Difficile non ricordarlo. Franco, con le sue catene, l’immancabile macchina fotografica, la collezione di coltellini appresso. Difficile non rammentare il suo ciondolare silenzioso per strade, le maniche corte anche d’inverno, lo sguardo severo che diventava a tratti sorriso, schiacciato da leggende metropolitane, solitario, ma pronto a raccontarsi al tavolino di un bar regalandoti uno dei suoi beni più preziosi “uno scatto”.
I suoi funerali si sono svolti questa mattina a Ficarra.
Lui era di Matini.
Da qualche tempo “abitava” in un casa di riposo a Capo d’Orlando, combattendo anche con i mostri che si costruiva dentro.
Ma lui era “cittadino” dei nebrodi.
E a Brolo ha fatto parte, per anni, del suo panorama urbano.
Immobile, all’angolo delle strade, di fronte le scuole, sul lungomare, anche sotto il sole cocente, a manifestazioni e concerti.
Fotografava, guardava, provava a vendere le foto che realizzava, a volte le regalava.
Alla fine la sua soddisfazione più grande era mostrarle.
Poi, anche a piedi, tornava a casa; di notte, lungo la provinciale che porta a Matini… accogliendo di buon grado il “passaggio” che gli si offriva.
Le leggende metropolitane che costruivano le “paure” intorno a lui l’hanno spesso accompagnato, ma nel cuore di un buono poco importano, ed al tavolino del bar riponendo tra le le bottigliette d’acqua la sua macchina fotografica, si perdeva nel racconto, sorridendo anche sonoramente, per poi tornare nei suoi blindati pensieri silenziosi.
Non ha mai dato fastidio a nessuno, neanche quando zittiva con un gesto rabbioso chi si arroga il diritto di prenderlo in giro.
Franco Catena aveva 58 anni.
