Categories: Cronaca Regionale

GIALLO METICCIO – Il nuovo colore dell’immigrazione

di Iryna Chumakova

Alla manifestazione del primo marzo a Palermo hanno aderito più di sessanta tra associazioni e comunità migranti, docenti dell’Università degli Studi di Palermo, commercianti italiani e stranieri.
Nella notte di domenica, ribattezzata  per l’occasione: “Notte nera”,  si è vista l’apertura dei negozi, ascoltata della musica africana e degustato piatti provenienti  dal mondo immigrato.
Alle 16 del  primo marzo è partito il corteo cittadino, rigorosamente compatto, composto e meticcio, caratterizzato dal colore giallo, scelto per identificare la giornata di sciopero degli immigrati in tutta Italia.
Dalla Francia ( nazione promotrice dell’idea )  all’Italia, (con Spagna e Grecia) in più di 200 piazze  si sono susseguiti cortei e spettacoli vari e per la prima volta nel panorama Europeo, noi immigrati siamo riusciti, ad essere uniti  in una impresa non indifferente, segno di una nostra pretesa di esistenza.
Cosa può succedere, se per un giorno noi non ci siamo?

Abbiamo provato a chiederlo agli Italiani, soprattutto a quelli che stando ai bordi della manifestazione guardavano attoniti  il passaggio del corteo:
Stefano 34 anni, Palermitano: non ho seguito le vicende degli ultimi giorni e non capisco la necessità di questa manifestazione. Non sono razzista e non ho mai avuto bisogno del lavoro da parte di uno straniero, sono solo colpito dallo sventolare di questo colore giallo, per il resto non ho altro da dire.
Maria Rosaria 78 anni, Palermitana: io sono qui per seguire la mia badante, non vorrei che si mettesse degli strani pensieri in testa,  perché da me è stata sempre rispettata. Personalmente credo che saremmo persi  senza di loro e voglio essere a lei solidale anche se non capisco il perché di questo sciopero.
Cosimo, 68 anni, Bagheria: stanno solo ingombrando la strada e sono stato costretto a fermarmi. Penso a mio nipote che è senza lavoro e francamente credo che questi stranieri stanno esagerando con le pretese; se non stai bene in un posto, puoi anche tornare a casa.
Concetta, 26 anni, Misilmeri:  mi piacciono i cortei , la confusione e la gente, ed è bello ritrovare persone di colore che cercano di far valere i propri diritti. Studio Giurisprudenza e capisco il motivo della manifestazione, ritengo che ci siano leggi ingiuste per gli stranieri che cercano solo di migliorare il loro status e l’Italia. Mi dispiace solo di essere stata impegnata in esami e non poter potuto dare una mano concreta per questo primo marzo. Seguiremo il corteo fino alla fine per far capire ai Palermitani che anche noi, gente del luogo, dobbiamo maggiormente accogliere i profughi, i diseredati, gli ultimi.
Matteo 17 anni, Palermitano: io distribuisco volantini per conto di una azienda, e ne approfitto della concentrazione di gente e della confusione per sbrigare prima il mio lavoro e tornare a casa, per il resto sono problemi che non mi riguardano.
La compostezza delle persone partecipanti  sembra passare sopra a certa indifferenza della gente, esiste solo l’orgoglio di essere immigrati radicati ed integrati nel territorio, consapevoli che senza di noi e per il momento solo per un giorno … l’Italia del Welfare si è fermata.

Foto da www.adnkronos.com

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