E’ il calcolo di Legambiente che fa notare: ”Eppure, con un milione e mezzo di euro si possono realizzare 7 diverse tipologie di intervento concreto sui fiumi minori per mettere concretamente in sicurezza un comune”.
”L’ennesima gravissima tragedia legata al maltempo e al dissesto idrogeologico ci impone di ragionare concretamente e rapidamente sugli effettivi interventi necessari a mettere in sicurezza il Paese e la popolazione che purtroppo, sempre piu’ spesso, a causa dei fenomeni climatici estremi, saranno esposti al rischio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Piu’ che continuare a pensare a quanto puo’ costare una generica messa in sicurezza complessiva del Paese, bisognerebbe cominciare ad agire concretamente e utilizzare il famoso miliardo di euro stanziato dal ministero dell’Ambiente per mettere in sicurezza 600 comuni ogni anno”.
La ricetta proposta da Legambiente prende in considerazione gli interventi possibili sul reticolo idrografico minore, su quei fiumi, torrenti e fossi che sembrano rappresentare oggi la vera emergenza dell’Italia.
”Senza considerare gli interventi sui grandi bacini, piu’ complessi e costosi – continua Cogliati Dezza -, con circa un milione e mezzo di euro e’ possibile intanto realizzare opere come la manutenzione ordinaria dei tratti cittadini, la stabilizzazione del movimento franoso, gli interventi di ingegneria naturalistica, la demolizione delle case in alveo ecc. Tutti interventi necessari e concretamente realizzabili che, con le debite proporzioni, possono essere riproposti in tantissimi comuni per rendere sicuri i territori solcati da torrenti e fiumare. E se questo non bastasse a sistemare tutte le emergenze e le situazioni a rischio del Paese, permetterebbe pero’ di agire con esiti determinanti in tante localita’, circa 600 ogni anno, che sarebbero messe al sicuro realmente invece di perdere tempo a pensare a quale enorme cifra potrebbe servire per sistemare tutta la Penisola”.
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