“Alla scoperta delle nostre origini” iniziativa dedicata all’antico sito di Gioiosa Guardia
Un buon numero di partecipanti provenienti dalle province di Messina e Palermo ha fatto da cornice all’iniziativa “Alla scoperta delle nostre origini” dedicata alla visita
L’iniziativa dell’1 maggio segue quella di una settimana fa con la pulizia del sito ad opera dei volontari e si inquadra nel contesto dell’accordo di gestione integrata sottoscritto tra il Parco Archeologico di Tindari, il Comune di Gioiosa Marea, diversi enti e associazioni culturali che operano sul territorio allo scopo di promuovere e valorizzare al meglio l’area archeologica.
Il Sindaco La Galia, dopo aver salutato tutti i partecipanti e ringraziato tutte attività commerciali di Gioiosa Marea che hanno sponsorizzato l’iniziativa, ha comunicato che l’Amministrazione ha partecipato ad un bando per reperire i fondi necessari alla realizzazione di una strada che permetta di raggiungere Gioiosa Guardia in modo più agevole e consenta escursioni complete anche utilizzando le navette. “Amministrazione e Consiglio Comunale – ha detto il Sindaco La Galia – sono compatti nell’impegno per la promozione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale che Gioiosa Marea può vantare e di cui il sito di Gioiosa Guardia rappresenta il fiore all’occhiello. Stiamo lavorando per giungere ad una fruizione ampia ed organica”.
L’archeologo Piero Coppolino ha catturato l’attenzione dei partecipanti con un breve racconto sulle origini di Gioiosa Guardia e ha descritto minuziosamente il sito alla luce degli scavi realizzati nel corso dei decenni da parte della Sovrintendenza. Subito dopo l’accesso dal cancello si giunge nello slargo antistante la chiesa di San Francesco con annesso complesso del convento dei Frati Minori risalente al XVIII secolo. All’ingresso principale si nota subito l’ampia navata della Chiesa di San Francesco sulle cui pareti sono ancora leggibili delle semplici decorazioni. A ovest della chiesa è visibile l’abitato Greco risalente al VI/V secolo A.C. Le più recenti abitazioni, costituite con blocchi, erano separate da stradine che assicuravano la viabilità pedonale e lo smaltimento delle acque meteoriche. L’agglomerato era disposto quasi a ventaglio, ben esposto al sole e con strade che, in alcuni punti, diventavano delle gradinate.
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