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FOTOGRAFARE A MESSINA – Anche il degrado può diventare arte

 

Anche il degrado può diventare arte fotografica; certo arte fotografica di denuncia ma sempre arte con l’intento di risvegliare le coscienze, ma soprattutto le menti, dei cittadini e degli amministratori. È ciò che si augurano  i ragazzi del network ZDA- Zona D’Arte e dell’associazione universitaria Atreju-la Compagnia degli studenti, organizzatori della mostra fotografica che è stata presentata stamani e rimarrà esposta al Rettorato fino a giorno 21. La protagonista delle fotografie è la zona falcata della città, non solo per il suo particolare fascino e la sua storia, ma per il degrado e l’incuria che è presente al suo interno dovuto ad anni di scelte politiche poi rivelatesi fallimentari.

Non è la prima volta che ZDA sceglie la fotografia come strumento di denuncia riguardante la zona falcata; infatti nel periodo natalizio l’associazione ha donato dei calendari, a chiunque condividesse il progetto di riqualificazione proposto donando un contributo. Il calendario non solo raffigurava l’attuale condizione della zona, ma anche le sue prospettive di rilancio con le immagini tratte dalle tesi di laurea di giovani studenti messinesi della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria.

Naturalmente le foto esposte al Rettorato sono diverse da quelle stampate nel calendario e ritraggono situazioni diverse come, per esempio, il problema del randagismo e della presenza di alcuni rom e abitazioni abusive presenti nella zona. Tra le foto invece non poteva mancare l’inceneritore, meglio noto come “ecomostro”, costruito negli anni settanta e dismesso poco dopo, come anche il relitto arrugginito della  nave poco lontano dalla costa. A tagliare il nastro durante l’inaugurazione è stato l’assessore provinciale alle partecipate Michele Bisignano, che ribadisce la totale condivisione dell’amministrazione provinciale al “progetto ZDA”, anche aiutando il network ad avere una sempre maggiore visibilità “noi appoggiamo e condividiamo la battaglia di ZDA – dichiara Bisignano – il fatto che questa mostra sia proprio al rettorato, considerato il luogo simbolo degli incontri tra gli universitari, è il sintomo che qualcosa si sta muovendo soprattutto a livello giovanile perché le menti del domani nascono proprio da qui.

Nell’immediato futuro, vediamo se sarà possibile trovare nello spazio fieristico, o in qualche altro locale di proprietà della Provincia, una location da mettere a disposizione dell’associazione per promuovere le loro iniziative”. Proprio sul significato e sull’importanza di far sposare il “progetto ZDA” ai giovani studenti messinesi, si è soffermato il presidente di Atreju Andrea Santalco che mostra tutta la sua soddisfazione per l’iniziativa “è di vitale importanza far entrare le idee di ZDA anche nel mondo universitario – ha commentato Santalco – perché spetta proprio ai giovani riprendersi quegli spazi della città che per troppo tempo gli sono stati negati. Inoltre ZDA è un network composto da giovani che vede nella zona falcata, il luogo dove  far nascere la Messina di domani, sempre però con la dovuta competenza e cognizione di causa”. Intanto ogni piccolo passo in avanti i ragazzi di ZDA e Atreju l’hanno fatto, facendo capire che anche il degrado può essere, e deve essere, una forma d’arte di denuncia a patto che questo scenario artistico non piaccia così tanto che la si lascia tutto così com’è.

Antonio Macauda

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