Categories: Cronaca Regionale

Giampilieri & Scaletta – La rabbia 4 anni dopo

 

 

Quasi 1500 giorni ma poco o nulla è stato fatto per mettere in sicurezza il nostro territorio.

Oggi è il giorno in cui si ricordano i morti, gli “eroi”, gli “angeli”ma deve anche essere il giorno in cui non ci si rassegna, si lotta, perchè questi drammi non si verifichino più.

A Giampilieri i bambini hanno ripreso a giocare per le strade e almeno per loro la scuola non è più il luogo in cui sono stati raccolti i morti dell’alluvione di un vicino 1 ottobre 2009. Ma la rabbia degli adulti è ancora intatta sopratutto per quelle avvisaglie – anticipazione di quello che sarebbe successo due anni dopo- e che nessuno mai prese in considerazione.

Una data che segna il tempo della lotta, per non evacuare il paese, per richiedere i finanzimenti per la ricostruzione, per pagare le imprese che hanno lavorato, .

Il punto sui lavori e dei finanzimenti: Una prima tranche di 60 milioni e poi una seconda di 22 che partirà a breve.

Tra Giampilieri, Altolia, Santa Margherita e Briga dal 2010 in poi sono stati aperti 22 cantieri.

Oggi ne rimangono da completare solo 3 e da realizzare ci sono più o meno 3 milioni di lavori.

Il canale di gronda è al 65% dei lavori, a Racinazzi si è al 70% e in via Puntale, dopo i ritardi accumulati perché a lungo la ditta non ha ricevuto alcun pagamento, si è al 60%.

Per quanto riguarda la seconda tranche dei lavori, gli 8 cantieri sono già stati affidati ma non si è ancora iniziato a lavorare perché a differenza di quanto è avvenuto subito dopo la tragedia, si sono dovute seguire le procedure ordinarie e si sta aspettando la Protezione Civile regionale per la firma dei contratti.

Tanti nomi, anche eccellenti, tante responsabilità, in futuro ancora tanti indagati e probabilmente anche condannati,  ma la sola verità incontestabile è che alla radice di questa tragedia – impossibile da dimenticare – c’è solo la mancanza di una vera politica di prevenzione. Quella che oggi si rivendica per tutta la Regione, sempre più a rischio degrado e dissesto ambientale.

Oggi comunque rimane il giorno del ricordo, ancora della commozione forte come allora. Giorni in cui mancò quella solidarietà “nazionale” che ha fatto sentire meno soli le genti della Luguria, dell’Abruzzo, recentemente della Romagna e che qui con la misera raccolta dei fondi apertasi dopo l’1 ottobre 2009, è sembrata quasi un insulto.

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