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FIUMARA D’ARTE – Porterò anche nelle Madonie lo stupore della conoscenza

“La Piramide è un luogo di spiritualità laica che trova nella conoscenza l’atto devozionale”.

Lo dice alla Voce Antonio Presti, l’uomo che da trent’anni – con Fiumara D’Arte – investe nella trasformazione artistica del territorio dei Nebrodi.

Presti parla della missione della propria fondazione a pochi giorni dal Rito della luce di Motta D’Affermo, ormai diventato un appuntamento fisso del solstizio d’estate ai piedi dell’opera d’arte di Mauro Staccioli.

“La Piramide e il Rito della luce sono il luogo e il tempo d’incontro per riflettere sulla strada che la nostra fondazione ha scelto. Molti pensano che Fiumara d’arte voglia sempre e per sempre donare opere d’arte al territorio ma il nostro percorso è un altro. Noi desideriamo contribuire alla riscoperta della conoscenza per le società del futuro.

I saperi hanno subito mortificazioni profonde. L’arte è un mezzo importante per formare uomini nuovi per il domani”. Non nasconde un filo di amarezza, Antonio Presti, che dice di avere molta più fiducia nei bambini che negli adulti, specie se detentori di incarichi importanti. “È necessario educare i bambini alla bellezza – aggiunge – e solo se la Fiumara avrà contribuito a questo potremo sentirci felici del lavoro fatto. Se il Rito della luce si perpetuerà negli anni avremo contribuito a formare il nuovo popolo della bellezza, persone che conoscano la necessità dell’arte per la formazione di coscienze migliori”.

Il Rito della luce è quindi la cerimonia di consegna di un testimone fondamentale per chi abiterà il futuro. Non patrimonio di bellezza ma trasmissione estetica del senso stesso di “bello” e valore per costruire un mondo più vivibile a partire dalla condivisione e non dall’autoreferenzialità.

Il percorso di Presti, negli anni, ha guardato soprattutto ai Nebrodi e alla periferia catanese di Librino, dove la sfida della bellezza è riuscita a mettere in ombra le brutture di uno dei luoghi dimenticati di Sicilia. Gli abbiamo chiesto quali progetti ha per il futuro della Fiumara d’arte e quali nuovi territori desidererebbe toccare.

“Vorrei che l’attenzione passasse dai Nebrodi alle Madonie – dice -. Mi piacerebbe scegliere 15 comuni che abbiano una sorgente d’acqua per creare un itinerario di conoscenza attraverso la più ancestrale rappresentazione della nostra anima, il liquido primordiale che ritroviamo alle fonti. Sarebbe bello che la Fiumara riuscisse a riunire due territori, Nebrodi e Madonie, che in passato erano un unicum poi diviso da scelte politiche sbagliate.

Guarderei con favore una partenza del percorso da Cefalù o da Castelbuono per proseguire verso l’interno del Parco.

Non lascerò però i Nebrodi, ai quali ho voluto dedicare la Piramide proprio perché rimanga sempre ad ammonire quella politica che si è data come metro la mediocrità e, a volte, la disonestà.

La politica di questi luoghi nulla ha dato e molto ha preso. Ma i Nebrodi esistono e resistono e per questo esiste la Piramide serve proprio: far alzare nuovamente lo sguardo verso il cielo a chi è stato costretto per decenni a tenerlo abbassato verso terra”.

Paola Castiglia

fonte http://www.lavoceweb.com

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