Intervista di Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus sul progetto di Elia Fiori, il quale ha creato un brand di borse davvero uniche e curate in ogni loro dettaglio…
Buongiorno e piacere! Vorrei domandarti subito con quale intenzione/progettualità e da quale motore interiore ha avuto origine la tua attuale realtà professionale che si è concretizzata, il 26 ottobre 2020, con la nascita ufficiale di Fiori d’incenso [clicca qui https://www.fioridincenso.com/ per accedere al sito Internet]. “Ciao Giulia, ti ringrazio tantissimo per questa opportunità e per l’attenzione rivolta nei confronti del mio lavoro. Io ho sempre nutrito un particolare interesse per il mondo dell’arte e dell’artigianato.
Hai affermato che ricordi perfettamente i dubbi, le preoccupazioni e le emozioni del 26 ottobre… Ebbene, hai voglia di condividerli con noi?
Che lavoro svolgevi prima di dedicarti totalmente alle tue creazioni e, dacché hai dichiarato che è difficile pensare che lasciare un impiego sicuro per un’idea astratta potesse essere una buona idea, ti chiedo cosa ti ha avvicinato e portato a fare amicizia con le forbici e a imparare a ricamare – coltivando la pazienza. “Prima di iniziare il mio percorso autonomamente, quale artigiano e imprenditore di me stesso, lavoravo per uno stilista della mia zona. Grazie a tale esperienza, toccai con mano tutti i passaggi che portano dallo studio alla realizzazione e alla produzione di un capo di abbigliamento. Il merito o la colpa di avermi avvicinato all’ago e al filo vanno sicuramente, però, a mia Nonna “Anna” (Giovanna). Grazie alla sua testardaggine nel non volermi stringerei quei jeans “tutti strappati”, mi ha portato a doverci pensare da solo… sbagliando, scucendo e riprovando. Devo, dunque, a lei l’occasione di “averci provato”. Per scherzo e per necessità, mi trovai davanti a una macchina da cucire e da quel giorno mi ritrovo, quotidianamente, ancora oggi a scoprire e a imparare a conoscere tutti gli strumenti e le tecniche di questo bellissimo mondo. Di queste, una tra quelle che maggiormente amo, è la tecnica del ricamo… ricamo nel quale i fili colorati mi permettono di disegnare qualsiasi forma in un processo lento, educativo e rilassante”.
Se dovessi assegnare un colore e una canzone a rappresentarti emblematicamente, quale sarebbe e perché? “Personalmente ho un rapporto molto particolare con i colori e con la musica, non ho un genere e non ho una tonalità preferita o che maggiormente mi rappresenti. Sono solito associare un colore e una canzone a ogni giorno, situazione, persona, umore”.
Cosa rappresenta per te l’Arte, la Bellezza e quale ritieni esserne il potere nonché principale pregio e valore? “L’Arte in ogni sua forma e soprattutto la Bellezza rappresentano, per me, il veicolo in grado trasmettere maggiormente emozioni e messaggi. Riconoscendo loro questo particolare merito, trovo nella “ricerca del bello” il motore trainante e stimolante del mio lavoro”.
Quale ruolo ti sembra che giochi e quale dovrebbe avere l’immagine visiva, l’estetica, nella società e nel veicolare significati nei più differenti campi della vita dunque non solamente nel mondo dell’Arte (ad esempio nei videoclip musicali), della Moda e dello Spettacolo? E, in un’ideale scala da 0 a 10, quant’è e quanto ti piacerebbe fosse importante l’aspetto esteriore ma soprattutto com’è possibile capire e riuscire a far emergere la personalità del singolo attraverso un’esteriorità che sia fedele “bigliettino da visita” di ciò che si è interiormente?
Senza tuttavia voler generalizzare, secondo te, quanto “pesa” o no per larga parte della gente il timore del giudizio altrui, la geografia e la temporalità in cui si vive, la posizione lavorativa e famigliare che si ricopre nello scegliere come apparire e come invece non mostrarsi reprimendo così il piacere dell’assecondare il gusto personale e se stessi?
Ritieni che debba esserci una sorta di galateo del buongusto e, in caso affermativo, cos’è il buongusto tenendo comunque presente il rispetto delle differenti soggettività e preferenze di ciascuno di noi? “Penso che, sicuramente, sia esistito in passato un manuale non scritto del “buongusto”, un “Galateo”, fatto di morbide regole da rispettare… e tuttavia, oggi, il suo valore è relativo in quanto il vero codice da seguire credo che sia solo quello personale. Buongusto o no, ritengo che l’armonia – se sincera e non costruita – trasmetta sempre bellezza”.
Qual è la peculiarità a denominatore comune delle tue borse e quale quella che ti distingue grazie alle quali, supponi, hai guadagnato la fiducia e la stima di molte persone?
Professionalità di cosa hai idea che sia sinonimo e, in quest’ottica, quando osservi uno stilista, un artigiano e una modella cosa ti impressiona positivamente e cosa ti entusiasma maggiormente? “La professionalità ho idea che sia semplicemente lo stimolo a migliorare ogni giorno, almeno l’1%, in ciò che si fa e questo in ogni aspetto dell’operato. È, la tale, una bellissima sfida con se stessi tant’è che mi fornisce l’energia con la quale affrontare ogni mattina”.
Vi è qualcosa a cui ti ispiri e qualcuno con il quale vorresti collaborare e, in caso affermativo, per quale sua peculiarità? “Non sento di avere una fonte di ispirazione in particolare e penso che la “collaborazione” (ad oggi molto in voga fra i brand di moda) sia concreta e reale solo quando unisce due mondi separati, diversamente è – a mio parere – mancanza di contenuti o indice di mire commerciali che attualmente non mi interessano e che non mi attirano nemmeno”.
Quali sono i materiali, le forme e i colori che forse prediligi nel realizzare quelle che a mio dire sono opere d’arte e per quale motivo? “Non sono ancora riuscito a identificare quali materiali e quali colori possano rientrare fra i miei “prediletti”, fondamentalmente ad oggi potrei realizzare una borsa davvero con qualsiasi materiale e in qualsiasi colore… basta che siano loro a <<chiamarmi>>”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare quanto sono fondamentali e in che misura timonano o no il tuo estro professionale? E ancora, di solito, nella tua professione ti sembra di seguire maggiormente l’istinto oppure la ragione? “La voglia di scoprire, imparare, osare e sperimentare sono aspetti che fanno parte della mia natura più profonda e istintiva. Per quanto riguarda la programmazione e l’organizzazione invece riguardano il mio lato razionale, sul quale faccio leva quotidianamente per sentirmi più “sicuro”. Inutile dire che sono tutti punti fondamentali nel mio lavoro e anche solamente la carenza di uno di essi determinerebbe il rallentamento di tutta la fase creativa e di evoluzione”.
Qual è il tuo punto di vista sui social [clicca qui https://instagram.com/fioridincenso?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo Instagram] e con quale finalità ti ci approcci e li utilizzi? “Penso che i social rappresentino uno strumento molto utile per chi, come me, ha scelto di intraprendere e avviare una propria attività partendo da zero. Grazie a essi è oggi possibile mostrare e proporre le proprie creazioni a un pubblico sempre più vasto e selezionato. Detto questo, mi sento “tecnologicamente” antico e credo che sia molto più vicino a me l’idea della bottega di una volta dove si veniva di persona anche solo per fare due chiacchiere. Il mio approccio ai social è, di conseguenza, lento e rispettoso della mia non-ansia di pubblicare in continuazione… ovvero non posto sul mio profilo tutto ciò che creo”.
Infine, prima di salutarci, vuoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti? “I miei progetti riguardano l’ampliare il mio campo creativo al mondo dell’abbigliamento e realizzare un laboratorio/bottega/showroom aperto al pubblico. Conto e spero di riuscire a trovare il luogo giusto dove poter piantare le “radici”. Non ho nessuna anteprima da svelare, ma posso dire con certezza che ogni mia creazione sarà migliore del 1% rispetto a quella realizzata il dì precedente”.
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