La tradizione si rinnova. In occasione della grande festa della Madonna Nera di Tindari, l’associazione di promozione umana “I Love Mattia” – da sempre attenta al mondo dell’infanzia, delle donne e della famiglia – coglie l’occasione per invitare ad avvicinarsi a questo evento con uno sguardo nuovo, capace di abbracciare la fede, la cultura e il valore sociale di una ricorrenza che da secoli appartiene all’anima della Sicilia.
Il Santuario, affacciato su un promontorio che domina il Tirreno, non è solo meta di pellegrinaggio religioso, ma cuore pulsante di spiritualità e identità collettiva. Ogni dettaglio, dalla statua ai riti che l’accompagnano, racconta la storia di un popolo devoto, orgoglioso delle proprie radici e desideroso di trasmetterle alle nuove generazioni.
Le celebrazioni hanno sempre avuto anche una funzione sociale parlano di solidarietà e condivisione. In questo quadro. Quindi l’associazione “I Love Mattia” invita a guardare alla festa come occasione per riflettere sul ruolo della famiglia, della donna e dell’infanzia, pilastri fondamentali di una società che vuole crescere nel segno del rispetto e della dignità.
Visitare Tindari significa immergersi in un patrimonio di fede e di cultura. Il Santuario, sospeso tra cielo e mare, è un ponte tra passato e presente, tra sacro e quotidiano. Per questo la Madonna Nera continua a parlare alle nuove generazioni con un linguaggio universale: quello della speranza, della rinascita e della protezione materna. La sua festa non è solo memoria, ma progetto: un invito a vivere la fede con autenticità e a custodire la propria identità, aprendosi al mondo con occhi rinnovati.
La leggenda narra che la statua della Madonna Nera giunse sulle coste di Tindari portata dal mare. Una nave mercantile, in fuga dalle persecuzioni iconoclaste, trovò la rotta bloccata fino a quando la sacra immagine non fu lasciata a terra. Quel gesto fu interpretato come un segno divino, dando vita a una devozione che da secoli anima il Santuario. La statua, di legno scuro e dalle linee bizantine, raffigura la Vergine con il Bambino. Il suo volto austero e intenso si distingue dall’iconografia tradizionale occidentale, incarnando un mistero che ha alimentato racconti e suggestioni popolari. Celebre è la leggenda della nobildonna che, deridendo il colore scuro della Madonna, fu salvata miracolosamente da una caduta, comprendendo il valore autentico della fede. Ogni settembre, la festa della Madonna Nera richiama a Tindari migliaia di fedeli. Il momento più intenso è la processione: la statua, portata in corteo per le vie, diventa simbolo di speranza e protezione. È un rito che non conosce tempo, fatto di canti, preghiere e gesti tramandati di padre in figlio.
Il pellegrinaggio verso il Santuario è esso stesso un’esperienza spirituale: chi percorre le strade che portano al promontorio, anche dalla Calabria o dall’entroterra nebroideo, compie un cammino interiore, scandito da litanie e ringraziamenti. In questo contesto, fede e identità culturale si intrecciano, trasformando la festa in un’occasione di comunità e di rinnovata coesione sociale. Viviamo bene questa fede, conclude, la sua riflessione la Fondazione “I love Mattia”.
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