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FRATELLI D’ITALIA MESSINA – Abbiamo detto NO al Hotspot e lo sosterremo con forza

Abbiamo invitato il Presidente Provinciale di Fratelli D’Italia, Avv. Giuseppe Sottile, a fare intervenire al Ministrero L’On. Giogia Meloni in difesa della città. Messina è una città che da tempo ricerca la propria dignità sociale e politica, messe a dura prova da anni di disordini programmatici, di mancanza di visione collettiva, di degrado e di un alto grado di illegalità diffusa.

 

La nota di Franco Tiano, Dirigente Provinciale Fratelli D’Italia.

 

Abbiamo detto NO al Hotspot e lo sosterremo con forza, la città ha un primato nell’accoglienza e per questo disumano sforzo ci aspettiamo un encomio da parte dello Stato.

Abbiamo invitato il Presidente Provinciale di Fratelli D’Italia, Avv. Giuseppe Sottile, a fare intervenire al Ministrero L’On. Giogia Meloni in difesa della città.

Messina è una città che da tempo ricerca la propria dignità sociale e politica, messe a dura prova da anni di disordini programmatici, di mancanza di visione collettiva, di degrado e di un alto grado di illegalità diffusa. Una città posta a dura prova esistenziale ed umana.

E’ risaputo che a causa dello stato di sofferenza i nostri giovani sono costretti a fare famiglia altrove, patendo sacrifici ed un allontanamento dalla terra d’ origine, che piega irreversibilmente e perennemente il rapporto diretto con i luoghi, con le bellezze paesagistiche, con gli usi ed i costumi locali.

La città si spopola perdendo un patrimonio umano di inestimabile valore e con esso il principio fondante di una comunità che è il diritto di vivere la propria città, ponendosi, in quanto uomini, al centro degli interessi sociali e politici del territorio d’appartenenza.

Dal punto di vista anagrafico la città continua ad indebolirsi, perdendo numerose risorse umane, come ai tempi del terremoto del 1908.

A questa recessione anagrafica della città di Messina la politica e la stessa comunità non ha saputo porre rimedio. I giovini lasciano la città a causa delle scelte scellerate di una politica assistenziale e di parte, che ci ha condotti alla fame. I seri problemi che bisogna risolvere sono, quindi, strettamente legati a riportare normalità, dignità e vivibilità in città, sviluppando economia e lavoro. E’ chiaro che una città stremata e condizionata a ricercare e valorizzare i beni comuni non può e non deve fagocitare sul territorio ulteriori problemi, ma deve limitare l’azione propulsiva a favore del risanamento e della valorizzazione del tessuto produttivo. La realizzazione a Messina di un Hotspot sarebbe un errore ed un danno per la comunità intera.

Anche l’accoglienza, in una città di per se povera, non contribuisce a farla rialzare, ma la destina al degrado più assoluto.

Messina e sempre stata una città caritatevole, lo ha dimostrato intervenendo tempestivamente, anche se con tanti problemi gestionali e poche risorse, ad assistere, proteggere, accogliere i migranti in un numero superiore a quelli consentiti e contro anche ogni criterio legislativo in tema di dignità del l’accoglienza.

Tra i tanti ricorderemo il PalaNebiolo, una struttura fatiscente e disumana, peggiore della stesse baracche post terremoto, che ancora persistono sul territorio locale. Ci opponiamo nella scelta di utilizzare le strutture locali, strettamente connesse a territori già degradati e prossime al centro culturale e storico della città.

Ci opponiamo alla realizzazione del Hotspot perché non si potranno mai rispettare le tempistiche necessarie alla reimmissione dei migranti e pertanto non si potrà essere funzionali al rispetto delle leggi terrene e divine, sottomettendo gli stessi migranti ad una disumana permanenza, che darebbe vita a momenti di protesta incontenibili e pericolosi per l’incolumità della popolazione.

Ci opponiamo ad una accoglienza protratta nel tempo e finanziata alla stabilizzazione dei migranti per rispetto dei nostri giovani concittadini, costretti a migrare per la mancanza di una politica produttiva, che per vocazione e posizione geografica deve passare attraverso lo sviluppo turistico della città.

Settore altamente in contrasto con politiche dell’accoglienza della povertà, di profughi di guerra e di possibili potenziali terroristi. Messina può rimanere una città generosa ed aperta limitando e proporzionando il numero di emigrati da accogliere, con le modalità ed esigenze necessarie, finalizzate al ricollocamento sul tessuto produttivo e sociale e soprattutto rispettando le norme comunitarie e nazionali, che invece sono state, artatamente e con la cecità degli amministratori, più volte disattese.

Fatta questa doverosa ed opportuna premessa, chiediamo, a tutta la deputazione Locale, al Sindaco di Messina, al Presidente della Regione Siciliana, al Ministro degli Esteri ed al Presidente del Consiglio, di contribuire a sostenere e proteggere un territorio provato dalla fame e sottomesso ad un ventennio di cecità da parte dello Stato.

Un territorio abbandonato e con una continuità territoriale rimasta ai tempi dell’immediato dopo guerra.

Una città che deve puntare su l’unica risorsa possibile, che è il Turismo non può assolutamente convivere con un accoglienza disumana, improduttiva e dannosa, come quella di Mineo, di Lampedusa e della stessa Messina.

Redazione Scomunicando.it

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