Durante la tradizionale Via Crucis a San Salvatore di Fitalia, l’obiettivo di Sonia Triolo ha saputo restituire non solo il rito, ma soprattutto l’anima collettiva di una comunità.
Le sue foto, postate sulla pagina social “Club Fotografico Iperfocale” non documentano semplicemente un evento, ma lo reinterpretano, lo trasformano in una narrazione sospesa tra spiritualità e quotidianità. In particolare, uno degli scatti più significativi – quello riflesso in uno specchio parabolico stradale – è un piccolo capolavoro di composizione e linguaggio visivo.
Lo specchio come portale narrativo
La scelta compositiva di utilizzare lo specchio parabolico è potente e non casuale. In questo scatto, il riflesso non è un semplice espediente ottico, ma un vero e proprio dispositivo narrativo. La realtà viene piegata, deformata, ma al tempo stesso concentrata: in un solo sguardo ci sono i volti, i gesti, il corteo, l’architettura urbana e l’atmosfera densa di partecipazione.
La curvatura dello specchio incornicia e isola il rito dalla realtà circostante, quasi a volerlo proteggere, sospendere, renderlo eterno. Ma al tempo stesso, il bordo del vetro svela l’ambiente naturale e urbano in cui tutto si svolge. È un richiamo alla memoria e alla presenza: questa non è solo una celebrazione religiosa, è anche un evento sociale, civico, condiviso.
Street photography
La cifra stilistica che Sonia Triolo adotta si muove con disinvoltura, in alcuni scatti, tra la street photography e il reportage emozionale. Cattura dettagli imperfetti, movimenti sfocati, bambini che osservano curiosi e si lasciano osservare inconsapevolmente, anziani che si commuovono, passanti che sembrano venuti lì per caso ma che diventano parte integrante della scena. E lo fa senza disturbare, senza invadere. L’obiettivo non è mai giudicante, ma immerso, partecipativo, vivo.
Il bianco e nero rafforza la componente drammatica, sacrale, quasi a voler fermare il tempo e a rendere l’attimo più eterno. È una scelta coerente, che richiama tanto il cinema neorealista quanto la fotografia d’autore degli anni ‘70.
E tuttavia non c’è nostalgia, ma una vibrante contemporaneità.
La vera forza delle foto di Sonia Triolo risiede proprio qui: nel far emergere la sacralità del quotidiano.
I volti della gente comune diventano iconici, quasi biblici, ed il Cristo raccoglie il dolore del mondo. Le vie di paese si trasformano in una Gerusalemme interiore. Non c’è retorica, ma uno sguardo intimo e partecipe che restituisce autenticità a ogni passo, a ogni sguardo, a ogni stazione.
per guardare tutte le foto basta collegarsi con la pagina social di “iperfocale”
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