Gabriele Adinolfi – Regaliamoci il nuovo sole

Siamo realisti e otteniamo l’impossibile!Interessante articolo apparso ieri sul nuovo sito di Adinolfi. – http://www.gabrieleadinolfi.eu/

Venerdì 13 novembre mi trovavo a Parigi durante gli attentati nei quali, tra feriti e morti al Bataclan, annovero ben sei figli di miei conoscenti. Più istruttivo però è stato il giorno seguente quando ho partecipato al secondo congresso internazionale del Gud, il gruppo universitario di estrema destra da una quarantina di anni. Gli attentati della vigilia avevano provocato lo stato d’emergenza con divieto di qualsiasi riunione pubblica. Quella del Gud si è tenuta lo stesso e non c’era neppure la polizia: tre o quattrocento baldi antagonisti considerati non pericolosi né in pericolo. Di che riflettere.
Senza polemizzare con nessuno – tra l’altro alcuni dei presenti erano tra i più meritevoli – forse sarebbe il caso di trarre lezione dal fatto e di capire che a nulla serve avere ragione (ammesso di averla) se non la s’impone. Pochi va pure bene ma o quei pochi incidono sulle élites o creano potere nel sociale oppure non se li fila, giustamente, nessuno.
Parto di qui per chiarire che le considerazioni critiche che muovo all’intero movimento nazional-populista in Europa non devono essere interpretate come l’avallo a chi si rinchiude in fortilizi duri e puri (che poi da decenni tutto sono meno che l’uno e l’altro) o a chi si nasconde dietro un atteggiamento di superiorità, ma come uno stimolo per cogliere l’occasione che si presenta ed esservi seriamente attivi.

Alcuni soggetti politici sono bravi a captare

La tendenza nazional-populista in Europa è effettivamente confusa, confusionaria e priva di strategia. Capta il disagio dei ceti perdenti della Globalizzazione e non solo di essa perché la somma delle crisi in cui versano le società europee è notevole. La trasformazione epocale è dovuta all’avvento dei satelliti, all’ascesa terzomondista, al calo demografico, alle ristrutturazioni internazionali e alle debolezze strutturali e spirituali in Europa.
La cessazione della sovranità classica – che può essere rivitalizzata e rinnovata ma non resuscitata – e lo squilibrio tra la logica nazionale e quella internazionale hanno effettivamente prodotto un dissenso, al limite del ribellismo, che attraversa la società intera e tra nazionalpopulisti, populisti di sinistra e sfiduciati, raggiunge un po’ ovunque la metà della popolazione.
Se però alcuni soggetti politici sono bravi nel captare il sentimento di rifiuto e nell’offrirgli slogan massimalisti, peccano un po’ tutti su degli elementi fondamentali che sono:

a) la comprensione del potere così come è mutato e, quindi, la consapevolezza del come lo si possa conquistare o pressare effettivamente;

b) una proposta articolata e costruttiva d’insieme che faccia sistema, nel senso della storia possibilmente cambiandogli il segno.

Dal che – se nulla muta – il fallimento che queste formazioni si portano immancabilmente addosso: in caso di successo sono destinate ad arrendersi completamente, come Tsipras e prima ancora Alleanza Nazionale.

Il fallimento non è inevitabile

Non è obbligatorio che falliscano, purché si muniscano per tempo delle armi necessarie alla contesa nel momento in cui trasferisse concretamente sul piano amministrativo e legislativo.
Armi necessarie sono le indispensabili doti di un Think Tank serio che sappia spiegare non solo cosa fare ma anche come farlo (non dall’alto perché al Think Tank parteciperebbero anche politici) ma non basta. Sono anche:

a) un potere proprio;

b) una strategia di sistema.

Questo potere va creato e lo si fa nell’ organizzazione sociale dei produttori ai quali si fornirebbe così l’autonomia necessaria per competere nella lotta di classe mossa contro di loro dalla finanza e dal parastato. Inoltre tale organizzazione sociale fornirebbe ai partiti nazional-populisti la forza contrattuale indispensabile per diventare soggetti reali e non semplici fruitori terminali di una protesta condannata a oscillare tra il virtuale e la resa.

In quanto alla strategia di sistema la questione è più complessa. Si tratta d’imporre appunto delle sfide sociopolitiche (un’ipotesi di alternativa corporativa incentrata sull’organizzazione dei produttori è già di per sé un programma concreto e rivoluzionario) ma anche delle modifiche politiche vincenti in prospettiva. Se si resta ancorati al No l’unico risultato è di esaurire le energie prima di essere cestinati perché si è perduto il proprio tempo.

Impariamo dalla mosca bianca

Come afferma giustamente Alba Dorata – l’unica mosca bianca nell’ambito politico – non è questione di Euro sì o Euro no ma di cosa si fa, di come lo si fa.
D’altra parte, qualsiasi sentimento si nutra per Bruxelles, solo uno stolto non si rende conto che, tra la tendenza storica e i rapporti di forza, a meno di uno sgretolamento europeo voluto e gestito dall’usura con i risultati che si possono facilmente immaginare, il tempo e l’indole umana giocano per chi detiene il potere e non per chi, senza creare alternative fisiche, lo critica.
Gli ottimismi catastrofisti tipici della Reazione meno qualificata sono risibili. Leggevo il tweet della Meloni che salutava il successo della Le Pen come quello di un referendum anti-Ue. Se fosse così dovremmo dedurre che, avendo l’FN superato il 28% la Ue avrebbe stravinto il referendum con il 71%!
Fortunatamente le cose non stanno così: la gente chiede soluzioni anche radicali purché concrete e vincenti e non vi è alcuna possibilità di offrirgliele se si continuano a privilegiare le scorciatoie a effetto anziché lo studio, il lavoro, la fatica, la strutturazione.

Credo sia ora

Ritengo che sia necessario occuparsi di questo: organizzare i produttori, individuare soluzioni vincenti e fornire ambo le cose a quadri politici emergenti, impiantate su di una seria Weltanschauung e giocarsi, appunto, la partita.
Invito tutti a munirsi di questo realismo rivoluzionario silenziosamente anche da soli, non necessariamente affiancandomi nell’operazione che, in Italia e in Europa, sto perseguendo da oltre un anno essendo riuscito insieme a chi mi affianca a entrare in relazioni operative nel mondo produttivo, con i centri studi e con i partiti europei più affini, anche quelli che rivaleggiano tra loro.
Perché nella somma di cultura e di economia che non entra in competizione con il quotidiano dei politici, si fa anche e seriamente politica, e si possono offrire prospettive, impersonali e silenziose quanto vogliate (“non è intorno a chi fa strepito ma a chi crea nuovi valori che silenziosamente gira il mondo” F. Nietzcshe).
Questo permette anche di raggiungere una trasversalità effettiva e produttiva, altro che fantasticare stancamente di “unità dell’area”.
Direi che è tempo di apprendere a ragionare così. E di capire cosa significa esattamente “siamo realisti, pretendiamo l’impossibile”. Di fatto, per i realisti impossibile non è.

Chi è Gabriel Adinolfi:

Gabriele Adinolfi nasce a Roma il 3 gennaio 1954.Inizia ad impegnarsi in politica nel 1968, frequentando per un breve periodo la sezione del Msi “Filippo Anfuso” della sua zona di Roma in via Livorno (piazza Bologna).Dal 1970 in poi aderisce alle formazioni extraparlamentari (Fronte Studentesco, Avanguardia Nazionale, Lotta di Popolo, Alternativa Studentesca).Nel 1976 insieme a Giuseppe Dimitri e Roberto Fiore, presso la Libreria Romana allora tenuta da Walter Spedicato, fonda Lotta Studentesca. Dal 1977  Lotta Studentesca si trasforma in Terza Posizione.

L’iter giudiziario

Il 28 agosto del 1980 Adinolfi, insieme a Fiore ed altri ventisei esponenti della destra radicale, è oggetto di mandato di cattura per reati associativi.Il 23 settembre del 1980 Adinolfi, Dimitri, Fiore ed una quarantina di giovanissimi (molti diciottenni e diciassettenni) sono oggetto di mandato di cattura per reati associativi (stavolta si tratta della costituzione di Terza Posizione).Adinolfi, Fiore, Vale, Spedicato ed altri sono il bersaglio di una serie di tentativi di criminalizzazione perpetrati a più riprese dai servizi atlantisti  deviati che operano per creare una cortina fumogena sulle stragi e sulla strategia della tensione. L’implosione e lo sgretolamento di alcune consorterie interne ai servizi fanno emergere la verità. Le trame e le deviazioni di cui sono oggetto gli esponenti di Terza Posizione sono così messe a nudo. Vi sono coinvolti non soltanto i servizi deviati del nostro paese ma anche esponenti di spicco dei servizi alleati, ivi compreso un potente personaggio della Cia. In seguito ad un procedimento penale che farà scalpore, gli esponenti di Terza Posizione sono riconosciuti come parte lesa.Chi ha manovrato contro di essi si ritrova ufficialmente oggi nelle stanze dei bottoni di quell’amministrazione americana che sta  movendo guerra ai popoli liberi.Condannato per reati associativi sia nell’ambito di Terza Posizione che in quello dei Nar – a causa della sua latitanza operativa in Italia, dove è rientrato clandestinamente nel 1982 – Adinolfi è intanto riparato all’estero.

L’attività all’estero

Da Parigi, dopo una prima produzione clandestina che precede il loro rientro in Italia dell’82 (tre numeri di Terza Posizione ed una rivista, Dixie, che si occupa di potere e finanza) Adinolfi e Spedicato danno vita al Centro Studi Orientamenti & Ricerca. Il prodotto: cinque documenti politici e dieci anni di bollettini a periodicità trimestrale improntati sulle analisi, le interpretazioni e le proposte.Concausa la morte di Walter e ragion principale il sisma secnico/politico, dal 1995 Orientamenti & Ricerca sospende le pubblicazioni (che riprenderà in tono minore nel 2001) e Adinolfi si occupa di approfondire le vie della metapolitica frequentando, inoltre, brillanti figure francesi, belghe e spagnole.

Oggi

Nel marzo 2000 Adinolfi può fare ritorno in Italia laddove persegue il suo obiettivo metapolitico con diversi strumenti.Dà alle stampe “Le api e i fiori” (edizione 451) e “Noi Terza Posizione” scritto insieme a Fiore, edito dal Settimo Sigillo, per la collana Sangue e Inchiostro. Partecipa ad animare in provincia di Varese l’Università d’estate del 2000, sorta dalla costola di Sinergie Europee.Per tutto l’anno 2000-01 Adinolfi presenta “Noi Terza Posizione” in giro per l’Italia. Intanto inizia a scrivere articoli su Rinascita e Contropotere. All’università d’estate del 2001, in Lombardia, viene definita la collaborazione organica di Adinolfi in Orion. Dall’autunno del 2001 si procede così alla costituzione di una redazione rinnovata. Contemporaneamente prende corpo un impegno volontaristico in sostegno dell’Argentina martoriata. Adinolfi pubblica alcuni articoli nel Giornale d’Italia, al quale invia gli aggiornamenti delle presidenziali francesi fra il primo ed il secondo turno elettorale. Alcuni di questi pezzi verranno a loro volta ripresi dalla rivista francese Rivarol.L’università d’estate del 2002, a Rieti, è l’occasione per diffondere “Nuovo ordine mondiale tra imperialismo e Impero” fresco di stampa e per delineare una nuova forma dell’espressione metapolitica, quella che si concretizzerà con il varo, nel gennaio del 2001, della “Lama Editoriale XXIII Marzo”. La collaborazione di Adinolfi si allarga intanto alla rivista “L’antagonista”. Nel 2003 Adinolfi è costantemente sollecitato ad intervenire su argomenti quali: globalizzazione e potere mondiale, possibilità di rinascita europea, imperialismo Usa, scenari futuri. Nel primo trimestre dell’anno interviene in giro per l’Italia con la media di un incontro pubblico ogni quattro giorni. Dal 2003 in poi Adinolfi si è impegnato in prima linea nelle Università d’Estate e nella Guardia d’Onore Benito Mussolini che ha servito in Cripta dal 2003 al 2007. È stato per ter anni caporedattore della rivista Orion. Particolarmente vicino a Casa Pound, Adinolfi non ha mai smesso di cercare la trasversalità, sempre con aspirazione all’avanguardia. Ha dato vita, mattone per mattone, ad un Centro Studi piuttosto articolato, Polaris, che ha celebrato quattro convegni nazionali ed alcuni incontri internazionali ed ha all’attivo una lunga serie di dvd, tre quaderni “Geopolitica della droga e del petrolio”, “Immigrazione”, “Terremoti”, corsi di comunicazione a più livelli, corsi quadri e una rivista trimestrale.Intanto dopo “Noi Terza Poizione”  (2000) e “Nuovo Ordine Mondiale tra imperialismo e Impero” (2002)  ha scritto “Nos belles années de plomb” uscito nel 2005 in Francia, “Quel domani che ci appartenne” stampato nel 2006 dalla Barbarossa in Italia, cui ha fatto seguito “Tortuga, l’isola che (non) c’è” uscito sempre dalla Barbarossa il 3 gennaio 2008 e stampato in Francia col titolo “Pensées Corsaires”. Dal 2004 cura quotidianamente www.noreporter.org

Redazione Scomunicando.it

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