Per molti dei presenti alla sala multimediale “Rita Atria” è stato il primo contatto con questa tecnica che da mezzo per lo più utilizzato dagli artisti per i pubblicitari oggi diventa sempre più forma autonoma d’arte con la quale si possono aggiungere dimensioni extra, illusioni ottiche, e nozioni di movimento su oggetti precedentemente statici.
Ottimo il concept ideato da Piera Gemelli, che rotea appunto intorno alla scultura di Chiaromente, ma grande merito va al mix perfetto dell’audioche crea una “combinata” narrazione audio-visivo di grande intensità.
Questo VideoMapping dove le “contorsioni dell’animo, prigioniero del cuore, cercano la luce nel ferro e nel tempo d’amore vestite” – è – come ha spiegato Tiziano Chiaromente – una metafora della creazione della Terra ed è ispirato a Gaia la figura mitologica che personifica la Terra.
“Si tratta del processo inarrestabile di creazione e distruzione tra materia e forma – ha evidenziato Tiziano (Piera Gemelli era forzatamente assente in quanto impegnata all’estero per lavoro) – e abbiamo evidenziato attraverso la tecnica di video-mapping questa lotta, il conflitto rappresentato dalla evanescenza della luce e la pesante durezza del ferro, ha riunito nella nascita della Terra”.
La sala “Rita Adria” un vecchio macello ristrutturato con le sue architetture minimaliste in ferro, è stato il luogo ideale per ambientare la “personale” dell’artigiano-artista orlandino, che resterà aperta fino al 26 gennaio.
L’evento, patrocinato dall’amministrazione comunale brolese, è curato dall’associazione “Homo faber”.
Ovviamente tutta la mostra rotea intorno alla massima espressione artistica del Chiaromonte che si indentifica in “Gaia” la scultura dove “mille” pezzettini di ferro disegnano le “calde trasparenti e sinuose” forme femminili “dell’Isola che non c’é” .
La manifestazione – sabato scorso – è stata inaugurata dal sindaco Irene Ricciardello, erano presenti oltre a Massimo Scaffidi, che ha fatto glionori di casa, numerosi artisti dei nebrodi e la fotografa Antonella Papiro.
Molto apprezzato il video e le musiche dove le“contorsioni dell’animo, prigioniero del cuore, cercano la luce nel ferro e nel tempo d’amore vestite”-
Cenni e presentazione del videomapping .
Il videomapping o 3D projection mapping è una tecnica di proiezione che sfruttando le caratteristiche architettoniche e le particolarità dello spazio che la ospita, trasforma ogni superficie in un display dinamico conseguendo effetti illusionistici e tridimensionali, rendendo ogni superficie, un continuum architettonico dinamico e fluido che ridisegna e riqualifica lo spazio urbano.
L’immaterialità della luce nella videoproiezione diventa il medium più adatto per permettere la metamorfosi continua dell’ambiente, alterando, espandendo, costruendo con la luce la superficie ,ad esempio, di un edificio, esso diventa tela per l’artista, che diventa una nuova pelle e ne sottolinea l’identità. Così il lavoro su un mezzo mobile, come la luce, rispecchia nel suo essere un’arte transitoria, le mutevoli dinamiche e la moltitudine di culture della nostra società.
Esso nasce come videoproiezione su architetture, o strutture fisse.
Così con il Videomapping “Gaia” si vuole tentare un esperimento: Da un lato si affonda le radici in quella che è l’ origine del Videomapping vale a dire la video-installazione, dall’altro si sperimenta una tecnica (solitamente usata su superfici architettoniche modulari) su una scultura di metallo. L’inconsistenza della luce si scontra con la possente forza del metallo e della sua superficie irregolare, in un gioco di contrasti e forze che diventa la metafora visiva di ogni creazione, il questo caso della creazione per eccellenza cioè l’origine della Terra: Gaia