L’ex peschereccio norvegese, carico di aiuti umanitari e soprattutto di tanta speranza, coraggio e solidarietà, partito da Gallipoli il 20 luglio scorso, oggi è al quarto giorno di navigazione in direzione Gaza.
A bordo si trovano 21 tra volontari e volontarie.
Tra i protagonisti della missione, il messinese Antonio Mazzeo: “Qualcosa a livello internazionale sta cambiando. Abbiamo la sensazione che questa missione possa raggiungere l’obiettivo…”, ha detto in un videomessaggio. L’altro italiano a bordo è il pugliese Antonio La Piccirella. L’arrivo è previsto tra sabato e domenica. L’obiettivo: “Rompere il blocco per i bambini di Gaza”. Sulla sponda dell’imbarcazione, decine di peluche per regalare loro un sorriso, donati dai bambini pugliesi.
E “Handala” va… Facendo rotta verso la speranza. A bordo, umori differenti accomunati da tanto coraggio e ottimismo, energie da preservare per ciò che verrà, condizioni fisiche e mentali da gestire al meglio. Sull’ex peschereccio norvegese, oggi al quarto giorno di navigazione, si è creata una solida dinamica di amicizie e di reciproco supporto. Il gruppo che domenica ha preso il mare per affrontare nella più pacifica delle missioni il blocco israeliano che fa da cintura all’assedio infernale di Gaza, è formato da attivisti e attiviste, con storie e profili d’eccellenza in ogni ambito della società. Il senso della missione: portare aiuti, sensibilizzare il mondo contro il genocidio che sta annientando il popolo palestinese, denunciare i crimini di chi sta usando in maniera atroce e indiscriminata finanche l’arma della “fame”. E sulla scia della “Handala”, il mondo sta iniziando a dare importanti risposte in tema di mobilitazione: sul lago del Central Park di New York una “flotilla” di piccole barche battenti simbolicamente bandiera palestinese ha preso il largo issando un mega striscione: “End the siege on Gaza now”.
A bordo dell’imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition stanno affrontando il viaggio in 21. A bordo, Antonio Mazzeo, messinese, insegnante, ricercatore di pace e giornalista impegnato per la pace, la militarizzazione, l’ambiente, i diritti umani e la lotta alla criminalità mafiosa. Ha lavorato in diversi progetti di cooperazione internazionale. Nel 2020 a Roma gli è stata conferita la “Colomba d’oro per la Pace”. Ha pubblicato numerosi saggi sui conflitti nel Mediterraneo, sulle violazioni dei diritti umani, sulla criminalità organizzata e sulla militarizzazione della regione.
L’altro italiano è Antonio La Piccirella, barese, cresciuto nei movimenti per la giustizia sociale del Sud Italia. Dopo essere stato membro attivo dei Berlin Migrant Strikers, si è trasferito in America, da dove è tornato nel 2023. Organizzatore del Congresso Mondiale sulla Giustizia Climatica e durante le proteste del G7 in Puglia, è ora attivo in reti internazionali per la giustizia climatica e sociale.
Ange Sahuquet è un attivista e ingegnere francese, profondamente impegnato per la giustizia e i diritti umani.
Bob Suberi, proveniente dagli Stati Uniti, è un ebreo palestinese classe 1948. Nel 2023 ha iniziato a navigare a bordo dell’Handala.
Braedon Peluso, USA, è un esperto velista con oltre un decennio di esperienza in mare, gran parte della quale dedicata all’attivismo. Nel 2024 ha preso parte alla missione Handala. Lavora come ingegnere a bordo di navi.
Chloé Fiona Ludden, Regno Unito – Francia, è un’ex membro dello staff e scienziata delle Nazioni Unite. Si è dimessa dall’ONU per unirsi alla Freedom Flotilla Coalition e rompere il silenzio istituzionale sui palestinesi di Gaza.
Christian Smalls, USA, è il fondatore dell’Amazon Labor Union, il primo sindacato indipendente, democratico e guidato dai lavoratori nella storia americana per Amazon a Staten Island, New York.
Emma Fourreau, europarlamentare, nata in Francia, è una politica franco-svedese, attivista ambientale e membro di La France Insoumise (LFI). È la più giovane parlamentare francese al Parlamento europeo, co-fondatrice della ONG Sang Océan, ha prestato servizio come volontaria in Sea Shepherd.
Frank Romano USA – Francia, avvocato, è stato professore universitario. Ha presentato alla CPI una denuncia per crimini di guerra contro diversi leader israeliani e americani. È anche un attore professionista, nonché scrittore, autore di varie pubblicazioni. A Messina lo scorso 28 giugno è intervenuto prendendo la parola alla manifestazione pro-Palestina.
Gabrielle Cathala, parlamentare francese, è deputata all’Assemblea Nazionale dal luglio 2024. Ha lavorato per una ONG francese ad Haiti e ricoperto il ruolo di addetta umanitaria e responsabile di progetto per la società civile presso l’Ambasciata francese in Congo.
Hatem Aouini, tunisino, è un attivista internazionalista, membro dell’ufficio politico del PPDS Tunisia ed è stato eletto vice coordinatore principale del Coordinamento Internazionale dei Partiti Rivoluzionari. È insegnante di inglese.
Huwaida Arraf è un’avvocatessa palestinese-americana specializzata in diritti civili e umani e attivista per la giustizia sociale.
Jacob Berger è un attore televisivo e cinematografico statunitense, creatore di contenuti virali e attivista ebreo-americano, originario di New York, molto attivo nella causa palestinese.
Justine Kempf, francese, ha lavorato come infermiera per Medici Senza Frontiere durante una missione nella Repubblica Democratica del Congo, nell’Ituri. È anche impegnata con Medici del Mondo al confine franco-italiano.
Mohamed El Bakkali è un giornalista di Al Jazeera, originario del Marocco, è attualmente residente a Parigi. Nel 2015 ha partecipato alla Freedom Flotilla.
Robert Martin, australiano, è un attivista che in Palestina ha realizzato filmati che testimoniano crimini e apartheid. È stato minacciato più volte, ma ha continuato a filmare.
Santiago González Vallejo, spagnolo, economista di professione, sindacalista in pensione, è co-fondatore del Comitato di Solidarietà con la Causa Araba (CSCA). Fa parte della Rete di Solidarietà contro l’Occupazione della Palestina (RESCOP).
Tania (Tan) Safi, australiana, è figlia di genitori fuggiti dal Libano dopo essere sopravvissuti alle invasioni israeliane degli anni ’70 e ’80. È una documentarista che ha collaborato con ONG che lottano contro le violazioni dei diritti umani, il traffico di minori, la schiavitù sessuale, le morti in custodia e altro ancora.
Vigdis Bjorvand è un’attivista norvegese da quasi cinquant’anni. Fin dal suo esordio nell’attivismo nel 1976, è stata una voce incrollabile a favore della pace, della dignità e dei diritti umani. Nel 2023 ha aderito a Freedom Flotilla. Sulla Handala è la cuoca di bordo, attività che svolge con passione e cura. È una presenza amata ovunque vada, sulla terraferma e in mare.
Waad Aal Musa è un giornalista e cameraman di origine irachena che attualmente lavora per Al Jazeera. Con oltre 22 anni di esperienza nel settore, ha seguito centinaia di importanti eventi globali, offrendo storie cruciali al pubblico di tutto il mondo.
Ieri, al terzo giorno di viaggio, Antonio Mazzeo, attraverso un video, ha dato segni di ottimismo: “Nonostante le orribili, pessime notizie che continuano ad arrivare dalla Striscia, abbiamo la sensazione che questa missione possa raggiungere l’obiettivo di attraversare il blocco navale militare di Israele e approdare nel porto di Gaza. Lo sentiamo – aggiunge Mazzeo – perché qualcosa oggettivamente sta cambiando, a livello internazionale e anche nel nostro Paese, che ha giocato e continua a giocare un ruolo determinante nel sostegno politico, militare, diplomatico ed economico di Israele. Cresce enormemente il dissenso, e non soltanto tra le popolazioni. Cresce anche tra quelle forze politiche che sostengono questi governi. Lo testimonia la sottoscrizione del documento, ieri, che rappresenta un cambio di linea, di visione (Dichiarazione congiunta su Gaza e i Territori Palestinesi Occupati, firmata da 28 ministri degli Esteri e dal Commissario Europeo, ndr)”. Gli ultimi fatti di avantieri: “I carri armati entrati a Gaza City hanno sparato sulle tende che ospitavano i rifugiati palestinesi e ci sarebbero tra i 15 e i 20 morti”. Eppure, si vedono spiragli di speranza: “Si nota più di un ‘mal di pancia’ anche tra i supporter d’Israele. Questo è il segnale che comunque vada, sta crescendo enormemente l’attenzione internazionale, il primo grande risultato della missione di Handala”. La prossima conterrebbe una novità: “Quella di Handala sarà probabilmente l’ultima missione con una sola imbarcazione. Si sta pensando a una grande missione internazionale con varie decine di imbarcazioni, anche più grandi. In tal senso è stato fatto un appello agli armatori internazionali per mettere a disposizione grandi navi e poterle riempire di donne e uomini solidali con la lotta del popolo palestinese. Persone che vogliono aiutare direttamente bambine e bambini a cui da due anni viene negato qualsiasi possibilità di avere cibo e acqua, e di poter frequentare la scuola”.
Corrado Speziale
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