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GIAMPILIERI – Sviluppo sostenibile del territorio, incontro con gli assessori provinciale e regionale all’agricoltura, Maria Rosaria Cusumano ed Elio D’antrassi

L’assessore provinciale all’Agricoltura, Maria Rosaria Cusumano, in occasione dell’incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Elio D’Antrassi, svoltosi ieri a Giampilieri, ha ribadito l’iniquità della normativa comunitaria che ha penalizzato Messina in questi anni.
I villaggi del capoluogo peloritano, infatti, da Altolia a Zafferia passando per Giampilieri, non hanno finora potuto usufruire dei finanziamenti comunitari perché arbitrariamente ed illegittimamente sono stati configurati come urbani.
L’assessore Maria Rosaria Cusumano, nella relazione consegnata all’assessore Elio D’Antrassi, ha evidenziato come la legislazione sia stata disattesa, in quanto la ripartizione effettuata è contraria alla concorrenza leale, principio fondamentale sancito dall’Unione Europea, creando all’interno dello stesso comparto agricolo una situazione di privilegio per alcune aree a svantaggio di altre.
Sperequazione esterna tra “area ed area” e, quindi, concorrenza sleale tra cittadino della macroarea “A” e cittadino della macroarea “C” e “D”, pur essendo spesso le macroaree contigue ed omogenee.
L’assessore Maria Rosaria Cusumano non ha escluso il ricorso alla procedura d’infrazione ed ha, contemporaneamente, depositato quattro planimetrie per avvalorare i punti nodali della questione:
1) la ruralità dei territori compresi nelle macroaree “A”
2) la loro capacità e potenzialità, in pratica il possesso dei requisiti previsti per la realizzazione di un agriturismo attraverso lo studio dell’uso del suolo, della popolazione agricola residente, della capacità produttiva, della presenza di strutture aziendali, delle aree comprese nei “poli urbani”
3) la omogeneità tra aree rurali e poli urbani, a prescindere dalla densità abitativa, dimostra che la densità abitativa non può essere un parametro omogeneo per quantificare la ruralità di una zona, la capacità produttiva di una azienda agraria
4) pertanto, non esprimendo alcun parametro comparativo, non può essere utilizzato come elemento discriminatorio
5) che la discriminazione tra aziende ed imprenditori dello stesso comparto crea concorrenza sleale disattendendo gli stessi regolamenti comunitari.

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