Cronaca

GIORGIO ARMANI – Il ricordo, nella grafica di Antonio Morello

il genio silenzioso che ha ridefinito l’eleganza

Una cravatta nera, annodata come un fiocco, che si staglia davanti all’aquila stilizzata del marchio.

La grafica puntuale e densa di significato firmata da Antonio Morello condensa in un’immagine il lutto e l’omaggio: Giorgio Armani non è più tra noi, ma il suo stile resta immortale.

Nato a Piacenza l’11 luglio 1934, Armani arriva a Milano nel 1949 con la famiglia. La sua vita sembra destinata a un’altra strada: si iscrive a Medicina all’Università Statale. Dopo tre anni abbandona, chiamato al servizio militare, e al ritorno trova lavoro come vetrinista e commesso alla Rinascente. È il 1965 quando viene notato da Nino Cerruti, che gli affida il compito di ridisegnare la moda Hitman. Un inizio che diventa rivoluzione.

Nel 1975 fonda con Sergio Galeotti la sua maison e l’anno dopo presenta al Pitti la prima collezione. La svolta internazionale arriva negli anni Ottanta, con il cinema: veste Richard Gere in American Gigolò e conquista Hollywood e il mondo. Da lì un’ascesa inarrestabile, costruita sulla sobrietà come cifra estetica e sulla disciplina come metodo di vita.

La giacca destrutturata, privata di imbottiture e rigidità, diventa la sua firma: un capo che libera i corpi e ridisegna l’eleganza. Nasce anche il greige, miscela di grigio e beige, simbolo immediato di sobrietà chic. Armani non segue la moda, la piega al suo concetto: discrezione, intelligenza, equilibrio.

Dal prêt-à-porter al lusso di Giorgio Armani Privé, dal casual raffinato di Emporio Armani allo sport di EA7, fino alle linee per giovani e bambini, il suo impero non ha mai perso coerenza. Ha vestito star, atleti, uomini politici, senza mai scivolare nella spettacolarità gridata. “Eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare”: la frase che resta come testamento spirituale.

Armani è stato anche imprenditore illuminato: durante la pandemia riconverte i suoi stabilimenti per produrre camici destinati agli ospedali. È stato presidente dell’Olimpia Milano, coltivando la sua passione per il basket. Nel 2023, l’Università Cattolica di Piacenza gli ha conferito la laurea honoris causa, celebrandone l’approccio etico, la visione globale e il legame con la sua città natale.

Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla premier Giorgia Meloni, fino a ministri, esponenti politici e colleghi, l’Italia intera ricorda Armani come un simbolo del Made in Italy, un ambasciatore della bellezza e della sobrietà nel mondo. Non solo un grande stilista, ma un rivoluzionario culturale che ha fatto della moda un linguaggio universale.

Oggi la sua firma rimane impressa non solo negli abiti, ma nell’immaginario collettivo: un’eleganza silenziosa, senza tempo, che continuerà a parlare anche dopo la sua scomparsa.

Redazione Scomunicando.it

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