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FNP CISL – Il sindacato dei pensionati chiede un cambiamento nelle politiche sociali a Messina

La CISL chiede un cambiamento radicale nelle politiche sociali a Messina e l’assessore risponde che il 2011 sarà sicuramente diverso. Così è parso assistendo ai lavori della Tavola rotonda indetta  dalla Nova Spes Senectute, e alla quale, dopo l’introduzione del Presidente del’associazione Nino Bertulla, hanno partecipato l’assessore Pinella Aliberti, il segretario della CISL Zecchetto, per il CESV Pistorino e per i pensionati Muscolino.
Le relazioni e il dibattito invece testimoniano una articolazione di posizioni ed anche alcune notizie sconcertanti. I lavori sono iniziati con la lettura dei dati sulla condizione degli anziani a Messina, svolta da Teresa Triolo, che denotano come metà degli anziani  hanno un importo di pensione al di sotto della soglia di povertà; come invalidi, inabili e non autosufficienti sono oltre 10.000, come gli over70 sono altrettanto numerosi, circa il 14%. Per contrastare questa condizione di disagio, o peggio di esclusione sociale, si richiederebbero adeguati servizi sociali, che invece il comune garantisce in misura molto modesta. Anzi a Messina i LIVEAS, cioè i livelli essenziali di assistenza sociale, sono inesistenti o sconosciuti. Troppi non autosufficienti sono abbandonati all’amore della famiglia, nel totale disinteresse delle Istituzioni pubbliche che impegnano poche risorse per le esigenze primarie, poche risorse più in generale per tutti i servizi sociali e comunque spesso le disperdono in tanti rivoletti o non le utilizzano, e ciò avviene senza efficaci controlli sui livelli qualitativi della gestione. I trasferimenti dallo Stato e dalla Regione è vero, è stato affermato, che sono insufficienti, ma è in futuro che subiranno maggiori contrazioni, e se oggi Messina impiega molto di meno delle omologhe città del Nord, Padova, Verona, Modena, per l’assistenza, è perché dimostra incapacità o utilità a non operare per la normalità di questa città, mantenendo le categorie deboli in condizioni di disinformazione (ed infatti non esiste una carta dei servizi) o negando loro come diritto anche le risposte giuste ai bisogni vitali. La Provincia regionale avrebbe dovuto realizzare l’Osservatorio e il coordinamento dei servizi esistenti con  i fondi già stanziati dai Piani Regionali socio-sanitari 2007-2009 e 2010-2012, ed invece brilla per la sua assenza nel sociale e per la grande presenza nelle partecipate e in tante spese più o meno superflue.
Il distretto socio sanitario  è arrivato all’assurdo di proporre crociere e l’utilizzo di ulteriori risorse per finalità non coerenti ignorando però la copertura dei servizi necessari per tutti i disabili, fra l’altro presentando il Piano con un anno di ritardo e tutt’ora non avviato. Ma anche nel bilancio del Comune , dove abbondano i crediti non riscossi, i debiti e mutui sempre crescenti, la modestia  di investimenti per lo sviluppo e la protezione sociale, l’incapacità di reperire risorse extratributarie, emergono contraddizioni assurde ed inammissibili, che sono la riprova di un ente incapace di operare per cambiare le condizioni e la qualità di vita dei propri cittadini.
La conclusione è stata che  sindacati ed amministratori si confronteranno approfonditamente per individuare un comune percorso, un progetto o almeno alcuni obiettivi. Ma le distanze, nelle parole di Muscolino che ha chiuso la Tavola rotonda, sembrano pressoché incolmabili, laddove lui, dati alla mano, ha chiesto un cambio profondo, cioè una città normale, non più in fondo a tutte le graduatorie, che ponga fine al sistema della dispersione delle risorse, che dia trasparenza e legalità alla gestione con l’immediata eliminazione del sistema delle proroghe, che, così come avviene nelle zone con minori bisogni e con maggiori virtuosità di gestione  delle risorse, si incominci dagli ultimi non escludendo mai nessuno di quelli che vivono il dramma della solitudine, della non autosufficienza o della povertà assoluta.

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