La fortuna di conoscere il Maestro Gigi Martorelli da oltre un ventennio e di essermi sempre più arricchito della conoscenza della sua storia, da lui direttamente raccontata o letta nelle innumerevoli pubblicazioni che lo riguardano, mi dà l’opportunità di poter parlare e scrivere il mio personalissimo pensiero circa una delle persone migliori oltre che artista vero, che io conosca.
Ho quindi l’opportunità di esternare sul Maestro che da tanti anni, ben più di un cinquantennio, è realtà oggettiva nell’arte contemporanea.
Un messaggio sublime giunge invece allo spettatore nel racconto dell’evoluzione della vita sul pianeta, nel mondo conosciuto dalle sue opere astratte dove forme di vita meccaniche, sempre nuovamente inventate si evolvono verso chissà quale destinazione finale.
Martorelli nasce a Palermo nel 1936, dove vive la sua adolescenza e frequenta il Liceo Artistico per poi iscriversi all’Accademia delle Belle Arti dove trova il maestro Giuseppe Rizzo.
Nel 1957 arriva il trasferimento a Milano, qui incontra il maestro Giuseppe Migneco del quale frequenterà il suo studio per gli anni della sua permanenza in città, inoltre frequenta l’Accademia di Brera e intrattiene la conoscenza con maestri del calibro di Crippa, Baj, Manzoni, Dova, Purificato e tanti altri.
Poi arriva il trasferimento a Roma dove non sfugge all’interesse di colleghi, galleristi e collezionisti. Le mostre saranno tante e tutte importanti, la Soligo, la Due Mondi, la Bitta, il Vantaggio ospitano il maestro con grande successo e le sue opere cominciano a girare per l’Italia.
Infine arriva a Capo d’Orlando dove si fermerà fino ai nostri giorni, qui infatti vive e opera ormai da un trentennio.
La sua pittura segue sempre un discorso filosofico coerente con la sua formazione e indole, si aggiungono inoltre scorci paesaggistici suggestivi quanto surreali, le sue figure, lui le chiama bambole o pupi, raccontano dei suoi affetti e della sua stessa persona.
Gli oggetti, gli attrezzi, i sassi, le conchiglie, i limoni, le foglie, i pini, il mare e tanto altro appaiono sempre presenti e narranti del territorio che lo ospita.
Ci sono molte chiavi di lettura della sua arte ancora inesplorate, ma i veri appassionati d’arte sentono subito che questo Artista ha un dono straordinario dentro al suo talento, quello di dar voce alle eterne esigenze della curiosità, pura ricerca di lettura universale della vita e della sua e nostra evoluzione.
Io credo che Martorelli rappresenta senz’altro un presente assoluto, nella sua intensa carriera ha sempre, con coerenza, cercato di intravvedere traguardi futuri, ci parla di evoluzioni infinite e nello stesso tempo vive il presente emozionandosi ed emozionando.
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