazionale, Sandro Pagaria, segretario generale Filcams Sicilia, oltre ai delegati e alle delegate del sindacato.
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