Cultura

FIUMARA D’ARTE & LE ROCCE – La bellezza prende il volo!

– di Corrado Speziale

 

Antonio Presti: “Mi piacerebbe far diventare anche l’aeroporto di Catania una sede espositiva e di educazione alla conoscenza”. Le Rocce, secondo l’auspicio del mecenate di Fiumara d’Arte, andranno in rete attraverso un circuito virtuoso tra varie realtà in cui è attivo da tempo, come Librino, il parco dell’Etna e quello scultoreo della valle di Tusa. Intanto il prossimo passo sarà l’avvio del concorso internazionale di idee per la rigenerazione artistica, funzionale, ambientale e paesaggistica del villaggio, appena riaperto alla pubblica fruizione, lasciato all’abbandono dal 1972. Contestualmente, si avvierà la costituzione del comitato tecnico artistico per promuovere iniziative e condurre le attività del borgo “rigenerato” nel segno della “politica della bellezza”. Nel ventaglio delle collaborazioni si intensificano i rapporti con l’Università di Messina.

“Consegnare a quel pensiero di futuro il potere della conoscenza, la quale trova sempre nel valore della differenza il suo essere unità”. Il sogno: “Un luogo rigenerato nel tempo in nome dell’arte, della didattica, della sperimentazione, della trasformazione, della restituzione al territorio di Taormina”. Così, Antonio Presti riaccende le luci e le emozioni sulle Rocce, un borgo ritrovato, sottratto ad una triste storia di archeologia del degrado che sembrava inesorabile, fatta eccezione per le immancabili iniziative di speculazione immobiliare, cui è soggetto di questi tempi il patrimonio pubblico mal gestito. Novantanove anni in comodato d’uso a Fiumara d’Arte, concessi dalla Città Metropolitana, possono bastare a rendere universale questo sito come luogo della contemporaneità in costante divenire. L’ultimo, in ordine di tempo, che Antonio Presti e Fiumara d’Arte si accingono a trasformare in “opera”. Antonio Presti l’abbiamo incontrato in occasione dell’apertura del sito. La sua descrizione è intrisa di motivazioni. “E’ un progetto universale che parla al cuore della gente e soprattutto al cuore di ragazzi che in questo momento non hanno questo sentire, perché non viene loro restituito niente da una società annichilita dal nulla, dal potere del denaro, dall’apparire, dalle mistificazioni”. Resilienza, rigenerazione, elementi chiave per Presti, che allarga gli orizzonti: “E’ una rigenerazione che non deve valere assolutamente solo per Le Rocce. A me non interessa solo il villaggio Le Rocce. Questo può diventare un motore di bellezza universale, di restituzione, di rigenerazione non solo per sé ma per tutto il territorio. Mi piacerebbe – prosegue Presti – lasciare Le Rocce come futuro, a una fondazione come questa della Fiumara d’Arte che deve ‘restituire’ al territorio di Taormina, attraverso tutte le piccole comunità che hanno bisogno di un percorso di conoscenza e di identità che solo la cultura può generare”. Disegna, così, il circuito ideale, fondato innanzitutto sulla sua storia: “Sarebbe bello pensare a un percorso della contemporaneità che ha assunto nel fare ‘fatto’ non solo l’impegno estetico ma anche etico, partendo da Catania”. Con una novità: “Mi piacerebbe far diventare anche l’aeroporto di Catania una sede espositiva e di educazione alla conoscenza. Da lì transitano milioni di passeggeri. Oltre ai prodotti della tradizione siciliana, perché non donare anche conoscenza ai viaggiatori? Ne hanno tanto bisogno. Uscendo dall’aeroporto in questa consegna di conoscenza si può passare da Librino, dove si trova una contemporaneità che restituisce diritto alla cittadinanza con l’arte e la cultura”. Il mecenate si sofferma dunque sul popoloso quartiere della periferia catanese, sede, tra l’altro, della meravigliosa Porta della Bellezza, realizzata da Fiumara d’Arte: “I bambini delle periferie non devono essere recuperati nel loro essere ‘deviati’, bisogna solo rispettarli. Per rispettare un ragazzo di periferia, di qualunque periferia del mondo, bisogna portare soltanto la conoscenza, il sapere. Il potere è il sapere. L’ignoranza è la dittatura della schiavitù. Noi in Sicilia di quell’ignoranza ci siamo nutriti per più di cinquant’anni, almeno la mia generazione”.
Questo il percorso della bellezza, da intercettare partendo dall’aeroporto Fontanarossa: “Visitare Librino e andare nel parco dell’Etna, attraversare la valle dell’Alcantara, arrivare alle Rocce e proseguire verso la fiumara di Tusa”. Dopodiché Presti si concede una riflessione: “Penso spesso, ancora, in questi anni, a cosa ho fatto, invece di sedermi e vivere di rendita, o anche di un’affabulazione egocentrica personale, come a volte sento dire… Ma la storia non la scrivono gli uomini, la scrive il valore della differenza. Al potere del denaro ho preferito la rinuncia, il dono, la condivisione, il bene comune”. Con una considerazione forte: “Un uomo che a sessant’anni firma per cento anni per consegnare questo luogo alla conoscenza è un uomo civile, etico, che lascia questo luogo non più al potere economico che per cinquant’anni qui non è potuto entrare, ma lo lascia al potere dell’arte, della cultura della conoscenza”.
Focus sulle Rocce. Il villaggio, realizzato dalla Regione Siciliana, vide la luce nel 1954. Inizialmente furono realizzate 20 abitazioni, alle quali, con un ampliamento nel 1960, si aggiunsero altri corpi per una consistenza finale è di 32 vani. Originariamente era stato concepito come villaggio-vacanze per i dipendenti regionali, ma diventò ben presto luogo d’eventi frequentato anche da importanti personaggi dello spettacolo. Nel 1972 venne chiuso e lasciato al degrado. Nel 1991, il villaggio passò dunque dal patrimonio della Regione a quello della Provincia. Tra il 2007 e il 2014, tentativi di project financing a scopo commerciale e speculativo non sono andati a buon fine. Nel 2015 la Fondazione Fiumara d’Arte manifesta l’interesse per il sito, che si consolida nell’anno successivo con la stipula del comodato d’uso: il percorso di arte e di bellezza è così avviato.
Il sito adesso è fruibile e aperto ai visitatori, ma il primo passo concreto sarà l’avvio del concorso internazionale di idee per la rigenerazione artistica, funzionale, ambientale e paesaggistica del villaggio. I bandi saranno pubblicati il prossimo settembre e scadranno a gennaio 2018. A giudicare i progetti e le idee sarà una commissione di artisti, architetti e paesaggisti di fama internazionale. I bandi artistici saranno dieci, suddivisi per ambienti del villaggio, categorie e tipologie di lavori. Nella piazza centrale dell’Agorà la progettazione dovrà prevedere la pavimentazione con realizzazione di mosaici su scale cromatiche, lo studio della luce e la realizzazione di un percorso per l’acqua. Il percorso Ipogeo, Hypógheios, sarà un’opera sotterranea che passa dalla terra alla luce e che farà esplorare al visitatore i quattro elementi della natura: terra, fuoco, aria e acqua. La piazza superiore dell’Odeon avrà interventi in sintonia con l’Agorà. La Torre del Pensiero e dell’Ascolto, dell’altezza di 10 metri, sarà localizzata nel punto più alto del complesso, cui si accederà tramite una scalinata in pietra, concentrica, a senso unico, da percorrere in fila. Sarà l’ultima tappa di un percorso spirituale e di conoscenza del posto, un luogo dove ascoltare i suoni naturali e il silenzio. La piscina a mare sarà un bacino d’acqua naturale, ricavato tra le rocce dal flusso d’acqua marina rinnovato in modo continuo. Lo scoglio sarà un percorso di bellezza fruibile sul promontorio. Lì, vi sarà un’installazione temporanea con elementi scultorei in legno e un impianto ad acqua che accendendosi la sera “trasformerà” la pietra in acqua. L’area adibita a parcheggio si trasformerà in spazio d’accoglienza realizzato con materiali vegetali e strutture d’arredo su una pavimentazione artistica. I cottage, le “casette”, vivranno la loro trasformazione e rigenerazione artistica attraverso un processo di bellezza in costante divenire, con trasformazioni periodiche continue, ad opera di giovani architetti e artisti. Dovranno essere progetti onirici e universali, utilizzando materiali organici che una volta smontati continueranno a “vivere” nel territorio. L’area ricevimento e quella per i servizi saranno realizzate con tecniche di bioarchitettura e soluzioni energetiche ecosostenibili. La spiaggia nella baia di Mazzarò avrà strutture lignee alte 3 metri, una pavimentazione artistica e vedrà la trasformazione dei fabbricati annessi. Da quel punto, quotidianamente, si potrà assistere all’atto finale del rito di trasformazione della pietra in acqua.
Questo per quanto riguarda i bandi di settembre, con tantissimo lavoro che si prospetta per il futuro. Intanto “la prima azione concreta di impegno etico universale” della Fondazione per Le Rocce sarà la costituzione del comitato tecnico artistico per promuovere iniziative e condurre le attività del luogo, così rigenerato e trasformato. Giovani architetti, paesaggisti, designer e artisti costituiranno un laboratorio di idee che sarà rigenerato periodicamente, con il conseguente apporto di idee, visioni e iniziative sempre nuove. “Sarà un gruppo di opinione indipendente, apolitico e senza fini di lucro che perseguirà i suoi obiettivi senza distinzione di sesso, etnia, lingua e religione, con l’unico scopo di attivare percorsi di bellezza, di conoscenza e di turismo”, sta scritto nelle pubblicazioni che accompagnano quest’ultimo ambizioso progetto di Antonio Presti.
In tutto questo, nel ventaglio delle collaborazioni, si stanno intensificando i rapporti tra la Fondazione Fiumara d’Arte e l’Università di Messina.

 

Redazione Scomunicando.it

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